Le dichiarazioni dei redditi degli italiani sul web: è polemica
Le dichiarazioni dei redditi degli italiani sono sul web e sono accessibili da parte di chiunque. Non senza problemi tecnici.
Le dichiarazioni dei redditi degli italiani sono sul web e sono accessibili da parte di chiunque (almeno lo erano fino al primo pomeriggio di quest'oggi quando il Garante della Privacy ha intimato l'"alto là"). Per ciascun contribuente l'Agenzia delle Entrate riporta, oltre al nome e cognome, la data di nascita, la categoria prevalente di reddito, il codice attività (ove presente), il reddito imponibile, l'imposta netta applicata, il reddito d'impresa o di lavoro autonomo, il volume di affari ed, infine, il tipo di modello che è stato presentato.
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12 commenti a "Le dichiarazioni dei redditi degli italiani sul web: è polemica":
NON CONDIVIDO CHE I REDDITI DEGLI ITALIANI VENGO RESI PUBBLICI, ANCHE XCHE' IL
REDDITO INTERESSA SOLO AL FISCO, INVECE DI PERDERE TEMPO CON QUESTE
PUBBLICAZIONI VADA A FAR PAGARE LE TASSE A CHI NON LE PAGA!!! L'AGENZIA DELLE
ENTRATE A RESO PUBBLICO I REDDITI DEI CITTADINI VULDIRE CHE CONOSCE GLI
EVASORI!!!!!!!
Sul renderli pubblici in un paese come l'Italia qualche perplessità ce l'ho anche io. All'estero è cosa normale, ma troppe sono le differenze tra l'estero e l'Italia. È stata una mossa politica, ampiamente evidenziata dai giornali e, a mio parere, fatta contro Beppe Grillo, sul reddito del quale sono state scritte più righe che su tutto il resto che ha fatto. Come se poi guadagnare tanto fosse un delitto. Guadagni tanto, paghi tanto, quindi grazie! Peccato non averli potuti scaricare, mi avrebbe fatto piacere sapere quanto dichiarano i vari Mastella, De Lorenzo, Poggiolini, Buttiglione, Cuffaro, ecc... La non-lotta all'evasione è scelta esclusivamente politica, troppi piedi si andrebbero a pestare.
Chi paga le tasse non ha niente da nascondere.
Se guadagni tanto e paghi di conseguenza, non hai niente da nascondere.
Chi ha la coscienza sporca ha paura di far sapere quanto guadagna.
Del resto siamo o non siamo in Europa?
O lo siamo solo per quello che ci fa più comodo?
Per l'età pensionabile siamo in europa, ma per l'importo degli stipendi no?
penso che la pubblica gogna sia stata abolita da secoli!
visto che il gande successo del portale "italiano" ci costato 60 milioni
vorrei sapere quanto questo scherzo ci è costato ora
Tutto OK
Non è il fatto che tali dati sia pubblico che è motivo dell'accusa del garante.
Tali dati sono stati SEMPRE pubblici, per un anno, e a
disposizione di qualunque cittadino.
Prego, prima di commentare a sproposito, di andarsi a leggere il Dpr 600 del
1973 Articolo 69 comma 6:
http://www.dotconsul.it/N ...
600_73/DPR%20600_1973.htm
Quello che il garante contesta è il METODO DI DIFFUSIONE di tali dati, che
restano comunque pubblici ogni anno per un anno.
http://www.ilsole24ore.co ... 5108c&DocRulesView=Libero
Ottimo, Dylan, allora tocca definire il significato della parola "pubblico".
Una cosa è dire che ho diritto di accesso a dei dati, previa mia identificazione
presso un ufficio e seguendo una procedura ben definita.
Un'altra cosa è dire che basta digitare un nome su internet per avere accesso a
quei dati.
In tutti gli articoli (o quasi) che ho letto, e anche nei commenti qui postati,
mi pare si faccia riferimento al fatto di averli resi pubblici attraverso
internet, non al fatto che essi siano in qualche modo accessibili da parte di
chi lo voglia, al pari di moltissimi nostri dati sensibili presso i vari uffici
nazionali.
Grazie comunque per la precisazione, che però non mi pare cambi l'argomento del
contendere.
PS: i li
Non hai che confermato quanto ho detto. I dati sono e restano PUBBLICI nel senso
proprio del termine ma loro DIFFUSIONE è regolamentata in un certo modo.
Quindi il punto non è "chi paga le tasse non ha niente da nascondere" o "IL
REDDITO INTERESSA SOLO AL FISCO" o "sul renderli pubblici in un paese come
l'Italia".
Lo ribadisco: i dati sono SEMPRE stati pubblici. È l'accesso a tali dati che è
stato snaturato.
E come al solito chi scrive in un certo modo e chi legge senza informarsi dalla
notizia ha tratto fischi per fiaschi.
Allora, visto che sei molto pignolo, mi esprimerò meglio:
"il renderli pubblici in tale maniera in un paese come l'Italia".
Nello stato di fatto delle cose, almeno per quanto mi riguarda direttamente per
quanto scritto, questa tua seconda puntualizzazione appare quantomai faziosa,
oltre che poco gentile. Ti poni sempre come
Dylan-io-mi-informo-voi-non-leggete-mai-siete-quasi-dei-ca**oni.
Senza polemica, eh? Giusto un'osservazione. Se hai da riportare una notizia o
una precisazione fallo, ma potresti risparmiarci i tuoi apprezzamenti personali
su noi poveri mortali, sono fuori luogo e non mi pare la gente si rivolga a te
in tale modo.
Il fatto che i dati siano legalmente a disposizione del cittadino, ma
difficilmente raggiungibili, li rende di fatto quasi non pubblici, anche se lo
sono a tutti gli effetti. Esiste una regola, detta "stato di fatto", che prevale
anche sulla norma.
C'è molta differenza nelle due procedure di diffusione dei dati, tanta
differenza da stabilire quasi che prima erano non-pubblici, dopo diventano
pubblici.
Non venirmi a ripetere che la legge dice che..., lo so benissimo, ma i principi
servono a poco in Italia, contano di più i fatti. Siamo pieni zeppi di leggi e
leggine assolutamente inapplicabili.
È corretta la tua precisazione, ma, senza offesa, a volte parlando con te, mi
pare che tu vedi la vita vera come un programma di computer, dove il rapporto
causa-effetto viene regolato in ba
In Italia non funziona così, e aggiungo: purtroppo.
Prova ad avere qualche rapporto con "la giustizia", e a dover far valere tuoi
sacrosanti diritti, stabiliti per costituzione e per legge, poi vediamo se
continuerai a dire: le cose per legge stanno così, punto.
Capirai che le cose per alcuni stanno così, per altri no...
La mia critica non era riferita principalmente a te, ma dato che ti sei sentito
particolarmente toccato...
Siamo TUTTI "poveri mortali" ma c'è chi scrive senza informarsi e chi prima si
informa e poi scrive. Poi ognuna decida dove collocare se stesso e gli altri in
questa suddivisione.
Comunque mi era sembrato che qualcuno avesse impostato l'argomento sul nodo "è
lecito che si sappia il reddito altrui?" mentre ci tengo a precisare che non ha
nulla a che fare con la discussione.
Il nodo è che la modalità di pubblicazione sul web è:
1) diversa da quella attualmente prevista per legge
2) al contrario di essa dà la possibilità della conservazione dei dati a cui accedi
3) doveva essere sottoposta al vaglio del garante
4) può essere consultata anche dall'estero e per fini
diversi da quelli per cui erano stati diffusi
Questo vuol dire che se l'anno prossimo al cittadino italiano viene data una
procedura identificativa per accedere via web a un documento protetto da copia
(per quanto possibile) con gli stessi identici dati (del 2009) e al garante va
bene, fermo restando che i singoli cittadini dovranno utilizzare tali dati
secondo le leggi previste, nulla di quanto è stato fatto in questi giorni avarà
alcun motivo di scalpore, indignazione, polemica.
Ma questo nessuno lo dice, eppure è alla ba
Posso solo sottoscrivere quanto tu dici, come in effetti mi pare di aver sempre
fatto in questa news.
Non mi sono sentito particolarmente "toccato", ma non sto a fare "distinguo" su
quanto scrivi in ba
Comunque sono d'accordo su tutto, a parte che mi sento di continuare a difendere
la mia tesi che vede internet=pubblico e ufficio-preposto=non-pubblico.
Non la difenderei in un paese estero, tipo la Francia, ma in Italia purtroppo
sì.
So che non sarai d'accordo, ma non è mio interesse convincerti o avere il tuo
consenso.
Quanto alla democrazia, lasciamo perdere, andrei off-topic oltre misura, a
cominciare dal dire che in Italia non esiste e che un organo governativo del
calibro dell'agenzia dell'entrate si sia permesso di fare una cosa simile di sua
iniziativa (il che ne è poi palese dimostrazione!).
Alla faccia della democrazia e dei soldi che questa gente piglia per fare questo
lavoro.
Con gli esempi che abbiamo, pretendi anche che la gente si comporti in maniera
democraticamente evoluta, che si senta parte di uno "Stato", che non si senta
vessata e oltraggiata e che accetti che i propri
redditi vengano diffusi? E difatti non lo fa, e la strada per portarla a
ragionare in diverso modo è molto lunga: 3 generazioni. Almeno.
Sul sole24ore ci sono numerose liste di redditi di varie città, a questo punto sarebbe il caso di ripubblicarli tutti di nuovo per non discriminare i cittadini di alcune città rispetto agli altri.