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Einstein aveva torto!

Condividi:         webmaster 12 22 Ottobre 03 @ 08:00 am

Ogni tanto navigando su Internet, mi capita di trovare delle vere perle! Questa è il parto travagliato di Alfonso Luigi Marra, che stando alle sue parole è: Saggista, Deputato al Parlamento Europeo e Coordinatore nella Commissione Istituzionale per la legislatura 1994 / 1999. Avvocato cassazionista, titolare di uno dei maggiori studi legali d'Italia.

In questo suo saggio ci dimostra perché la teoria della relatività di Einstein sia sbagliata. La cosa più bella è che "mi avvalgo del metodo "auto-dimostrativo", fondato sul fatto che lo stesso lettore, senza l'ausilio o il conforto di nessuno, sia in grado di leggere, capire e valutare quello che legge" -- cioè dice che per confutare la matematica non occorre conoscerla!!

"La vera intuizione di Einstein fu in realtà che la matematica è solo un'opinione, e che anzi la scienza, le sue formule e le sue equazioni non sono neutrali.

A quel punto, se fosse stato un genio (la genialità implica la positività, sicché non esistono né geni del male né geni del nulla), si sarebbe rivolto verso l'apparato scientifico per tentare di cambiarlo.

Siccome invece era solo un furbacchione, sfruttò la sua intuizione per integrarsi nella "scienza vincente" inventandosi l'indimostrabile teoria della relatività e la relativa, presunta "equazione".

Perché credermi? Perché per credermi basta saper credere ai propri occhi, dal momento che mi avvalgo del metodo "auto-dimostrativo", fondato sul fatto che lo stesso lettore, senza l'ausilio o il conforto di nessuno, sia in grado di leggere, capire e valutare quello che legge. Anche se il risultato è che le mie tesi sono quasi sempre condivise ma, tanto sono ovvie, che spesso sfugge al lettore, anche specializzato, che sono sconosciute all'attuale contesto culturale, come nel caso della teoria su cos'è il tempo, la quale, ed eccoci a noi, costituisce l'altrettanto ovvia dimostrazione della falsità della teoria della relatività.

Questo perché la relatività è fondata sul presupposto che il tempo sia una variabile e possa addirittura essere percorso, come sostengono anche quei buontemponi di Zichichi o di Rubbia, il quale ha persino fatto degli esperimenti che a suo avviso dimostrerebbero questa amenità, dato che il tempo, come vedremo di seguito, non è né percorribile e né "relativo" alla velocità.

Per concludere faccio presente che la teoria, come al solito, è scritta in forma narrativa allo scopo di facilitarne la diffusione. Nel ringraziarla dell'attenzione, Le auguro buona lettura.
"

Il resto della perla lo potete trovare qui
ps - Non ho spulciato accuratamente il sito, ma sono sicuro che ci si possano trovare molte chicche di questo genere.



12 commenti a "Einstein aveva torto!":
ezechiel2517 ezechiel2517 il 22 Ottobre 03 @ 15:17 pm

Se la prende anche con lo zio Bill!!
Qui

Il motivo per il quale Bill Gates non può realizzare il computer intelligente è che per farlo bisogna prima sapere cos'è l'intelligenza, e la scienza moderna non lo sa.

Ma lui, Alfonso Luigi Marra, si!!!

L'intelligenza, cioè, non consiste nella mera capacità di formulare concetti, strategie ecc., che per esempio hanno anche gli animali, ma in un particolare modo di farlo, ovvero nella capacità di svilupparsi passando attraverso lo sviluppo degli altri.

L'intelligenza è cioè tecnicamente nata nel momento in cui un'entità fino ad allora animale ha iniziato a maturare un sufficiente livello della consapevolezza di poter raggiungere un superiore stadio di benessere e di sviluppo solo attraverso il concorrere alla vita ed allo sviluppo degli altri individui.

Frengo78 Frengo78 il 22 Ottobre 03 @ 15:44 pm

Ragazzi lasciate perdere le barzellette su totti che questo fa ridere di piu!

ezechiel2517 ezechiel2517 il 22 Ottobre 03 @ 15:52 pm

Ho cercato sul sito dell'universita' la mail del mio prof di meccanica razionale...ma non esiste (giuro che il mio 30 era meritato!!!). Mi sarebbe piaciuto molto sapere cosa ne pensa lui. Ci sarebbe un altro professore che sarebbe interessante chiamare in causa (docente di Fisica Teorica).....ma e' troppo imprevedibile per i miei gusti!!!

PaoloPCF PaoloPCF il 27 Ottobre 03 @ 14:49 pm

Mi sono permesso di rivedere un poco il testo dell'articolo:
SORPRENDENTE! FUNZIONA LO STESSO!

Non solo non esiste il tempo ma nemmeno lo spazio! ;-)

Chi puo' informare Alfonso Luigi Marra?

Ammetto di essere un po' debole sul dietro - sopra - davanti ma sul "dove" della foglia sono inattaccabile!

Paolo T.

"
La realtà muta continuamente la sua forma.

Questi mutamenti di forma delle realtà non sono tutti tali che gli uomini li possano percepire.

Ad esempio, la realtà intorno a noi muta di forma perché gli animali si muovono, o le cose leggere vengono spostate dal vento, o perché il sole o la
luna o le stelle si spostano nel cielo; e tutto ciò può essere approssimativamente percepito.

Non possiamo però percepire il muoversi delle entità minime all'interno degli oggetti, così come non possiamo percepire i mutamenti che avvengono fuori dalla portata della nostra vista o su di un continente lontano.

La realtà inoltre assume periodicamente forme che sembrano ripetersi, per quello che possiamo percepire, identiche le une alle altre.

Ad esempio, ogni giorno il sole e' sempre grande uguale, e la realtà, da questo punto di vista, riassume la stessa forma del giorno prima.

Nel mentre però, durante ogni giorno che si ripete, avvengono una miriade di mutamenti, alcuni dei quali ricorrono innumerevoli volte durante una giornata, come le onde del mare quando sono al mare, ed altri invece avvengono ad una distanza piu lunga del visibile, come appunto le onde del mare quando sono in ufficio (a meno che non abbia la vista sul mare).

Gli uomini e le altre entità viventi hanno dovuto pertanto "convenire" una forma del conoscere / cultura che consentisse di rapportarsi correttamente fra loro e con questi continui e complessi mutamenti della realtà.

Questa forma del conoscere ovvero modo di vedere, di percepire mentalmente, di pensare la realtà è il concetto di spazio.

Lo spazio cioè non è altro che un codice / cultura per individuare le varie forme che la realtà assume "istante per istante".

Ovvero, non esiste alcuna entità autonoma spazio, ma esiste solo una cultura dello spazio come convenzione fra gli uomini allo scopo di
classificare le innumerevoli forme della realtà che si succedono.

La realtà, in quanto composta unicamente di entità minime in movimento continuo, muta continuamente nella forma, ma giammai nella sostanza.

Le entità individuali minime, gli astri, le persone, per effetto di continui processi di aggregazione e disaggregazione, si organizzano, si modificano, si riproducono e si decompongono, causando con questo loro "vivere" eterno i
continui mutamenti di forma della realtà.

Gli uomini allora hanno classificato le varie forme che la realtà assume continuamente a grandissima velocità individuandole con le varie posizioni nello spazio.

Ogni posto di ciò che noi definiamo spazio è cioè un numero di codice che attribuiamo ad una fase di sviluppo della realtà, ovvero ad una certa
"forma" della realtà.

Ad esempio, se diciamo: via Giuseppe Verdi a Milano, con questo "numero di codice" abbiamo inteso identificare il posto che la realtà aveva in quella fase dello sviluppo.

Ne deriva che quello che noi definiamo: cambio di posizione non è altro che il succedersi delle "forme" infinite della realtà.

La forma del conoscere / cultura del "vai da quella parte" corre ovviamente nella stessa "direzione" dello "scorrere della realtà", e cioè nella direzione dello sviluppo.

La realtà infatti "va avanti", nel senso che si sviluppa ricercando forme aggregative sempre più omogenee.

Il concetto di spazio è uno dei primi segni linguistici / codici di interrelazione che l'uomo abbia istituito, perché ovviamente l'esigenza di
avere un modo comune di individuare e classificare le forme della realtà che si succedono è ancestrale.

Per poterlo "visualizzare" è utile un esempio.

Supponiamo di farci filmare per un lasso di tempo nel mentre ci muoviamo lungo una via.

Supponiamo poi di dividere il film ottenuto in un numero molto alto di fotogrammi, pari ad esempio a mille fotogrammi al secondo.

Ebbene, guardando i singoli fotogrammi in successione ci renderemo conto che l'unica cosa che "scorre" nelle immagini sono appunto le forme della realtà, che l'uomo ha qualificato con le varie "posizioni nello spazio" o anche "distanze da un punto", commettendo poi l'errore di confondere quel mero codice con un qualcosa di esistente di per se stesso.

Ma supponiamo ora di volere invitare un nostro amico a guardare uno dei fotogrammi ottenuti.

Avremo due possibilità.
La prima sarà descrivergli il fotogramma accuratamente affinché, dalla descrizione, lo possa individuare.

Questo primo metodo sarà ovviamente molto laborioso e per nulla attendibile, poiché il veloce succedersi dei fotogrammi avrà fissato mutamenti della realtà talmente modesti che il nostro occhio non potrà percepirli.

La seconda sarà numerare i singoli fotogrammi ed indicare al nostro amico il numero del fotogramma che vogliamo che veda.

Ebbene, nel numerare i fotogrammi non abbiamo fatto altro che quello che fecero gli uomini quando inventarono le distanze da un punto fisso per codificare le innumerevoli forme della realtà che si susseguono.

Anche loro cioè, avviliti dalla difficoltà di descrivere o di ricordare le varie forme della realtà e di rapportarle fra di loro per quello che a loro serviva, pensarono bene di codificarle in micron, centimetri, metri, kilometri, parsec, anni luce.

Definirono poi:

- "universo" la distanza non misurabile delle forme della realtà;

- "dietro" le forme che la realtà ha avuto prima di passare un punto fisso ;

- "sopra" la forma che la realtà ha mentre e' nel punto fisso;

- "davanti" le forme che la realtà ha dopo il punto fisso.

Il sopra dunque è tutto ciò in cui il dietro si è modificato ed il
davanti si modificherà.

Da un'angolazione completamente diversa il codice / linguaggio spazioe è però anche qualcosa di intimamente radicato nella struttura di ogni essere.

Un qualunque animale, ad esempio, ha raggiunto il suo posto durante milioni di spostamenti ed attraverso un'evoluzione dovuta ad una continua mediazione nel rapporto di forza con le forme della realtà che si succedono.

Ne deriva che la forma che ha man mano assunto è il risultato delle "esperienze" che ha fatto e delle "consapevolezze" che ha man mano somatizzato.

Questo perché quando un contesto di entità ha una comune volontà, le entità che hanno una forma più adatta all'esercizio di quella volontà vincono sulle altre determinando un contesto caratterizzato dalla forma vincente (teoria
della somatizzazione del volere degli individui).

Di tal che una semplice foglia non avrà alcuna difficoltà a "leggere" il codice dello spazio ed a "sapere" dove dovrà nascere, morire, o cambiare.

Una "consapevolezza" somatizzata, si osservi, dovuta al modo in cui è strutturata, e che ci conduce al tema del "linguaggio" come parte integrante della struttura della realtà (vedi in "La storia di Giovanni e Margherita").

Pur di fronte a tali e tante cose, e ferma restando la necessità di conoscere il dietro e di rapportarsi correttamente al davanti,
all'incontenibile e all'impercettibile, per ogni uomo ciò che prevale su tutto è la sua quotidianità e la sua vita, e la quotidianità e la vita del suo contesto familiare, sociale e umano.


PS. Essendo dunque lo spazio null'altro che le forme della realtà che si succedono, è chiaro che pensare al teletrasporto significherebbe pensare
che la realtà possa riassumere le forme che va perdendo via via, così come andare avanti significherebbe che possa assumere anticipatamente le forme che avrà. Cose cioè bellissime (che meraviglia sarebbe un mese di vacanze immediato nella laguna Veneziana, o il potersi recare adesso dov'e il tramonto), ma che gli scienziati farebbero meglio a lasciare alla
cinematografia.
"

h23 h23 il 27 Ottobre 03 @ 16:13 pm

ma possibile che certa gente si alzi la mattina e pensi di poter sputare sentenze su tutto e tutti, a partire dalla relativita' per finire all'intelligenza umana?
Secondo me dovrebbe come minimo ripetere il liceo questo individuo =)

pincopallaxxx pincopallaxxx il 27 Ottobre 03 @ 17:00 pm

Bella roba vedere che è un politico!
Gente intelligente quella che decide per noi!
Bleah!

infinito1971 infinito1971 il 27 Ottobre 03 @ 20:15 pm

Ma possibile che esista gente così ignorante???
Il bello (si fa per dire) è che è anche un europarlamentare... ma dove avrà mai trovato i suoi elettori???

grusso63 grusso63 il 28 Ottobre 03 @ 08:48 am

Comprendete il povero Marra! Lo fa per difendere se stesso. Se si potesse viaggiare indietro nel tempo qualcuno dei lettori del forum tornerebbe dai suoi genitori e li convincerebbe a non avere figli....

power2gianni power2gianni il 30 Ottobre 03 @ 01:57 am

Poveretto, prenderlo in giro cosi'...e' solo perche' non parla bene italiano...andate a vedere la versione in inglese...soprattutto la versione inglese del suo bestseller "La storia di Giovanni e Margherita" che in inglese e' "The story of John and Daisy"...
tanti auguri--G.

power2gianni power2gianni il 30 Ottobre 03 @ 02:00 am

ah dimenticavo che e' la "four edition" che forse vuol dire "quarta edizione"...

Frengo78 Frengo78 il 30 Ottobre 03 @ 09:41 am

four edition?????? aaah! un mito!!! :D

anonimo anonimo il 27 Gennaio 07 @ 23:25 pm

Postulato relativistico fondamentale:
La velocità della luce è costante.

Come si arriva a quel postulato ? Semplicemente guardando il mondo con gli occhi, ossia usando la luce per esplorare e misurare il mondo.

Detto questo: poniamo che tra i pipistrelli nascano un Lorenz e un Eistein: quali conclusioni essi traggono sul Concorde?

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