Coca Cola: messa al bando infondata
"Decisione ingiusta, siamo stupiti"
Dopo la decisione dell'Università di Roma Tre di mettere al bando i prodotti del gruppo Coca Cola, la multinazionale Usa si è detta "stupita". Quanto alla motivazione, quella di violazione dei diritti umani, la società si è difesa dicendo che tale ipotesi "non è mai stata supportata da accertamenti, fatti concreti o sentenze". Così "si colpisce il lavoro onesto di oltre 3.500 lavoratori sul territorio italiano"...
...continua la news tratta da Tgcom.it
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31 commenti a "Coca Cola: messa al bando infondata":
Questo è veramente uno di quei casi in cui si vede come il modo di porre la
notizia condizioni il giudizio finale sulla medesima. L'accento non va tanto sul
fatto che i prodotti come la Cocacola siano stati banditi (subito parte chi
grida all'anti-americanismo) quanto al fatto che gli sanck e le bibite che li
rimpiazzeranno saranno prodotti del [url=http://www.commercioequo.org/[commercio
equo e solidale[/url]. E mi sembra una iniziativa di per se stessa lodevole.
È la stessa identica cosa che scegliere quaderni con carta riciclata invece che
quelli alla moda è più costosi. Si ha un prodotto comunque buono e si fa anche
del bene.
Vero, importante è che siano presenti sia i quaderni con carta reciclata che non
reciclata. Nel caso dell'università invece sembra abbiano deciso di ELIMINARE la
carta non reciclata; una scelta moooolto infelice che non tiene conto della
libertà di chi preferisce altri prodotti.
Perché non è stato scelto di mettere tutti e due i prodotti invece di eliminarne
uno ? Io la definirei concorrenza sleale.
PS Io bevo raramente Coca Cola, preferisco il buon vecchio chinotto. ;)
Allora trasformiamo le università in supermercati, con distrubutori lunghi metri
per per contenere tutti i marchi di snack esistenti e non fare torti a
nessuno.
:-/
Non mi pare un discorso sensato, la scelta c'è sempre ed è fra il comprare e il
non comprare. Qualunque distributore o supermercato non è obbligato a
distribuire TUTTI i marchi o alcuni insieme ad altri. Come nei cinema non
costretti a vendere gelati Sansonite insieme alla bomboniere Algida.
E non mi sembra che qualcuno abbia mai protestato perché nella maggiornanza dei
distributori c'è sempre la Coca-cola e mai il chinotto (secondo il tuo
ragionemaneto sarebbe lecito farlo).
Le bevande di marca famosa sono facilmente reperibili (comprali e portateli
all'università se li vuoi) e hanno ampi spazi di visibilità in negozi e
pubblicità. I prodotti eco-solidali sono meno diffusi e meno conosciuti, più
difficilmente reperibili e non hanno tutti quei costi aggiuntivi che
caratterizzano famosi brand (gli spot, il design della confezione e la notorietà
del marchio li paghiamo).
Quindi il comercio equo oltre che ETICO e pure CONVENIENTE, fa risparmare. E
invece vorresti raddoppiare i distributori per la scelta? O_o
mi pare che abbiano ritrattato, rendendosi conto dell'enorme cazzata che avevano
fatto...
il rettore aveva detto che era un modo per educare gli studenti ad acquisti
responsabili!!
"educare"?!?!!?!?
per educare imponi una scelta?
ora se non sbaglio hanno detto che affiancheranno altri prodotti alla cocacola,
scelta molto + sensata e civile, direi
Veramente non vi capisco: ogni volta che entrare in un edificio che ha un
distributore siete di foronte a una scelta limitata eppure nessuno si è mai
lamentato.
Ogni rivenditore poi ha diritto a rivendere ciò che vuole fino a prova contraria
(documentata per favore)
secondo me una fobia di anti-americanismo ha affondato una iniziativa che poteva
essere lodevole.
secondo me è + lodevole affiancare quei prodotti senza boicottare nulla...
Già dire *boicottare* significa aver giudicato il comportamento in maniera più o
meno politicizzata o ideologiazzata. Non credo che il rimpiazzo di marchi famosi
con prodotti del commercio etico avesse intenti affini ai "no-global".
Se domani in facoltà accanto alla fotocopiatrice trovassi che tutte le risme di
marca X famosa fossero state rimpiazzate con fogli di carta riciclata sarei solo
più contento, e non mi passerebbe minimamente per la testa di mette in piedi un
polemica inutile per portare avanto un "diritto" (inesistente) ad avere le mie
fotocopie anche su carta Fabriano (dico un nome per dire, non me ne vogliano
quelli del marchio).
Come ho già detto, se cominciamo a _inventarci_ il diritto ad avere più scelta
domani voglio un gruppo di dimostranti diabetici per ottenere merendine senza
zucchero al fianco di quelli che gridano "più chinotto per tutti".
le hai lette le motivazioni della richiesta?
bene bene bella discussione
magari non toccate il lato politico che è meglio :)
Che il commercio equo e solidale sia più a favore delle popolazioni del terzo
mondo di quanto lo siano i grandi marchi non è che ci voglia un giurista per
saperlo.
Le insinuazioni più pesanti sul comportamento della multinazioneale vanno avanti
da almeno 6 anni sulla rete con una certa insistenza(se si cerca bene e anche
altrove si può ancora salire indietro nel tempo). Quindi non è che la richiesta
sia piovuta dal cielo da uno spovveduto.
Comunque Fabiani ha appoggiato l'integrazione dei nuovi distributori coi
vecchi:
http://www.greenplanet.net/Articolo8186.html
Mi auguro che una campagna di informazione imparziale e oggettiva dia luogo a
una tale anti-economicità nella manutenzione dei distributori di marchi famosi
da giustificarne un ritiro.
bene... quando le mense non offriranno + carne di maiale perchè i musulmani non la mangiano, oppure niente carne in assoluto perchè il vegetariano conviene io cambio pianeta... grazie
Mi associo a pjfry: non si contesta l'introduzione dell'equo e solidale. Ben
venga. Ma sostituirlo in toto alle vecchie bibite perché qualcuno (una minoranza
sembra) vuole cambiare prodotto è tutto tranne democratico: è un'imposizione.
Se proprio si voleva inserire i nuovi prodotti senza fare "scalpore" e senza
dargli una valenza "politica", bastava aggiungere un nuovo distributore o
chiedere all'attuale ditta distributrice di fornire lo spazio anche ai nuovi
prodotti (es. Coca Cola paga il distributore + annessi e mantiene il controllo
dei 2/3 della macchinetta; 1/3 dello spazio lo dedica ai prodotti equo e
solidali). A nessuno dei sostenitori è venuto in mente una proposta del genere
(le proporzioni possono anche cambiare) ? Perché ?
Lo ripeto un'altra volta ancora: tenere 2 distributori è ancora più dispendioso.
Inoltre la bibita sarebbe rimasta comunque disponibile nei bar dell'istituto, e
la sostituzione nei macchinari sarebbe stata graduale. Quindi non vedo dove la
scelta si IMPOSTA.
Comunque, se se le sentono di mantenere il costo di 2 macchinette invece di una
meglio così.Ma qualcosa mi dice che non ce la faranno a sostenere le spese di
entrambe. E così la bibita rossa continuerà a essere acquistabile in qualunque
posto del pianeta compresi i bar e i distributori di facoltà, mente per mangiare
una prodotto del commercio equo e solidale ci si dovrà ancora recare in quei
pochissimi rivenditori che non fanno del guadagno assoluto l'unico scopo della
loro vita.
Se si fosse lasciata svolgere la sostituzione graduale (fino a fine contratto
con la Coca-cola come era previsto) scommetto che tanta gente non evrebbe fatto
una piega e avrebbe scoperto una forma di commercio che nemmeno sapeva
esistere.
Invece si è partiti con questa mega difesa dei consumatori che andando a vedere
in profondità non è poi molto vantaggiosa per nessuno.
Tutti noi, ogni giorno, gridiamo che vogliamo un mondo migliore, dove non ci
siano guerre, pace, giustizia etcc.... Poi quando qualcuno fa qualcosa c'è
sempre chi non è d'accordo e non si schiera, e nessuno capisce bene il
perchè???
Nel mondo esiste una ricchezza che dovrebbe essere redistribuita, ed invece è in
mano a poche persone, mentre qualche altro miliardo muore di fame. Si inquina il
mondo, ma nessuno tira fuori dal cilindro delle auto ad energia alternativa. Fra
pochi anni non ci sarà più acqua potabile, ma nessun governo fa leggi per la
tutela di questo importante prodotto della natura, che sgorga dalla terra,
gratis ed invece dobbiamo pagarla. Di questi esempi ne potrei fare a centinaia,
ma mi fermo qui.
I politici hanno dimostrato che non sono in grado di fare nulla, perchè
comandati e gestiti dalle multinazionali. , E' ARRIVATO IL TEMPO che le singole
persone facciano loro, che si assumano la responabilità di ciò che succede,
perchè se io so che la Nike sfrutta i bambini in india e nonostante ciò compro
un maglione della Nike, io sono co-responsabile dello sfruttamento dei bambini.
Quando ogni essere umano prenderà coscienza di questo, forse potremo migliorare
questo nostro mondo. Ben vengano le iniziative come quella di Roma e mi auguro
che questo sia solo l'inizio di una nuova era...
Nessuno contesta la bontà delle tue affermazioni ma il problema è un'altro: la
libertà di scelta. E scusate se è poco! Se puoi scegliere il maglione verde e
non quello rosso, è perché nel negozio trovi il maglione rosso, verde, bianco,
nero, blu, arancio,..... spetta a te la scelta (morale, politica, ecc.).
Differente è se nel negozio trovi solo il maglione verde...... perché quello
rosso te lo hanno tolto con qualsiasi motivazione.
Altro esempio: al supermercato dove acquisto ci sono vari prodotti tra cui
quelli del mercato equo e solidale. Spetta a me decidere cosa comprare e non al
direttore del supermercato impormi solo un prodotto. Sarà poi la legge del
mercato a modificare gli atteggiamenti delle multinazionali.
Altro esempio: al supermercato dove acquisto ci sono vari
prodotti tra cui quelli del mercato equo e solidale.
Ecco, nel mio supermercato non ci sono i prodotti del commercio equo: mi vieni a
fare una bella protesta impugnando questo fantomatico diritto del commerciante
di non poter vendere quello che gli pare per il bene della scelta? :-/
Non penso che il tuo commerciante venda tutti i prodotti di una sola marca... è
questo il senso della possibiltà di scelta.
Se invece vende i prodotti di una sola marca, chiamami ! ;-)
Ma che c'entra? Se volesse potrebbe farlo! Come esistono i punti vendita
esclusivamente Benetton, Ferrari, Prada, Swatch ecc. che vendono prodotti di un
solo brand. Ognuno vende quello che vuole, le libertà del commericante è nel
proporre, e a te di non andarci. Conosco molti punti vendita del commercio equo
e solidale che vendono SOLO prodotti di quel tipo.
Mi puoi venire a parlare della "corretteza" del'imporre una scelta in questo
modo, e io posso venirti a dire che la scelta non è tanto imposta (sai quanti
bar ci sarebbero stati che la Coca-Cola l'avrebbero distribuita contando solo
all'interno dell'ateneo?) e posso dirti che per merce di un certo tipo è giusto
che si creino oasi con concorrenza meno oppressiva, ma qui siamo
nell'opinabile.
Ma finché mi parli di questo fantomatico DOVERE del commerciante a DARE una
gamma di prodotti più o meno vasta mi devi proprio far vedere dove sta scritto.
Che poi veramente andiamo tanto in là col ragionamento quando il paradosso è
sotto il naso: i distributori Coca-Cola non hanno al loro interno sono prodotti
della stessa compagnia?
COCA-COLA, FANTA, SPRITE, NESTEA, BONAQUA, KINLEY, BEVERLY, MINUTE MAID,
POWERADE, ICE LEMON
E allora non era pure questa una imposizione o limitazione nella scelta secondo
il tuo ragionamento?
Non mi venire a dire che la democrazia e pluralità è nella diversità di gusti e
di bevande distribuite perché ovviamente anche il commercio equo e solidale
offre vari prodotti...
Ma hai letto quello che ho scritto in precedenza sul distributore ?
La mia domanda era perché non è stato chiesto a Coca -Cola di accollarsi le
spese del distributore permettendo un terzo dello spazio a prodotti equo e
solidali. Invece in un luogo pubblico si sono imposti solo prodotti di un certo
tipo (mi domando se sono state fatte gare, chi paga la macchinetta, ecc...)
Business is business! Figuarti se la Coca-Cola concederebbe degli spazi nei loro distributori ESCLUSIVI a prodotti concorrenti di qualunque tipo!
Però pensi che qualcuno abbia provato almeno a fare la proposta ? A partarla
avanti ?
La risposta è NO ed il motivo penso sia proprio indicato nell'indicazione di ale
del 15.03 alle ore 16.12.
Ma non è un motivo politico... è una richiesta talmente tanto assurda che non è
nemmeno pensabile.
Ma ti pare che la Cocacola lo permetta, l'addetto al distributore si mette a
cambiare i prodotti all'interno e vengono modificate le etichette sul menù per
la scelta...? Pure al livello contrattuale andrebbe contro quanto stipulato
all'inizio, dovrebbero rifare ad hoc il modulo del contratto... Come se a quelli
gliene fregasse qualcosa poi! Non perché è la compagnia Coca-Cola, ma qualunque
azienda ti direbbe: vuoi più prodotti? Cavoli tuoi, mettine un'altro
distributore oltre al mio. E se gli dici "guarda che il tuo allora lo tolgo" non
credo che il danno economico per la multinazionale sia lontanamente un
problema...
Ma come si fa a dire che non è una scelta politica?
La motivazione ( Violazione dei diritti umani) è politica.
La scelta dei prodotti sostitutivi ( Prodotti del commercio equo e solidale)è
politica.
Il comunicato del senato accademico utilizza un linguaggio politico di parte.
L'atto in se stesso è politico in quanto mirato a recare un danno d'immagine
,essendo il danno finanziario irrisorio per un'azienda di quel calibro.
Considerando che spesso i distributori automatici installati in queste comunità
sono di proprietà di piccole aziende che nulla hanno a che vedere con la
multinazionale presa di mira si capisce che tutta la vicenda è nata per
sollevare un gran polverone intorno ad un nome che , volente o nolente ,
identifica una nazione.
Ma è anche ridicolo , sopratutto per un senato accademico,il tentativo di punire
chi viola i diritti umani violando la nostra libertà di scelta.
Ridicolo o preoccupante , giudicate voi.
Che usare carta ricilata sia di destra o di sinistra così come usufruire del
commercio equo e solidale lo lascio dire a altri. Per me è solo buon senso e
sensibilità ecologica e filantropica.
Il danno d'immagine è venuto fuori dal polverone mediatico sollevatosi
successivamente.
L'uguaglianza Coca-Cola = America l'ho già detto che non appartiene seconde me è
strumentale per chi la notizia l'ha voluta costruire.
Che fare 10 passi per andare la bar dell'ateneo per prendere la bibita X invece
di trovarsela pure sul pianerottolo sia un attentato alla democrazia e alla
libertà di scelta lo trovo una esagerazione epocale, anzi un vittimismo
ingiustificato.
Che poi il vendere solo Y invece di pure X sia una violazione di democrazia
ancora non me lo avete dimostrato con alcuna citazione costituzionale o
legislativa.
Se così fosse, chissa quanti edifici in cui si vendono solo bibite del marchio
Coca-Cola lo stanno violando, eppure nessuno se ne preoccupa.
nei distributori automatici costa meno che al bar :D
per capire se è o no politica basta andare a vedere che lista studentesca ha
presentato la richiesta, io non cerco perchè mi pare tempo sprecato
luna11 è stata diretta centrando in pieno le motivazioni politiche (prima) e strumentali (dopo). Ergo, la scelta è una mera imposizione perché questo non è il modo di far riflettere le persone o di cambiare la loro sensibilità al problema (serio).
Allora quando vedi sul piano della tua facoltà distributori SOLO della CocaCola
ricordato che pure quella è una mera imposizione.
Ma nessuno si lamenta (purtroppo).
Alla fine ha prevalso il buon senso.
Ma che questa vicenda non avesse fini politici è difficile crederlo.
è politica la motivazione (violazione dei diritti umani)
è politico (e di parte)il linguaggio utilizzato
è politica (e di parte)persino la scelta dei prodotti sostitutivi(prodotti del
commercio equo e solidale)
è politico l'atto in se perche mirato a denigrare un marchio che, volente o
nolente , identifica una nazione e questo anche alla luce del fatto che la quasi
totalità dei distributori automatici installati nelle comunità sono di proprietà
di piccole aziende che con la multinazionale in questione non hanno niente da
spartire.
Sarebbe stato ridicolo inoltre il tentativo di punire chi viola dei diritti
umani violando la libertà di scelta degli studenti dell'università.
Ridicolo o preoccupante , fate voi.
Ho replicato ancora perchè non vedevo il mio intervento del 24.
Chiedo scusa.
Prova