Attenzione alla lingua che parlate negli Apple Store
Una ragazza di Alpharetta in Georgia, uno degli Stati Uniti d'America, ha riportato alle autorità che si trovava in un Apple Store al centro commerciale di North Pointe la scorsa settimana. La sua intenzione era quella di procedere all'acquisto di una coppia di gioielli di casa Cupertino, un iPad e un iPhone. Mentre ne discuteva con lo zio che la stava accompagnando, uno degli addetti dell'Apple Store li ha sentiti parlare.
Quando si sono avvicinati per finalizzare l'acquisto il commesso ha chiesto che lingua fosse quella che stavano usando e di che origine fossero i due. Quando la risposta è stata che la lingua era il Farsi e che i due erano di origine iraniana, il commesso ha risposto "Spiacente, non ve li posso vendere". Scioccati, i due avventori hanno chiesto spiegazioni e il commesso ha citato le policy di Apple per l'export, che dice:
"Gli Stati Uniti d'America sono in regime di embargo con Cuba, Iran, Korea del Nord e Siria.
L'export, la vendita o il rifornimento, diretto o indiretto, dagli Stati Uniti o da parte di un cittadino statunitense, di uno qualsiasi dei dispositivi Apple, siano essi software, tecnologia o servizi ad uno di questi Paesi è strettamente proibito senza aver ottenuto previa autorizzazione dal Governo degli Stati Uniti. Questa restrizione viene applicata anche a tutti gli Apple Store e a tutti i commesi nel mondo."
Dopo aver reso pubblica la sua disavventura, la ragazza ha ricevuto le scuse di Apple la quale ha poi suggerito alla ragazza di fare i suoi acquisti online. Ad ogni modo l'incidente diplomatico ha suscitato l'interesse del Concilio per le relazioni tra l'Islam e gli Stati Uniti, il quale ha chiesto a Cupertino di modificare le policy.
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