Il Peer-to-Peer ha salvato Fiona Apple?
Il Peer-to-Peer ha salvato Fiona Apple?
Ad un anno di distanza dalla pubblicazione del suo terzo, tormentato album, ripercorriamo la strana storia che si cela dietro le vicende discografiche recenti di questa straordinaria artista d'oltreoceano. Una storia fatta di talento ribelle, burocrati musicali e, naturalmente, file sharing...
Con la celerità che mi contraddistingue, finalmente mi sono deciso a re-infilare nel lettore, dopo quasi un anno dall'acquisto, il CD contenente il terzo album della "sullen girl" newyorkese, quello Extraordinary Machine salito alla ribalta delle cronache del 2005 per la sua combattuta gestazione artistica e discografica.
Dopo aver ascoltato ancora l'album, e averlo confrontato con il bootleg che da tempo avevo fatto "mio" nella memoria come il vero, autentico Extraordinary Machine che doveva essere dato alle pubblicazioni, ho deciso con rinnovato vigore di riprendere in mano un articolo che probabilmente non avrei mai più portato a compimento…
Chi scrive, non è certo un mistero, è un appassionato sostenitore del Peer-to-Peer e della forza rivoluzionaria che questo fenomeno porta con sè. La capacità del file sharing di scardinare gli equilibri di potere preesistenti, il rinnovamento e l'innovazione dei tradizionali modelli di distribuzione dei contenuti in formato digitale (cinema, musica o letteratura che siano), sono tutte cose di cui abbiamo parlato e parleremo ancora in futuro.
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