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Se il capo impone il tag

Condividi:         dany 29 Luglio 07 @ 13:00 pm

Se il capo impone il tag

Può un chip grande come un chicco di riso infiammare una polemica che ormai dura da diversi mesi in uno dei paesi più hi-tech della Terra? Certo che può. È ciò che sta avvenendo negli Stati Uniti dopo che due dipendenti della CityWatcher.com, impresa per la fornitura di sistemi di sorveglianza, hanno acconsentito, su richiesta dell'azienda, a farsi impiantare negli avambracci un minuscolo microchip munito di tag Rfid.

Il minuscolo dispositivo consente l'accesso ai caveau dove la società custodisce i suoi documenti riservati. Per fare scattare la serratura, basta passare il braccio taggato sotto un lettore disposto all'entrata della stanza blindata, e il gioco è fatto. “E' solo un modo per garantire più sicurezza, una tecnica avanzata al pari della scansione della retina o delle impronte digitali”, minimizza CityWatcher.com. Buona parte dell'opinione pubblica americana, però, non sembra esserne troppo convinta.

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