Siti e blog a rischio con la nuova legge sull'editoria
Siti e blog a rischio con la nuova legge sull'editoria
di Avv. Antonino Polimeni
In data 12 Ottobre 2007 il Governo ha formalmente approvato un disegno di legge che, oltre a mettere seriamente a rischio la libertà di espressione di pensiero e di idee sul web, rischia di intrappolare ogni forma di pubblicazione all’interno di complicati meccanismi burocratici, appesantiti inoltre da registrazioni, iscrizioni e tasse.
La stesura del disegno di legge è in realtà datata 3 agosto 2007, ed è evaporata nel caldo dell’estate, sfuggendo alla maggior parte degli “addetti ai lavori”, in quel periodo probabilmente in coda sulle autostrade verso le ferie.
Ma veniamo al dunque. Secondo il disegno di legge, tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione (ROC). Sin qui nulla di male. Ma soffermandosi più attentamente sulla lettura della normativa proposta dal Governo, l’occhio cade sulla definizione di “prodotto editoriale”, oggetto della regolamentazione proposta. Il combinato disposto degli artt. 1 e 5 fornisce infatti una definizione di “prodotto editoriale” che include qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, a prescindere dalla forma nella quale esso sia realizzato ed il mezzo attraverso cui venga diffuso. E, per fugare ogni speranza, aggiunge, inoltre, che l’esercizio dell’attività editoriale possa essere svolto anche in forma non imprenditoriale e per finalità non lucrative. In pratica: l’esatta descrizione del blog. Il blog, infatti, ha finalità informative, divulgative, o di intrattenimento ed ovviamente non ha scopo di lucro.
Probabilmente, in seguito alla messa in crisi dell’intera classe politica provocata dall’effetto-beppegrillo.it, sembrerebbe questo il primo tentativo in occidente di imbrigliare l’informazione sul web, unico mezzo di comunicazione realmente democratico dove chiunque ha la possibilità di “manifestare liberamente il proprio pensiero” (art.21 della Costituzione Italiana).
L’avvio al processo di assurda equiparazione tra direttore di testata giornalistica e semplice blogger, è stato dato in realtà da una sentenza del tribunale di Aosta che, nel 2006, ha applicato ad un blogger le norme sui reati commessi a mezzo stampa, con una decisione completamente ignorante della realtà sociale e delle evoluzioni del mondo delle telecomunicazioni.
La registrazione al ROC prevede una procedura lunga e dispendiosa, di certo lontana dai canoni di immediatezza e semplicità che solo il mezzo-internet è riuscito a dare alla società. Chiunque, anche senza essere dotato della minima competenza tecnica può realizzare un blog, e fornire il proprio piccolo contributo all’informazione globale. La ratio dell’iscrizione al ROC ci viene fornita dall’art. 7 del disegno di legge, che espressamente stabilisce che la suddetta registrazione rileva anche “ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa”. Tradotto: è necessario individuare i responsabili per eventuali diffamazioni e tali soggetti verranno individuati nei titolari del prodotto editoriale così come registrato al ROC.
In realtà, in Internet, nessuno è anonimo. Tutti i navigatori sono facilmente identificabili (almeno in Italia, che poi rappresenta l’ambito territoriale di applicazione della legge). Restano i soliti dubbi: se realizzo un blog su un server straniero viene considerato prodotto editoriale Italiano considerando il fatto che il requisito necessario per qualificare i prodotti editoriali italiani è la distribuzione in Italia ed un blog è invece accessibile da tutto il mondo (distribuito in tutto il mondo)?. Ed ancora: se un blog su server italiano fosse registrato da un cittadino straniero ed indirizzato solo all’informazione relativa alla società del proprio stato, sarebbe oggetto della presente normativa?
Probabilmente il concetto di informazione non ha più barriere, ed internet, lo diciamo ormai da anni, deve trovare una sua dimensione nel panorama legislativo, senza essere regolato come “appendice” di materie e fattispecie già esistenti (come, ad esempio, questa in esame che, nel preoccuparsi di regolare l’editoria in generale, non tiene conto delle esigenze e delle enormi diversità del mondo del web, complicando in tal modo la vita agli internauti).
Ciò che fa riflettere (o che fa ridere?), è la “dichiarazione di intenti” che l’art. 1 del presente disegno di legge fa espressamente, ponendo questa come finalità in nome della quale è stato scritto un simile atto. Vale la pena riportarne testualmente alcune parole. Comma 1: “La disciplina prevista dalla presente legge … ha per scopo la tutela e la promozione del principio del pluralismo dell’informazione affermato dall’articolo 21 della Costituzione e inteso come libertà di informare e diritto ad essere informati”. Comma 2: “Tale disciplina mira all’arricchimento della produzione e della circolazione dei prodotti editoriali”. Viene da chiedere: sono su candid camera?
Avv. Antonino Polimeni - www.studiopolimenicotroneo.it
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6 commenti a "Siti e blog a rischio con la nuova legge sull'editoria":
Maledetti...
Vedremo di batterci affinché non diventi legge, ma il solo fatto che sia stata
proposta è di una gravità assoluta. L'Italia e la Cina o la Corea sono
politicamente sorelle, alla faccia della "patria del diritto"!
Mi viene da dire che neanche Berlusconi sarebbe arrivato a tanto. Comunque di
sicuro non voterà contro...
Grazie per l'articolo estremamente interessante.
il testo di legge in questione è l'ennesima riprova di come ancora una
volta il legislatore italiano agisca nella totale ignoranza del media cui fa
riferimento, non è la prima ne, temo, l'ultima volta che ci si scontra su
tali incongruenze.
non voglio entrare in considerazioni inerenti le motivazioni di tale atto (hanno
voluto indirizzare il "problema" grillo o quant'altro), quindi
parto dall'assunto che non vi sia stato un intento censorio preventivo (al
doi la del giusto intento di evitare la diffamazione ed il possibile danno ad
esso associato)ma una semplice misconoscenza della materia.
Mi limito ad osservare alcuni motivi di perplessità super-partes (ovvero non di
natura politica).
ho, in riferimento al testo di legge, perplessità inerenti la lesione
dell'articolo 21 sul diritto alla libera espressione, lesione oggettiva, in
quanto tale regolamento di fatto impedisce l'uso di un media espressivo
senza fine di lucro ad un cittadino ...sarebbe come porre un vincolo censorio
agli stornelli romani in quanto spesso di contenuto satirico. è pur vero che
limitazioni alla libertà di espressione esistono nel nostro ordinamento (si
faccia, ad esempio, riferimento all'apologia di reato) ma, pur non
contestando il diritto di proteggere il cittadino da un reato, vincolare il
media e non il reato stesso (dal media indipendente), appare una forma
coercitiva indebita, in quanto colpisce anche chi di reato non si macchia. Tutto
sommato a questo punto varrebbe attribuire al vecchio reato di diffamazione a
mezzo stampa anche copertura su quest'area.
per altro ho forti perplessità di natura tecnologica su come sia possibile
effettuare un controllo su un privato cittadino che esponga il suo blog su un
server qualsiasi (anche italiano), salvo voler imporre, come in molti paesi ad
esempio del medio oriente, l'obbligo di tracking e proxy di tutte le
transazioni http da parte dei fornitori di connetività trasferendo a questi
ultimi la responsabilità civile e penale della violazione.
rimane lo sconforto di notare, ancora una volta, come venga trattato dal
legilatore in maniera miope il media tecnologico cui la legge dovrebbe
applicarsi e
questo vale sia sul diritto d'autore che sulla libera espressione.
A.
Siamo sotto dittatura e affinchè avremo questa classe politica ci dovremo aspettare il peggio.
Se volete dare un'occhiata, ho realizzato un video su questa
legge-vergogna, è la mia opinione in merito:
*** edit by ale
grazie alberto, hai già messo il link al tuo video in questa news come commento
;)
http://www.pc-facile.com/
... _giornalista_chiudi_blog/
I Politici hanno fatto una legge per Bloccare Beppe Grillo ci chiudono il Blog NON CE LIBERTA DI OPINIONE.Passate parola
l'articolo fa riflettere...la mobilitazione comincia dal web ma finisce in
politica, e a questi ignoranti digitali, va spiegato che il mezzo cambia anche i
contenuti, il modo di comunicarli e di apprendere...
A proposito di libertà di espressione:"la meritocrazia del web è forse
l'arma che fa più paura ai potenti"!?