Il cyberbullo è online. Dall'Australia il software per fermarlo
Software anti cyberbullo?
Dai bulli per strada passiamo ai cyberbulli, ovvero le stesse persone che agiscono però sul Web.
Dal rapporto del Progetto Daphne - ricerca realizzata dall'Unione europea in Italia, Spagna, Finlandia, Regno Unito e Bosnia Erzegovina - si viene a conoscenza che il bullismo è oggigiorno elettronico: i bulli utilizzano email, video, chat per colpire ben il 7,3% degli adolescenti collegati. La preferenza per l'utilizzo del Web come strumento di violenza è più che comprensibile per molti osservatori del fenomeno: il bullo infatti agirebbe con più "serenità" su Internet non avendo difronte il soggetto colpito e non essere così sottoposto a ripensamenti prima di compiere il gesto.
Il bullo, così come viene studiato e individuato, è un giovane (perlopiù maschio ma le femmine sono in crescita) colpito da problemi di varia natura, molti derivanti dall'educazione famigliare, altri dalla società e dagli amici a cui si accompagna: un soggetto quindi debole che colpisce perlopiù altre persone vittime di disagi. Il cyberbullo infatti sembra predilire i giovani omosessuali, discriminati per il solo fatto di essere tali.
Dall'Australia arriva la notizia della nascita di un software specifico integrato nei pc delle scuole: si tratta di un filtro di email sviluppato dalla NetBoxBlue.
Il software, Cyber Bullying Prevention Engine (Cbpe), è capace di identificare e gestire i messaggi di posta elettronica riconosciuti come creati da cyberbulli grazie ad una sorta di dizionario che scansiona la mail alla ricerca di terminologie volgari, offensive e minacciose. Tutte le mail contenenti tali termini vengono automaticamente inoltrate in una casella apposita, non facendo così pervenire il messaggio minatorio all'utente preso di mira.
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