I blogger imbarazzano Teheran
Un esposto mette in difficoltà il regime iraniano: per ottenere le confessioni di una ventina di blogger l'anno scorso sarebbero stati utilizzati mezzi brutali.
Teheran (Iran) - Una lettera scritta da quattro blogger sta sollevando molta polvere nella capitale iraniana: si tratta di un esposto che parla di brutalità in carcere, atti contro la persona pensati per estorcere a loro e ad altri 16 blogger confessioni e ammissioni di colpevolezza.
L'esposto si riferisce ai fatti di circa un anno fa, quando una sterzata conservatrice del regime ha portato ad un vero e proprio crackdown contro una serie di siti e conclusosi appunto con l'arresto di 20 blogger, tutti accusati di aver pubblicato informazioni pericolose e sovversive.
Secondo i blogger ci sono state pressioni "fisiche e morali" per indurli ad ammettere cose che non hanno commesso. "Durante il nostro incarceramento - scrivono - siamo stati soggetti a pressioni fisiche e psicologiche e tutte le nostre confessioni sono false né hanno valore legale".
continua news tratta da punto-informatico.it
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Un commento a "I blogger imbarazzano Teheran":
Minacce, arresti e censure la vita difficile di quei
blogger
Fioriscono in Iran, Cina, Nepal, Tunisia. Offrono una voce libera a chi si
ribella alle censure dei governi sul web. RSF premia il
miglior blog che difende la libertà di espressione
ROMA - Prima di aprire il suo blog, Mohamad Abdolahi forse sapeva già a cosa
sarebbe andato incontro. Mojtaba Saminejad e Arash Sigarchi, iraniani come lui,
erano agli arresti per aver denunciato sui loro blog i soprusi cui vanno
incontro giornalisti e blogger sul suolo del grande paese islamico. Arrestati
per insulto alla figura delle autorità religiose e per crimini contro lo stato
iraniano.
Le stesse accuse sono state rivolte verso Abdolahi, incarcerato lo scorso 28
febbraio e condannato a sei mesi di prigione. Secondo lo scarno comunicato di
Reporter senza frontiere, il blogger, attivista nel campo dei diritti civili,
aveva pubblicato sul suo Iran Reform una lettera aperta in lingua farsi
all'ayatollah Ali Khamenei. Anche sua moglie, la blogger Najmeh Omidparvar, ha
dovuto subire 24 giorni di prigione per aver cercato di aiutare il marito
pubblicando sul blog un suo messaggio e rilasciando interviste.
continua
news tratta da repubblica.it