Java rischia di diventare poco open source
In quello che potrebbe essere un duro colpo ad Android, il sistema operativo di Google, una giuria di San Francisco ha raggiunto un verdetto ieri con il quale formalizza le accuse verso il gigante dei motori di ricerca di aver violato le leggi sul copyright nell'uso delle API Java utilizzate per il sistema. Il verdetto è una vittoria parziale per Oracle, la parte lesa che ha accusato Google.
C'è da dire che la giuria non è riuscita a raggiungere un accordo su un secondo punto della causa, ovvero se fossero o meno valide le attenuanti di Google, che potrebbe aver utilizzato le API in maniera ragionevole. Google ha ovviamente preso spunto da questa indecisione per chiedere l'annullamento del verdetto.
Un portavoce di Google ha commentato il verdetto via mail "Apprezziamo gli sfozi della giuria e sappiamo che è sottile il confine tra uso corretto e violazione del copyright. Ma la vera questione è se queste API possano essere considerate o meno coperte da copyright e questo non lo deve decidere la corte. Ci attendiamo di uscire vincitori da questa causa con Oracle, su tutti i fronti."
Se il verdetto dovesse rimanere quello attuale, vorrebbe dire che Java potrebbe non essere poi tanto open source quanto lo si è sempre creduto e Oracle potrebbe quindi decidere di togliere Java dal pubblico dominio, almeno per quello che riguarda i dispositivi mobili. La vita pr gli sviluppatori potrebbe diventare davvero problematica. Java è un linguaggio di programmazione open source, ma questo verdetto rischia di creare confusione sull'uso di Java. In soldoni infatti significa che chiunque usi le API di Java ha bisogno di una licenza.
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