Glossario informatico: Calibrazione
Autore della definizione: maxmula
Procedura di configurazione che permette di far funzionare un apparato hardware secondo parametri standard che ne garantiscono l'affidabilità.
Nel caso di apparecchiature elettroniche di precisione, ad esempio, è importante che gli strumenti di misura siano calibrati usando un segnale di riferimento di forma ed ampiezza note, prima di procedere alla misurazione del segnale voluto: questo garantisce la precisione dei dati ottenuti.
In alcuni casi, la calibrazione viene fatta in modo periodico e direttamente sulla parte hardware, allo scopo di compensare l'inevitabile decadimento delle prestazioni subito nel tempo dai componenti elettronici più sensibili;
Queste regolazioni si fanno in laboratori specializzati (di solito se ne occupa il servizio di Assistenza Tecnica del costruttore) e consistono, in genere, nella taratura manuale di alcuni componenti dalle caratteristiche variabili ("trimmer"), in modo da riportare l'output dello strumento entro i valori standard previsti e/o gestibili tramite calibrazione software.
Maggiore è la precisione di misura richiesta e più frequenti ed accurati dovranno essere gli interventi di ri-calibrazione.
Quando non sia più possibile questa compensazione oppure i valori in uscita non si dimostrino più affidabili, si procederà alla sostituzione del pezzo (singolo componente o scheda elettronica) giunto ormai alla fine del suo ciclo di vita.
Un altro esempio di calibrazione riguarda un aspetto spesso trascurato dai normali utenti di computer ma importantissimo per chi si occupa di grafica e fotografia digitale: in questo campo è infatti necessario garantire che i colori visualizzati sul monitor e stampati sul supporto fisico (la carta, di solito) siano i medesimi "percepiti" in fase di acquisizione.
Questa pratica viene detta "Color Management" (Gestione del Colore) e prevede una serie di controlli da farsi su ogni periferica di acquisizione (scanner) e di visualizzazione (monitor, stampanti) della workstation.
Queste operazioni consistono nell'impostare i vari dispositivi in base al risultato di alcuni test "visivi".
Ad esempio, durante le fasi di calibrazione di un monitor, un programma visualizza un'immagine che contiene una sequenza di riquadri il cui colore passa dal nero al bianco, attraverso una scala più o meno lunga di grigi intermedi; Viene richiesto all'utente di regolare luminosità e contrasto in modo che tutti i riquadri visualizzati siano distinguibili.
In ambito professionale si può ottenere una calibrazione più precisa utilizzando un apposito strumento, detto "Colorimetro" (il quale, come si diceva all'inizio, va a sua volta debitamente calibrato).
Per facilitare il lavoro, l'International Color Consortium (ICC) ha messo a punto una codifica standard dei colori e definito un insieme di colori standard che vanno a formare il cosiddetto "Standard Color Space"; i costruttori di hardware sono tenuti a rispettare questo standard, facendo in modo che i loro dispositivi siano impostati in modo da generare il più fedelmente possibile le tinte di riferimento
Proprio a questo scopo, generalmente, quando si acquistano uno scanner, una stampante od un monitor, nell'imballaggio si trova anche un supporto contenente il cosiddetto "profilo ICM" ("Image Color Management") per quel dispositivo: il profilo ICM contiene i parametri che il Sistema Operativo utilizzerà per generare correttamente i colori sulla periferica.
Qualora il profilo ICM non sia disponibile (ad esempio nel caso dei prodotti di fascia più economica), il Sistema provvederà ad utilizzarne uno di default (generico, non ottimizzato per il dispositivo), così da non obbligare l'utente ad eseguire complicate procedure di calibrazione manuale.
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