Gli studenti vanno in tribunale contro RIAA
Undici "John Doe" della Oklahoma State University - OSU hanno finalmente un nome: la volontà di RIAA di venire a conoscenza delle identità nascoste dietro gli IP individuati sulle reti di file sharing accessibili dall'ateneo è stata infine esaudita. Ma non è stato facile per RIAA portare a casa il risultato. Anzi, ostacoli legali imprevisti si sono frapposti alla loro crociata legale.
Per evitare di consegnare quei nomi OSU le ha provate tutte, e così gli studenti, il cui avvocato ha sostenuto che le richieste dell'industria a mezzo tribunale, le cosiddette subpoena utilizzate per ottenere quei nominativi, erano di fatto illegittime. È stata messa in discussione anche la credibilità degli esperti assoldati da RIAA per perorare la propria causa, ma alla fine non c'è stato nulla da fare: il giudice ha confermato la correttezza della richiesta dei discografici, e l'università non ha potuto far altro che uniformarsi a tale decisione. Ma anche a questo punto, per le etichette è stato tutto fuorché facile ottenere la lista dei pirati: ricevuto l'ordine di spifferare i nomi a novembre scorso, OSU ha prima confermato che avrebbe comunicato i dati nello stesso mese, finendo poi per rimandare la trasmissione dei nominativi per svariati mesi, senza rispondere alle ripetute sollecitazioni degli avvocati RIAA...
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