A Bruno Vespa Internet proprio non piace
Vespa proprio non ci sta: per lui il Web è fonte di male sociale per i giovani.
Lo ha ribadito nella puntata di Porta a Porta di giovedì 21 febbraio della quale troviamo uno scorcio su YouTube.
I blog quindi associati alla "follia": secondo Vespa i testi pubblicati sono scritti da giovani affetti da personalità multipla, Internet è il male dei giovani, sessualità perversa e il blog sono strettamente correlati... e via dicendo. Beh sul fatto che i blog siano tenuti in vita unicamente da "ragazzini" può far piacere, mi tolgo 15 anni di vita e mi va giusto bene. Che siano poi persone affette da problemi psicologici... sinceramente con tutto quello schifo che è la politica italiana (propinata tutte le sere) non vedo come un cittadino onesto non possa cominciare a dare di matto.
Questo è un'altro video riguardante esternazioni simili risalenti a 4 mesi fa.
Da tutto ciò non poteva che arrivare la risposta dal web, puntuale e di piacevole lettura.
Oggetto: Lettera aperta su Blog, Internet e mass media
Egregio Dott. Vespa,
Internet raggiunge nel mondo oltre un miliardo di utenti e in Italia circa 24 milioni di persone. Ogni giorno nascono circa 120.000 blog, per un totale di oltre 100 milioni di blog in tutto il mondo. Nel solo 2007, 44 milioni di persone si sono avvicinate con un ruolo partecipativo al più grande fenomeno sociale, culturale e democratico della storia recente,
In molti paesi autoritari i blogger difendono la libertà d'espressione e la democrazia sfidando la repressione e, talora, andando in prigione per questo. Nei paesi democratici i blogger estendono la libera circolazione delle idee, la comunicazione comunitaria e in definitiva la partecipazione alla vita sociale.
Il blog è diventato uno strumento di comunicazione di massa; piu' del 25% della popolazione del Canada e del 20% di quella del Regno Unito partecipano a "reti sociali" basate su Internet. In Italia si stimano oltre mezzo milione di blogger, in maggioranza non adolescenti ma giovani e adulti. Sono noti blogger anche alcuni esponenti politici italiani (ricordiamo tra i vari l'on. Gentiloni, l'on. Di Pietro, l'on. Letta, l'on Pecoraro Scanio, l'on Lanzillotta, l'on Storace, l'on. Santachè, ...), inclusi candidati premier alle prossime elezioni, e ben un terzo dei parlamentari britannici (incluso il primo ministro).
Ci sembra che demonizzare i blog e il social networking, che sono fondamentalmente espressione di libertà, di democrazia e di socializzazione, sia negativo e antistorico. Ancora peggio è criminalizzare i blog - come cercano talora di fare i paesi autoritari per giustificare le loro censure - solo perchè alcuni - giovani o no - lo usano male. Ci sembra che la trasmissione da lei curata del 21 febbraio 2008, peraltro dedicata ad un altro tema, abbia purtroppo (crediamo involontariamente) generato un sospetto generalizzato verso i blog e il social networking, se non addirittura verso la comunicazione via Internet. Sarebbe, a nostro parere, un errore grave analogo a quello di alcuni intellettuali aristocratici che, tanto tempo fa, condannavano in blocco la televisione perchè ... fa male ai bambini e toglie anche del tempo prezioso agli adulti per leggere libri e giornali...
Internet, il social networking e i blog non sono solamente un fenomeno sociale, culturale e politico di enorme importanza. Sono anche diventati i servizi trainanti di un settore economico centrale e strategico per lo sviluppo economico delle economie avanzate: le telecomunicazioni. Le telecomunicazioni sono infatti da un lato un settore a sè stante - che di per sè porta ricchezza e occupazione qualificata e genera fenomeni finanziari economici di prima grandezza - e dall'altro sono un fattore propulsivo decisivo per l'economia nel suo complesso, e in particolare per la diffusione dell'innovazione presso le aziende e le famiglie.
La Commissaria UE Viviane Reding ha piu' volte ricordato che ben il 50% della crescita del PIL europeo e' legata allo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT), di cui Internet costituisce la spina dorsale. Anche il recente rapporto Attalì per lo sviluppo economico della Francia è pervaso da iniziative di impulso alle tecnologie della informazione e telecomunicazione.
In Italia purtroppo l'economia cresce meno dei nostri omologhi europei anche perché le telecomunicazioni sono nelle posizioni di coda nelle graduatorie internazionali, come del resto lo è la televisione digitale (terrestre, via Internet e via satellite). La scarsa diffusione della banda larga è forse l'indice più significativo della nostra arretratezza nel settore decisivo delle tlc.
Secondo i recentissimi dati diffusi dall'organizzazione degli operatori TLC europei ECTA, il quadro italiano relativo alla banda larga è il seguente:
1. Diffusione della banda larga: L’Italia (16,5) si sta allontanando dalla media UE (19,8) ed è sempre più distante dai paesi comparabili come Francia, UK, Germania. Siamo lontanissimi, ovviamente, dai paesi nordici. Nell’Europa dei 15 siamo superati anche dall’Irlanda, e seguiti da vicino dal Portogallo. In sostanza, la banda larga in Italia è meno diffusa che in altri paesi, a prescindere da circostanze di omogeneità industriale e sociale.
2. Crescita della banda larga nel periodo settembre 2006-settembre 2007 : In Italia vi è stata una crescita del 3%, bassissima se paragonata con altri paesi comparabili, dove la crescita si attesta tra il 5% ed il 10%.
I dati italiani sono gravi non solo perché riflettono una situazione peggiore di altri paesi, ma anche perché indicano la difficoltà del Paese nel recuperare il gap. Anzi, la distanza con il resto d’Europea si va accentuando.
Una corretta comunicazione sui mezzi di informazione di massa riguardo le tecnologie ICT potrebbe contribuire in modo importante ad avvicinare sempre più persone alle telecomunicazioni, ad Internet e all'informatica con ricadute positive per l'intero sistema.
Vorremmo sottolineare che Internet è oggi il principale sistema di comunicazione mondiale assieme alla rete telefonica fissa e cellulare, e rispetto a queste ultime è molto più esteso nelle funzionalità. Come la rete telefonica, Internet viene impiegato per comunicazioni lecite come per quelle illecite. La differenza è che le comunicazioni e le funzionalità di Internet sono nella grande maggioranza dei casi pubbliche e rendono così visibili anche gli usi banali, deviati o addirittura illegali e criminali che purtroppo, proprio per la loro maggiore visibilità in rete, vengono additati come peculiari solo di Internet. Mai nessuno però, giustamente, ha pensato di criminalizzare in maniera generica la rete telefonica, pur essendo noto, antico, esteso e grave l'uso illecito e criminoso delle reti fisse e mobili, come è testimoniato dalle intercettazioni telefoniche rese pubbliche in diverse occasioni.
Discutere pubblicamente dei problemi sociali che Internet inevitabilmente riflette e, fortunatamente, spesso svela al pubblico, è importante ma va fatto mettendo nella giusta relazione gli effetti e le loro cause ed evitando considerazioni semplicistiche e condanne aprioristiche del mezzo.
Secondo noi è importante che non si criminalizzi la rete e che anzi se ne promuova l'uso e la diffusione estesa. La criminalizzazione di Internet tende a confondere gli effetti con le cause e non permette di affrontare adeguatamente i problemi negativi - sociali o criminali - che tutti desideriamo combattere. Una disinformazione su Internet non ne rallenterà la diffusione presso il pubblico competente ma ne frenerà l'adozione e la conoscenza proprio nel pubblico più bisognoso di informazione, spostando in là nel tempo l'occasione di far crescere questo Paese.
Viceversa, una corretta e approfondita informazione può contribuire decisivamente a massimizzare i benefici di Internet e a ridurre invece gli effetti negativi dei nuovi sistemi di comunicazione.
Fiduciosi che in futuro vorrà considerare anche i benefici di Internet e delle telecomunicazioni e non solo i problemi sociali, anche gravi, che essa rivela, le manifestiamo fin d'ora la nostra disponibiiltà a partecipare a un confronto su questi temi che a nostro parere sarebbe importante trattare in maniera approfondita e positiva in una delle prossime trasmissioni che a nostro parere sarebbe opportuno programmare e alla quale, se lei desidera, siamo pronti a dare il nostro contributo di esperienza e competenza.
Restiamo a sua disposizione per ogni eventuale chiarimento e approfondimento e nel frattempo Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Gildo Campesato, Giornalista, Direttore del Corriere delle Comunicazioni
Mario Citelli, Blogger, Imprenditore, Direttore Beltel - Mensile di attualità per l'industria ICT
Lele Dainesi, Blogger, Giornalista, Executive Communication Cisco Systems Italy
Luca De Biase, Blogger, Giornalista, Caporedattore Nova24 - Settimanale di innovazione de Il Sole 24 ore
Juan Carlos De Martin, Blogger, Docente Politecnico di Torino - Responsabile italiano Creative Commons
Michele Ficara, Blogger, Imprenditore, Presidente Assodigitale - Associazione Italiana Industria Digitale
Paolo Forcellini, Imprenditore, Segretario Generale Consulta Digitale Assocomunicazione - Confindustria
Alfonso Fuggetta, Blogger, Docente Politecnico di Milano
Enrico Gasperini, Blogger, Imprenditore, Presidente Audiweb - Joint Industry Committee per la rilevazione delle audience online
Enrico Grazzini, Blogger, Analista, Collaboratore Corriere Economia - Settimanale Economico Corriere della Sera
Marco Montemagno, Imprenditore, Conduttore Reporter Diffuso - Sky TG24
Layla Pavone, Blogger, Dirigente, Presidente IAB Forum - Interactive Advertising Bureau
Marco Palombi, Blogger, Imprenditore, Fondatore 1st Generation Network - Associazione imprenditori di prima generazione
Stefano Quintarelli, Blogger, Imprenditore, Past president AIIP - Associazione Italiana Internet Provider
Francesco Sacco, Blogger, Docente e Managing Director EntER - Centro studi per l'imprenditorialità - Università Bocconi
Francesco Siliato, Blogger, Docente Economia dei Media - Politecnico di Milano
Gigi Tagliapietra, Blogger, Imprenditore, Presidente Clusit - Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica
Guido Tripaldi, Blogger, Imprenditore, Presidente Voipex - Consorzio per l'interoperabilità dei servizi Internet.
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8 commenti a "A Bruno Vespa Internet proprio non piace":
Oggi i giornalisti italiani sono i nuovi preti...
Sono arcistufo (ed utilizzo questo termine solo per non scadere nella volgarità, tanta è la rabbia che genera in me questo fenomeno) che internet venga considerata il male assoluto solo perché esiste chi ne fa un uso distorto. Internet è uno strumento, così come lo è per esempio una penna. Con una penna si possono scrivere e progettare le peggiori malvagità che vengano in mente (per esempio le leggi di discriminazione razziale o la pianificazione dei campi di sterminio) o capolavori assoluti della letteratura o dell’arte in generale (per esempio una partitura musicale scaturita dai geni della musica del passato più o meno recente). Anche un semplice coltello da cucina può essere usato per affettare il pane o per ammazzare una persona con 36 colpi inferti con la massima ferocia possibile. Che dobbiamo fare allora: bruciare tutte le penne del mondo perché è possibile usarle per scrivere e progettare malvagità? Non fabbricare più i coltelli da cucina perché potrebbero essere utilizzati per ammazzare qualcuno? Non mi pare che qualcuno abbia mai avanzato proposte del genere. Al contrario, chi ha provato, senza successo, a bruciare libri a loro dire “inadeguati” sono stati proprio i nazisti, ossia un regime contrario alla vita democratica e alla diffusione della conoscenza. Prima e dopo di loro l’Inquisizione torturava chi scriveva libri dal contenuto ritenuto scomodo, ma poi la maggioranza di tali libri (così come naturalmente il “pensiero” dei loro ideatori, come per esempio il “metodo scientifico” di Galileo) si sono rivelati addirittura pietre miliari nel cammino verso il progresso dell’umanità. Per quanto mi riguarda Internet è innanzitutto uno strumento di diffusione della conoscenza e della democrazia e perfino, come giustamente dice l’articolo, di ribellione ai regimi contrari a tali nobili principi. Quest’ultimo aspetto appare addirittura ovvio, dato che “l’ignoranza è potere”, come è scritto in un grande romanzo (dovrebbe essere 1984 di Orwell, correggetemi se sbaglio), ed infatti più i regimi sono repressivi più tendono a frenare la diffusione della conoscenza e della cultura, sia per tenere sotto controllo più facilmente la popolazione, sia per impedire che la stessa popolazione possa render nota al di fuori dei propri confini la situazione di cui è vittima: ricorda niente Radio Londra? Per questo chiunque si opponga ad internet ritenendola “il male assoluto”, un “covo di pervertiti, di pirati e di assassini” e per questo insiste che vada messa e tenuta sotto controllo o addirittura abolita, a mio parere, magari senza nemmeno rendersene conto (ma se ne è consapevole, ancora peggio), non è tanto lontano, come modo di pensare, ai più malvagi regimi oppressori del passato e del presente.
Bruno vespa non sa neanche cosa è internet , questa è gente che vive ancora nel medioevo e parla di una cosa che non conosce. Il problema di questo paese e l'arretratezza culturale sulla tecnologia ecco pechè siamo cosi indietro nell'economia . Si parla di internet solo quando ci sta qualche frode online o cose negative , mai invece di quanto la rete ha cambiato e ancora cambiarà in meglio la nostra vita. Essendo il mezzo di comunicazione più potente mai invetato l'uso che se ne fà deve essere sopratutto per un minore "controllato" da chi di dovere cioè la famiglia.
Vespa è una delle "mummie" della nostra società! Prima questi individui si
tolgono di torno è meglio sarà per tutti!
La verità è che su internet la maggior parte dell'informazione non è possibile
filtrarla e quindi si hanno due risvolti: uno è quello di avere informazione
libera da censure e che stà scomoda a parecchie persone (che generalmente ci
comandano), l'altra purtroppo è che in mezzo a tutto ciò ci sono le mele marce
della società che possono mettere sul web robaccia!
Se una persona non è stupida o pazza la differenza la riconosce.
Questi discorsi, fatti ormai da diverse persone note ai più, sembrano voler
arrivare a fare in modo che anche la rete venga controllata e censurata, per
togliere di mezzo discorsi scomodi (vedi Beppe Grillo)!
Facendo leva su programmi che ascoltano sopratutto i genitori (meno i figli e
quasi per nulla se minori) sembrano che vogliano usare questi per ottenere i
loro scopi: un eventuale referendum su come debba essere gestita l'informazione
in rete, "per il ben di tutti", potrebbe prima o poi saltare fuori!
Che schifo!
Il problema vero è di come viene fatta la televisione e i telegiornali.
Le persone che parlano così non si rendono conto di essere soggette tutti i
giorni ad un bombardamento di notizie tragiche e terribili, studiate e filtrate
ad arte per angosciarci e per aumentare gli ascolti. Ed è in questo modo che
nascono i pregiudizi: tutti quelli che navigano in internet sono pervertiti,
tutti quelli che scaricano da internet sono pirati, tutti gli extracomunitari
sono criminali, e così via...
E' vero, non bisogna demonizzare il mezzo, ma l'autore. Internet è un mezzo, può
essere usato per scopi eccelsi o per scopi altamente degradati e persino per
reati.
E' pur vero, comunque, che al giorno d'oggi moltissime persone (soprattutto i
giovani, e lo dico perché sono madre di un adolescente)non sono degne di
utilizzare mezzi potenzialmente pericolosi, perché potrebbero creare nocumento a
sé stesse e ad altri.
Massimamente i giovani ed i giovanissimi nella nostra involvente società
soffrono di una grave carenza di valori, che esternano in ogni loro
manifestazione, non esclusi ovviamente i blog.
E' stupido condannare i blog, ma non è stupido analizzare e prendere atto di
questo disagio sociale.
C'è poi una grande, grandissima differenza tra la televisione e internet. Mi
riferisco alla frase da voi scritta:
"Sarebbe, a nostro parere, un errore grave analogo a quello di alcuni
intellettuali aristocratici che, tanto tempo fa, condannavano in blocco la
televisione perchè ... fa male ai bambini e toglie anche del tempo prezioso agli
adulti per leggere libri e giornali..."
La televisione è un mezzo di diffusione passivo, internet è un mezzo di
diffusione attivo.
Se io mi metto davanti alla TV, non posso fare altro che accettare quello che mi
viene propinato, senza che io abbia alcun mezzo per modificarne il contenuto.
Non credo che l'affermazione di quegli aristocratici fosse così sbagliata.
Realmente la TV ha contribuito e contribuisce ogni giorno alla destrutturazione
dei valori nelle nuove generazioni.
Poi non ci lamentiamo se l'adolescente violenta la sua compagna di classe, dal
momento che veniamo martellati ogni secondo da infiniti messaggi audio-visivi
erotici... E questo è solo un esempio.
Invece internet NO.
Esso ci lascia la totale scelta di cosa farne.
Quando sono davanti al monitor io posso scegliere di visitare siti pedofili o
siti culturali.
Posso costruirmi un blog parlando di temi filantropici oppure inserendo
volgarità, violenza, arroganza, droga ed altro.
Non è colpa di internet o dei blog.
Dobbiamo però preoccuparci di queste nuove generazioni allo sbando e forse
ripensare a quali messaggi vengono continuamente diffusi da ogni mezzo di
comunicazione di massa...
Priscilla
Milano
forse è preoccupato per le scarso successo dei suoi libri...
THX that's a great asnewr!