Glossario informatico: Bar Code
Codice a barre per l'etichettatura e la successiva lettura ottica.
I primi Barcodes vennero sviluppati negli Stati Uniti, nel 1948, da Bernard Silver, allora ricercatore universitario, allo scopo di permettere il riconoscimento dei prodotti in uscita da un supermercato; Inizialmente i codici erano stampati con inchiostro reattivo ai raggi UV, che però era costoso e soggetto a sbiadimenti.
Silver pensò allora di utilizzare il codice Morse, "estendendo" i simboli verticalmente a formare barre larghe (le linee) e strette (i punti): la lettura avveniva ponendo il foglio su cui era stampato il codice tra una forte lampada ad incandescenza ed un fotomoltiplicatore (antenato dei moderni fotodiodi, ormai presenti anche nei comuni mouse ottici).
Per migliorare la lettura da parte del rilevatore, fu sviluppata anche una codifica a cerchi concentrici, anziché a barre; Questo sistema fu brevettato nel 1952.
Quasi contemporaneamente, per le ferrovie della Pennsylvania sorgeva la necessità di identificare automaticamente le carrozze in transito.
A partire dal 1959 si occupò del problema l'ingegnere David Collins, che pensò di applicare sul fianco delle carrozze una serie di pannelli riflettenti di colore diverso: al loro passaggio in un portale di riconoscimento la sequenza veniva "letta" da due fotomoltiplicatori (uno per colore) e generava un numero identificativo; Da qui si poteva risalire al tipo di carrozza ed alla compagnia proprietaria.
Nel 1967, il sistema di Collins venne scelto come standard per tutte le ferrovie Americane.
Nel frattempo, la tecnologia era maturata e si erano resi disponibili i primi tubi in grado di generare raggi LASER: si poté quindi sostituire efficacemente le lampade ad incandescenza, riducendo l'ingombro degli apparati di decodifica ed utilizzando piccole etichette stampate (dette ancora oggi "tag") in luogo degli ingombranti pannelli.
Di conseguenza, aumentarono le possibilità d'impiego: l'identificazione di automezzi e di prodotti industriali furono tra le prime nuove applicazioni.
Da allora, i codici a barre si diffusero rapidamente nei settori della produzione e della grande distribuzione; A metà degli anni '70 del XX secolo iniziarono ad essere utilizzati anche negli esercizi commerciali, ma la diffusione fu limitata, ancora per alcuni anni, dall'eccessivo costo degli apparati di scansione.
Solo a partire dai primi anni'80, con l'avvento dei primi scanner portatili ed a basso costo, iniziò la diffusione su scala globale.
Oggi i bar code sono ovunque, e ci seguono ovunque andiamo; Anche in questo momento, se provate a svuotare le vostre tasche, scoprirete di averne con voi qualche esemplare.
Non ci credete? Provate a dare un'occhiata al pacchetto di caramelle, al cellulare (il vano della batteria è un ottimo nascondiglio) o alla tessera-fedeltà del supermercato!
I codici stessi si sono evoluti: non si usano più solo le strisce "monodimensionali" ma anche matrici di punti, che permettono di immagazzinare un numero maggiore d'informazioni, ed i cosiddetti "QR Codes", con i quali è possibile codificare informazioni ed indirizzi di pagine Web.
Installando un'apposita App sul proprio Smartphone, è possibile eseguire una scansione istantanea del tag QR inquadrandolo con la fotocamera integrata nel dispositivo; si potrà quindi decidere se salvare le informazioni così ottenute o visitare subito il sito suggerito (Instant Tagging).
Una curiosità:
Nel 1991 fu realizzato anche un gioco che si basava sui codici a barre: il suo nome era Barcode Battler.
I giocatori dovevano creare dei personaggi utilizzando sia i codici forniti a corredo che quelli reperibili ommai ovunque. Questo permetteva (a dire degli sviluppatori) possibilità di personalizzazione pressoché infinite.
Il gioco ebbe grande diffusione in Giappone; Fu distribuito anche in Europa (Italia compresa; forse qualcuno lo ricorderà) ma con scarso successo e presto dimenticato a favore delle nuove (per allora) console portatili.
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