Premessa: se qualche moderatore trova la cosa poco interessante, continuo anche in privato (messaggi privati o emails)
Giusto, ma qui stai ragionando a livello di IP. L'utente-target dei miei articolucci non ha ben presente cos'è un range di IP.
Non sa neanche cos'è un registro a 32 bit, oppure un DNS, eppure usa WinXP o linux e naviga su internet. Ci sono vie per nascondere i dettagli tecnici e rendere comunque gli strumenti utilizzabili. Filtrare lo spam non è difficile: se apri una casella con spin.it, per dirne una (non voglio fare pubblicità, ci sono molti altri providers che usano i filtri), hai un filtro che ti butta fuori praticamente la totalità dello spam. Io, al lavoro, devo avere un filtro del genere, visto che - indifferentemente dal numero di volte che posto e rendo disponibile l'email - non mi è mai arrivato uno spam.
E' che, come tutte le cose, ha un costo, e nessuno è (ancora) disposto a pagare per un servizio del genere. D'altra parte, nessun provider offre niente del genere, se non lo si chiede esplicitamente: il rischio di rifiutare per sbaglio mails legittime, e di avere grane legali per questo, è considerato troppo elevato. Molti providers americani - anche grossi - filtrano utilizzando le DNSBL, ma per il semplice motivo che il volume di spam è tale per cui o filtrano, o investono fino all'ultima lira per mantenere mailservers in grado di maneggiare volumi enormi di posta, in cui l'80/85% è spam.
A livello di client gli strumenti esistono (SpamPal, MailWasher, SpamAssassin, per citarne alcuni) e sono gratis - ma sono solo palliativi, perché filtrano lo spam
dopo che è stato scaricato dal mailserver.
Tuttavia, se la pressione sugli ISP rimane forte (anche tramite strumenti "radicali", come il mini-UDP che sta subendo telecom italia, ho postato un link al wm, se puo' postarlo qui mi fa un favore), lo spam non raggiungerà livelli tali da mettere in pericolo lo stesso strumento email. L'ISP che sopporta gli spammers in effetti incassa i loro assegni senza subire i loro costi (dato che di solito usano relays o proxies fuori dalla rete del proprio ISP), ma non per questo i costi non ci sono. E' ovviamente una pratica incivile. Leggendo NANAE (news.admin.net-abuse.email), si nota che in America la tendenza è di "rifiutare" l'intero ISP dai propri mailservers (anche per la parte di indirizzi non assegnati agli spammers), in modo da rendergli più costoso continuare a tollerare gli spammers che cacciarli. Per ora la tecnica dà risultati, ma miete molte vittime innocenti (è in fondo una radicalizzazione del conflitto, che costringe gli ISP a scegliere una categoria di utenti a scapito dell'altra).
Open relay di interbusiness? Interessante....
Allora:
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qui trovi un post molto arrabbiato di un tizio su NANAE che si lamenta dell'inattività di interbusiness.it
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qui trovi che - sommando i vari domini facenti capo a interbusiness - al 02/08/2002 aveva circa 150/170 proxies aperti (quasi un record, dopo UU.NET/Worldcom - che però ha una rete immensamente più vasta - e Chinanet, che però è considerata poco più di spazzatura).
- come ho già detto, l'abuse desk di Telecom/Interbusiness/Tin è talmente inesistente che il Gruppo Coordinamento News, a dicembre dell'anno scorso, ha deciso che i server news italiani rifiutano le news dai server news tin se dirette a gruppi moderati. E' un provvedimento limitato (lascia la possibilità di postare su gruppi non moderati, o di ricorrere - se si è utenti tin - ad altri sistemi per postare anche su gruppi moderati), che però - stante il fatto che telecom non ha fatto nulla - potrà allargarsi alla vera e propria Usenet Death Penalty - ovvero al rifiuto di tutti i posts di utenti TIN/Telecom Italia. E tutto questo per motivi di volume di spam e assoluto menefreghismo nel gestirli...
Just my 2 eurocents
Il faut être toujours ivre. Tout est là : c'est l'unique question. Pour ne pas sentir l'horrible fardeau du Temps qui brise vos épaules et vous penche vers la terre,il faut vous enivrer sans trêve...