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Modena, il Comune risparmia un milione con l'open source

Condividi:         webmaster 4 25 Ottobre 10 @ 07:00 am

A Modena la macchina informatica del Comune risparmia oltre un milione di euro l'anno grazie all'open source, i prodotti non coperti da copyright che possono essere liberamente utilizzati e sviluppati.

Nella sala macchine del Settore sistemi informativi a farla da padrone sono i server Linux, il software non protetto da licenze a pagamento che può essere sviluppato e modificato a seconda dell'esigenze dell'ente. Il grande balzo in avanti è stata la sostituzione, avvenuta due anni fa, del calcolatore centrale della macchina comunale con un server con sistema operativo Linux, operazione che ha consentito al Comune di risparmiare 478 mila euro nel secondo semestre del 2008, oltre 730mila euro nel 2009 e oltre 810 mila nel 2010. Inoltre, è in corso una progressiva sostituzione di Microsoft Office con Open Office nelle 1600 postazioni pc all'interno del Comune. Il processo, che ha per ora interessato 1125 utenti, ha già consentito di risparmiare oltre 300 mila euro e sarà ultimato nel 2011, quando il risparmio sarà quantificabile in 400 mila euro.

"Per sostenere il personale nel cambiamento abbiamo aperto un apposito spazio nell'intranet aziendale e organizziamo numerosi corsi di formazione già seguiti da oltre 750 utenti", spiega l'assessore alle Risorse umane e strumentali del Comune di Modena, Marcella Nordi. "I prodotti Open Source, oltre a consentire rilevanti risparmi, offrono inoltre un livello ottimale di efficienza e funzionalità garantito dall'assistenza e dalla manutenzione svolta quasi interamente da personale interno", precisa l'assessore.

L'Amministrazione ha inoltre scelto di utilizzare il sistema di gestione documentale Open Alfresco per raccogliere e conservare tutti i documenti; in questa prima fase è il sistema è stato collegato al protocollo informatico e gestirà l'archivio paghe del personale e l'anagrafe degli immobili del Comune consentendo di risparmiare altri 30 mila euro.

Il primo utilizzo di tecnologie Open risale addirittura al 1995 con i servizi web e la posta elettronica della rete civica, ma è dal 2000 che l'Amministrazione comunale utilizza l'Open Source nel software di base come sistemi operativi, data base, applicativi web, sistemi di gestione delle autenticazioni. Nel luglio 2008 il calcolatore centrale, un Ibm con sistema operativo z/OS, è stato spento per lasciare posto al nuovo server Linux. In questi giorni, nella sala macchine del Comune, si è spento anche l'ultimo server Sun con sistema operativo Unix Solaris.
Il Comune sta valutando ora la possibilità di utilizzare software Open anche per sostituire le centrali telefoniche Telecom, il cui contratto di leasing scade a fine anno.

Dell'utilizzo dell'Open Source da parte dell'Amministrazione comunale si parla anche durante il Linux Day, la manifestazione promossa dall'assessorato alle Politiche giovanili e dedicata alla diffusione della cultura informatica del software libero, in programma oggi al dipartimento di Fisica dell'Università.



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4 commenti a "Modena, il Comune risparmia un milione con l'open source":
Kobe1024 Kobe1024 il 25 Ottobre 10 @ 17:47 pm

A Modena la macchina informatica del Comune risparmia oltre un milione
di euro l'anno grazie all'open source, i prodotti non coperti da
copyright
che possono essere liberamente utilizzati e sviluppati.


Informatevi meglio prima di scrivere certe assurdità. L'open source generalmente non offre prodotti non coperti da copyright, anzi. Il mantenimento dell'apertura del codice è nella maggior parte dei casi garantito dalla licenza GNU GPL che si basa sul concetto di copyleft, una curioso caso di copyright.
Non coperto da copyright vuol dire di pubblico dominio. Esiste anche software opensource di pubblico dominio, ma è una minoranza. Il kernel Linux è rilasciato sotto licenza GNU GPL.

zendune zendune il 28 Ottobre 10 @ 00:08 am

Traduco la tua frase : l'open source generalmente offre prodotti coperti da copyright. Interessante e..... cosa significa ? Nulla.

Un'applicazione è open source quando viene distribuita unitamente al suo codice sorgente, sia essa coperta da copyright (diritti d'autore) o no (e qui siamo in un campo con una miriade di licenze).

I tre colossi commerciali che fanno business con Linux sono Red Hat, Canonical (Ubuntu) e Novell (SUSE).
Dai codici sorgenti di Red Hat Linux Enterprise nasce CentOS (the Community ENTerprise Operating System) e non mi risulta che quest'ultima sia stata citata in giudizio per violazione dei diritti d'autore (copyright), anzi.
Da Ubuntu nascono un'infinità di distribuzioni ed OpenSUSE non ha nulla da invidiare alla sorella SUSE.
Senza parlare di OpenOffice...

Non coperto da copyright non significa di pubblico dominio, ma solo che non vi è certezza che qualcuno possa avanzare esclusivi diritti su di un bene. Infatti, dalla negazione del copyright, nascono una serie di "licenze" che cercano di tutelare vari interessi. Tra queste c'è la GPL che, invocata nel termine generico di GPL, può dir tutto e niente. Infatti, la stessa GPL ha diverse versioni con sfaccettature molto marcate sulla riutilizzabilità del codice sorgente.
Il kernel Linux, ad esempio, è rilasciato sotto GPL v2 poiché la versione 3 è stata giudicata da Torvalds troppo restrittiva.

Nel caso dell'articolo, è chiaro che il comune di Modena sia passato all'utilizzo di programmi, tra cui sistemi operativi Linux, rilasciati con codice sorgente aperto e non coperti da copyright.

Per concludere, su una cosa ti do ragione: "Informatevi meglio prima di scrivere certe assurdità."

Ivan Ivan il 03 Novembre 10 @ 18:06 pm

Bhe, in realtà quella frase qualcosa significa!

Forse quello che intendeva kobe è che parlare di assenza di copyright è assolutamente fuorviante.

Del resto la prima riga della GPL recita:
Copyright © 2007 Free Software Foundation, Inc. <http://fsf.org/>

La GPL è una licenza copyleft, non è assenza di copyright. Magari è solo un problema di intenderci sui termini, ma ti assicuro che dire "non coperti da copyright" non è il concetto esatto che sta dietro alle licenze copyleft e creative commons. Fa passare il termine che non esista alcuna tutela dei diritti.

Nel FreeSoftware non si tratta di casi di negazioni del diritto d'autore. L'autore il diritto lo detiene eccome e può farlo valere di fronte alla legge. La peculiarità è che invece di farlo valere per fare soldi da quei diritti, lo fa valere per mantenere la propria opera libera e fruibile a tutti

Griphon Griphon il 04 Novembre 10 @ 09:28 am

Invece di perdersi in copy qui, copy là, l'importante è che il comune risparmia soldi, il che ora come ora non è poco...
Se la cosa fosse applicata a livello nazionale sarebbero miliardi di euro di risparmi ma... l'ottusità ed il favoreggiamento di una sola parte dell'informatica sono predominanti.

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