Google perde la causa e Blogger rinuncia all'anonimato
La Corte Suprema di New York ha costretto Google a rivelare l'identità del blogger che ha insultato ripetutamente la modella canadese Liskula Cohen; la necessità di salvaguardare l'utente dal cyberbullismo ha avuto la precedenza sul diritto di anonimato.
Il diritto alla privacy su internet è uno dei cardini fondamentali dell'universo web, ma chi abusa in maniera scorretta e lesiva dell'anonimato che gli si concede potrebbe essere costretto dalla legge a svelare la sua identità ed assumersi le proprie responsabilità. La Corte Suprema di New York è riuscita infatti a piegare anche Google, che ha dovuto aprire le segrete della sua piattaforma Blogger per un caso di diffamazione.
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3 commenti a "Google perde la causa e Blogger rinuncia all'anonimato":
azz non ci si puó fidare piú neanche di google!
Mi pare una decisione corretta
Che significa non ci si può fidare neanche di google?
Mi sembra sacrosanto che se commetti un reato (e l'ingiuria e la diffamazione
sono reati) non ci sia diritto alla privacy che tenga. Anche perchè non è che
hanno perquisito una casa, hanno semplicemente ottenuto il nome di chi ha
scritto certe cose...
Secondo voi sarebbe un mondo più giusto o più ingiusto se si potesse insultare e
diffamare senza rischi solo perchè lo si fa via internet?