Quell'Adsl che non diventa servizio universale
Il problema delle zone non coperte dalla banda larga non è facilmente risolvibile. Né l'Authority, né il Ministero delle Telecomunicazioni possono imporre a Telecom di cablare le zone non redditizie.
Nella politica italiana si parla di tante cose, federazioni e par condicio, ma non si parla mai o quasi di contenuti. Per le Telecomunicazioni si parla e si parlerà molto di chi andrà a far parte dell'Authority delle Comunicazioni, come anche se Tronchetti Provera lascerà le simpatie per il centrodestra per avvicinarsi al centrosinistra o appoggerà un'eventuale ipotesi "neocentrista" di Luca di Montezemolo.
Agli utenti italiani interessano invece altre cose: per esempio quando potranno avere un collegamento Adsl, specie vivono in zone non coperte dal servizio, e se lo potranno avere a prezzi inferiori agli attuali.
Non gli interessa nemmeno tanto avere la possibilità di scelta fra diversi gestori, Telecom Italia, Tiscali o Tele2: il problema è che non c'è un servizio e la libertà di scelta non esiste.
In pratica, l'uscita dello Stato dal settore delle Tlc (dove fino a metà degli anni '90 attraverso la Sip era l'unico soggetto operante in regime di monopolio) si sta rivelando un grande freno, almeno in Italia, per lo sviluppo della Rete. Al monopolista pubblico si è sostituito uno privato, Telecom Italia, che è il fornitore unico o quasi della Rete e che fornisce l'Adsl.....
...continua la news tratta da Zeusnews.it
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