No al controllo del traffico internet.
Da L'unità:
Il popolo della rete ha vinto. Il decreto sulla conservazione del traffico telefonico e in Rete, ben presto ribattezzato decreto “grande fratello”, è stato approvato dalla commissione giustizia della Camera con alcune modifiche decisive. Prima fra tutte l’eliminazione del traffico internet e la probabile rinuncia alla conservazione anche per le intestazioni delle e-mail. La maggioranza, dopo un iniziale tentennamento del governo (il sottosegretario Vietti aveva accennato una marcia indietro), ha dato la sua disponibilità a rivedere il provvedimento alla luce delle critiche del garante della privacy.
È una norma indispensabile nella lotta contro il terrorismo, aveva sostenuto inizialmente il governo. Ma il presidente dell’autorithy Stefano Rodotà, ascoltato martedì dalla commissione giustizia in un’audizione informale, aveva lanciato un forte allarme. Sono in discussione «libertà costituzionali: di comunicazione, associazione e manifestazione del pensiero», aveva detto. Se il decreto fosse rimasto nella sua formulazione originaria avrebbe fatto nascere un database immenso, dal quale sarebbe stato possibile risalire ad abitudini, gusti, opinioni degli utenti.
Ma non sarà così. Nel decreto non si parla più genericamente di «dati relativi al traffico», ma di «dati relativi al traffico telefonico o alla corrispondenza in via telematica». Scompare quindi il controllo della navigazione su Internet. Ma anche la conservazione delle intestazioni delle e-mail potrebbe essere eliminata dal testo che verrà esaminato dall’aula la prossima settimana. Restano infatti molto forti le perplessità sulla fattibilità tecnica di un’operazione del genere, ritenuta troppo onerosa. Infine, anche i tempi di conservazione dei dati sono stati modificati. Non più 30 mesi più altri 30 per i reati più gravi, ma 24 più 24.
Tuttavia Mauro Paissan, membro dell'autorità di garanzia, si dice soddisfatto «solo in parte» per le modifiche. Perché, spiega, è «positiva la riduzione della detenzione dei dati, ma è anche rimasta la conservazione dei dati sull'e-mail, che non esiste in nessun paese del mondo». La preoccupazione quindi non scompare: «È un modo per ricostruire il profilo di ciascuno di noi. Mi auguro che in aula questa norma venga ulteriormente modificata, anche alla luce delle difficoltà che creerebbe ai provider».
Una possibilità, quest'ultima, ritenuta molto concreta dal deputato Ds Francesco Bonito, che poi spiega: «Finora riteniamo di aver dato un contributo importante inserendo nell’articolato tutte le osservazioni avanzate dal garante. E una volta tanto abbiamo lavorato in accordo con la maggioranza». Tuttavia, prosegue, resta aperto anche un altro problema. Dopo aver dato una risposta alle giuste critiche dell'autorithy bisognerà anche offrire una soluzione alle richieste fatte dal procuratore antimafia Pier Luigi Vigna. Ascoltato mercoledì dalla commissione, Vigna ha infatti sostenuto l’utilità della conservazione dei dati per cinque anni (ovvero 30 mesi più 30) e la necessità di mettere i dati del traffico web a disposizione delle indagini. «Mi rendo conto che il governo ha introdotto per i dati informatici una disciplina insostenibile – aveva detto Vigna – Tuttavia una disciplina di controllo è necessaria». Anche per questo, conclude Bonito, il Parlamento dovrà tornare presto su questo tema e individuare una normativa accettabile.
Articolo
- [13/02/11] Controllo traffico internet con limiti - Linux
- [25/05/10] G Data: nessun allarme per Khobe
- [08/09/08] Niente paura, la rete regge ancora
- [25/01/08] Garante impone cancellazione informazioni navigazione Internet ai Gestori
- [12/06/07] Google rispetta richiesta Ue per dati personali
6 commenti a "No al controllo del traffico internet.":
"Sono in discussione «libertà costituzionali: di comunicazione, associazione e
manifestazione del pensiero»"
Mi pare una bella vaccata... secondo me gli unici che dovrebbero preoccuparsi
dei dati mantenuti per anni sono quelli che hanno qualcosa da nascondere (e di
sicuro in rete ce ne sono parecchi...)
Il fatto che il 'popolo della rete' si schieri dalla loro parte non mi piace per
niente
Diverso è il discorso tecnologico: sicuramente i provider dovrebbero attrezzarsi
in modo diverso per mantenere una tale mole di dati, oltretutto in modo più che
sicuro al riparo da malintenzionati... servirebbe uno studio approfondito per
capire quanto sia fattibile una cosa del genere...
Ma nn si potrebbe conservare questi dati anche per decenni e renderli diponibili
solo ed esclusivamente alla polizia postale previa autorizzazione del
magistrato? Naturalmente dipende dal reato di cui si è sospettati, di certo nn
si può farlo perchè 10 anni fa ho scaricato sofware craccato (per esempio),ci
sarà una prescrizione per reati minori.
Mi sembra l'ipotesi più ragionevole.
Cmq credo che la gioia del popolo della rete di cui si parla nell'articolo sia
particolarmente quella degli "scaricatori" di musica e film, che temono di poter
venire perseguiti per questo.
Scusate ma il discorso dei registri conservati per decenni e resi disponbiili
alle forze dell'ordine tramite regolare mandato non è già presente e
applicato?
So per certo dal contratto adsl che ho stipulato che tale registro esiste, e
allora se non è come ho detto sopra, a cosa dovrebbe servire?
boh?! io il contratto nemmeno l'ho letto... forse per ora vengono conservati solo i log degli orari di connessione, tipo le telefonate?
si parla di dati relativi ai contenuti in questo caso... non solo username e
orari...
è come se TIM dovesse mantenere archiviate per dieci anni tutte le conversazioni
telefoniche degli utenti.
mantenere DB così enormi come richiesto costerebbe tantissimi soldini che
casualmente ricadrebbero sulle nostre spalle...
ecco questa si che è un'ottima argomentazione per farmi cambiare idea :)