Peer to peer: non solo musica
WASHINGTON (Reuters) Gli studenti universitari affamati di musica gratuita avranno anche reso famosi i programmi per lo scambio di file su Internet, ma oggi quei software vengono usati da tutti, dai cacciatori di telefonate a basso costo agli esploratori polari.
Persino l'industria discografica sta cambiando atteggiamento, e le etichette che da anni portano avanti battaglie legali contro il "peer-to-peer" permettono oggi usi legali di questa tecnologia.
"Non avrei mai immaginato che me lo avreste sentito dire, ma l'industria discografica è stata, in gran parte, alquanto collaborativa", ha detto Wayne Rosso, che sta per lanciare un servizio autorizzato chiamato Mashboxx (www.mashboxx.com) proprio mentre la Corte suprema degli Stati Uniti sta esaminando una causa per violazione di copyright contro Grokster, la sua vecchia società peer-to-peer.
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Un commento a "Peer to peer: non solo musica":
Dopo lo scambio di canzoni e i film ora si "scarica" anche la
televisione
I preferiti in America: 24, Stargate Atlantis, The Simpsons, e da noi il
pallone. Cambiamo i contenuti ma il concetto è uno solo. Che
il peer to peer, cioè la tecnologia che ha permesso la diffusione pulviscolare
prima di migliaia di brani musicali e poi dei film, sta toccando ora i programmi
televisivi. Quelli a pagamento. La notizia affiora sia in qualche ricerca
americana - quella condotta da Magna Global - che nel tam tam della rete. Nei
giorni scorsi ne ha scritto in italiano il blogger Mambro riportato da Giancarlo
Mola che conduce su Repubblica "Codice a barre".
Mambro ha parlato dell'ultimo grido nella rete, il programma "coolstreaming",
grazie al quale è possibile "prelevare" le partite gratis di calcio vendute
normalmente a pagamento. Come ciò sia possibile lo descrive il blogger e ancor
meglio lo fa il sito di Coolstreaming. Qui non staremo a spiegare le tecnicalità
di quella che rimane una operazione - per esprimersi in modo benevolo -
perlomeno discutibile.
continua news tratta
da repubblica.it