Una tassa contro la pirateria
La proposta di un giornalista
Le case discografiche che da anni puntano il dito contro i sistemi Peer to Peer, considerati colpevoli per via dello scambio illegale di file musicali e video protetti copyright, dovrebbero cercare di cambiare il proprio modo di agire, smettere di perseguire gli utenti e trovare un modo per trasformare questi sistemi in potenti alleati. E’ questo il messaggio che Andrew Orlowski, giornalista tecnologico di “The Register”, ha voluto inviare ai responsabili delle major americane.
E la soluzione ai problemi del mondo della musica sembra esser lì, a pochi passi da loro. “Basta cercare di impedire il file sharing – ha detto Orlowski - iniziamo a prenderlo in considerazione. Cercate di recuperare i soldi in qualche altra maniera. Potrebbe essere una tassa, potrebbe essere un'imposta sulla bolletta del telefono oppure sulle connessioni a larga banda. Potrebbe anche essere una tassa sugli impianti stereo o una tassa sull'iPod”.
“Se riusciamo a ricompensare una piccola parte di quello che voi dite di perdere –commenta il giornalista - per meno di un pacchetto di patatine a settimana per ogni famiglia il problema della pirateria musicale scomparirebbe”. Orlowski, senza fare riferimento alla situazione italiana, che dal 2003 ha tassato sia i supporti ottici digitali che i dispositivi hardware e software per la masterizzazione, propone una "licenza volontaria” da far pagare agli utilizzatori di programmi di file sharing.
Basterebbero appena 5 dollari al mese che gli utenti potrebbero versare direttamente a Università, Internet service provider e distributori di software P2P. Alla proposta le associazioni musicali hanno risposto con un no secco. Secondo quanto dichiarato da una portavoce della IFPI, l’International Federation of the Phonographic Industry, “le strategie dell'industria musicale su Internet stanno funzionando e ci sono ottime notizie sul mercato della musica on-line legale”.
Il dibattito sembra comunque ancora aperto. Nel frattempo le case discografiche promettono battaglia nei confronti di tutti coloro che scaricheranno materiale protetto. In Francia un caso eclatante. Alexis, un insegnante di 28 anni, rischia fino a 3 anni di carcere e 300mila euro di multa per aver scaricato musica da Internet. L’uomo, per via del suo lavoro di musicista dilettante, passava il tempo a scaricare e non si accorgeva che l'occhio implacabile del gruppo specializzato di gendarmeria informatica lo stava spiando.
News tratta da Giornaletecnologico.it
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3 commenti a "Una tassa contro la pirateria":
A parte che come detto in Italia qualcuno ci ha già pensato, ma mi sembra una
cosa alquanto preoccupate che in uno paese "civile" cada il principio "innocente
fino a prova contraria". Pensiamo solo alle aziende o alle ditte che di
pirateria non si interessano, quanto possa pesare negativamente una tassa del
genere sui loro bilanci. A questo punto, non mi resta che aspettare prima o poi
una multa per eccesso di velocità che la polizia manderà regolarmente a tuti i
cittadini in quanto qualcuno si renderà conto che è impossibile multare tutti i
trasgressori.
Come ha già detto gente più importante di mè "non ci resta che piangere".
Sarebbe una "legislazione dell'illegalita". Cioè: siccome sappiamo che lo fate ed è illegale allora l'illecito non è multato per qualcuno ma tassato per tutti. Una specie di mega-indultino per tutti, reo-confessi e gente che non ha mai scaricato altro che la posta. Ma la gente quando fa queste proposte inserisce la spina del cervello?
come se nn lo sapessero da dove viene la fortuna della banda larga...