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Per ridurre il caos dovuto allo sciopero di ieri sarebbe bastata una semplice strategia di comunicazione digitale.
"Le fasce garantite per i pendolari saranno quelle che vanno dall'inizio del servizio alle 8:45 e dalle 15:00 alle 18:00". Una frase che avrebbe dovuto salvarci dal caos causato dallo sciopero nazionale dei trasporti pubblici di ieri. Peccato che, almeno a Milano, la filosofia del "passeggero avvisato mezzo salvato" non sia servita a molto . Oltre 20mila persone sono rimaste intrappolate sulla linea rossa dopo che un'anziana si era sentita male prima delle 18, cioé prima del "secondo tempo" dello sciopero.
A generare il caos (22 convogli fermi) che avete letto sui giornali stamattina, sarebbe bastata una semplice strategia di comunicazione digitale.
Lo sciopero era stato annuciato, confermato e definito. Ma i cittadini - tra cui anche chi scrive - che appena dalle 17:40 (con largo anticipo sulla sospensione dei servizi) erano stipati nella M1 ferma a Cadorna dalle 18.00 in poi non hanno più capito nulla. Il susseguirsi di annunci dall'altoparlante - il malore di un passeggero prima, un problema alla linea elettrica poi - non aiutavano a fare chiarezza su quel che stava succedendo. Che fare quindi? L'unica alternativa era incassare il colpo e andare a casa a piedi...
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