istella: un motore di ricerca italiano contro Google
Renato Soru, il fondatore di Tiscali, ha presentato istella, il nuovo motore di ricerca italiano che vuole contrapporsi allo strapotere di Google.
"Adesso abbiamo a che fare con dei monopoli, nel search e nel social networking. Mi inquieta che per muoversi nel web si debba essere legati a una sola società. Ma io penso che non esista un monopolio in grado di resistere per sempre. Prima o poi c'è l'opportunità per insidiarlo e prendersi qualche quota importante di mercato," ha dichiarato Soru alla conferenza stampa.
Mi trovo d'accordo con le parole di Soru, siamo di fronte a dei monopoli e mi fanno sempre più paura tutte le informazioni che continuo a fornire a Mountain View. Nonostante ciò penso che istella sarà un fallimento dal punto di vista del pubblico.
Il problema è che riproporre un motore di ricerca che di nuova aggiunge ben poco, nel 2013, non porta di certo utenti. Bing ci prova da anni, e nonostante i miliardi spesi per costruire il motore e il brand, Bing ha ancora una quota di mercato minima, anche se si vuole includere il traffico di Yahoo. Google gode di un'aurea dorata che fa scordare agli utenti che esistono altri motori di ricerca, anche quando questi possono offrire un servizio buono almeno quanto quello di Google.
Soru sostiene che "C'è la possibilità di confrontarsi con chi già c'è e fare impresa hi-tech: vogliamo creare lavoro e anche profitto per gli azionisti. Gli spazi ci sono." Ma gli spazi non ci sono, non per un clone almeno. Ce ne sarebbero per un motore di ricerca davvero innovativo. Per un motore di ricerca che sia nel 2013, ciò che Google fu nel 1998: un motore che portava a risultati davvero rilevanti.
Il mercato della ricerca, in Italia, vale €2 miliardi l'anno e Soru pensa che, accaparrandosene anche solo un 10% potrebbe migliorare il suo fatturato di €200 milioni. Anche ammettendo che riesca a obbligare tramite Tiscali convincere il 10% degli italiani a usare istella come pensa di monetizzarlo questo traffico? Vuole costruire istellaWords? O vuole terziarizzare la monetizzazione a Google stesso o a Bing? Dubito che gli inserzionisti verrebbero da Tiscali quando possono raggiungere il 90% del mercato con il solo Google. Se poi si andasse oltre oceano per la monetizzazione, beh, sarebbe proprio ironico, no?
"In questi due anni di lavoro abbiamo riannodato il filo interrotto nel 2000, quando abbandonammo il motore proprietario per mettere la search box di Google nel nostro portale in cambio di svariati milioni di euro. Quella fu una scelta sbagliata, una scelta buona soltanto per la trimestrale," ha continuato Soru. Io penso invece che la scelta giusta sia stata quella presa oltre un decennio fa. A meno che questa non sia solo una mossa per poter chiedere di più a Google.
"Istella è un modello di ricerca locale e partecipativo la cui crescita e il cui incremento costante di efficacia nella ricerca fonda le sue radici nella collaborazione dell'intero sistema, che mi auguro possa identificarne presto i vantaggi: comuni, editori, fondazioni, studenti, ricercatori, fotografi, geografi o semplicemente appassionati di contenuti particolari o possessori di un singolo libro orfano di diritti, hanno da oggi a disposizione un nuovo canale per valorizzare e condividere il proprio sapere," ha dichiarato Soru durante la presentazione, aggiungendo che istella potrà vantare i contenuti forniti in esclusiva dall'Istituto Treccani, dall'Agenzia Stampa LaPresse, dall'ICAR-SAN (Istituto Centrale per gli Archivi del Ministero dei Beni Culturali), dall'ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico del Ministero dei Beni Culturali), la Guida Monaci e Blom CGR (Compagnia Generale Riprese aeree). Interessante, ma non abbastanza da farmi smaettere di usare Google.
Ho provato a fare un piccolo esperimento per cercare l'immagine da usare per questo articolo: ho quindi cercato istella su istella (molto meta, lo so). Il risultato? Nemmeno un'immagine. Su Google, invece, a bizzeffe.
Voi che ne dite, Tiscali ha fatto bene a proporre istella? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.
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