DDoS, chi non paga è fuori
Per la prima volta parla un ricattato, mentre emerge che il grosso degli zombie si trova in Europa. C'è chi parla del bisogno di norme più severe.
Roma - Mattina, orario di lavoro: dentro l'ufficio, lo schermo del computer è acceso. Sulla videata, il client di posta elettronica avverte dell'arrivo d'un nuovo messaggio. Si rivolge ai vertici aziendali e proviene da un mittente ignoto: "Dateci 10.000 dollari oppure il vostro sito sarà inutilizzabile per le prossime 24 ore".
Scene di un crimine possibile. Già, perchè i tempi del brigantaggio sono lontani dall'essere un ricordo del passato. I briganti del 2005 a volte scelgono di usare la Rete, andando a caccia di chi può soddisfare un ricatto fondato su una tecnica stranota, quella del DDoS, l'attacco denial-of-service distribuito.
Gruppi di estorsori, in qualche caso accertato anche esponenti della criminalità organizzata russa, utilizzano botnet (ovvero network di computer controllati da remoto) per tenere sotto scacco siti e server aziendali. La minaccia con cui imbavagliare le vittime è l'equivalente dell'incendio doloso solitamente utilizzato dai malavitosi tradizionali: l'inquietante prospettiva di rimanere sconnessi dalla Rete. Che in termini pratici equivale a chiudere il bandone e subire gravi danni economici.
continua news tratta da punto-informatico.it
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