di microguru » 31/01/06 14:27
Per overcloccare (in generale) una cpu occorre agire solitamente per step piuttosto ripetitivi (finchè il sistema "regge"), sempre nei limiti del corretto funzionamento (senza cioè "fondere" nulla).
Qualche cenno teorico: diciamo che, per esempio, una cpu funziona a "100", consuma "100" e scalda "100" (valori puramente indicativi). Per ottenere un po' di prestazioni, pigiamo sull'accelleratore e la facciamo viaggiare a 110, la facciamo consumare sempre 100 e scalderà qualcosa in più, diciamo 105. Ora, tutto è ok finchè non la facciamo "lavorare" più del dovuto, perchè quando le richiederemo di compiere sforzi maggiori (videogames e applicazioni pesanti) andremo incontro a crash di sistema e difetti vari. Si dice che il sistema diventa "instabile" in quanto stiamo chiedendo di fare uno sforzo maggiore alla cpu - che abbiamo sì overcloccato, ma non gli stiamo fornendo sufficiente alimentazione. Quindi per riportare alla stabilità il nostro sistema daremo un piccolo "overvolt" (agendo sull'alimentazione elettrica della cpu), passando a 110. Ora però maggior velocita e maggior alimentazione danno inevitabilmente un aumento notevole del calore prodotto dal componente, che magari salirà anche fino a 130 (sempre per dire).
"Overcloccare" un pc poi significa anche agire sulla velocità con la quale la cpu scambia informazioni con il resto del sistema (ram, scheda video ecc..). Qui si agirà sulla velocità del "bus di sistema" (dove possibile). Però modificando questo parametro si rischia il fatto che cpu e ram, ad esempio, "parlino" tra loro a velocità troppo diverse e non si capiscano (causando sempre instabilità e crash di sistema).
Durante queste operazioni è sempre necessario (direi obbligatorio) tenere sotto controllo le temperature dei componenti (non solo della cpu, ma anche della ram, dei chipset sulla mobo e dell'alimentatore), per vedere fino a dove ci possiamo spingere anche sotto l'aspetto "termico": i dissipatori per i processori sono diversi gli uni dagli altri e adottano diversi sistemi che conferiscono loro differenti caratteristiche di dissipazione termica. Abbiamo detto prima che una cpu che lavora "fuori specifica" (pur restando nei parametri garantiti dalla casa costruttrice) scalda di più: ora se il suo sistema di dissipazione del calore è abbastanza elastico da garantire una certa "tolleranza" all'overclock, il problema non si pone. Se però il dissipatore non ce la fa a smaltire il calore in eccesso, entro un certo limite si può verificare il fenomeno di "elettromigrazione", che porta sempre e comunque ad instabilità di sistema: sappiamo che la cpu è costituita da milioni di transistor che si accendono e spengono in base ad impulsi elettrici e che la corrente che ci passa attraverso sviluppa calore, poichè soggetta ad una resistenza. Quest'ultima è un parametro elettrico che è molto soggetto alla temperatura: con l'aumento della temperatura, la resistenza varia. Aumentando la temperatura, gli elettroni all'interno della cpu che dovrebbero normalmente "seguire" un certo percorso non lo fanno più e se ne vanno per i fatti loro. Oltre, la cpu può anche bruciare a causa dell'elevato calore sviluppato.
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