Tradimento online? Per gli avvocati è una prova
Un esercito di navigatori virtuali con il desiderio di chiacchierare, condividere sogni e fantasie cerca attraverso il computer ciò che non ha nella vita reale. Ma quando cerca l'amore o un diversivo alla noia del proprio rapporto coniugale, è normale?
Chattare è diventato un verbo di utilizzo comune e la chat è uno spazio frequentato più del bar sotto casa. Tutto ciò che prima dell'avvento dell'era tecnologica apparteneva alla sfera personale e individuale della costruzione di un amore, oggi può avvenire anche in una chat, un luogo decontestualizzato, un non luogo, in cui vige una comunicazione rapidissima, fatta di simboli, acronimi e parole monche.
Non è detto che lo scambio via chat si trasformi in un rapporto consumato: si può tradire anche solo con la mente. La verità è che però sempre più matrimoni vanno in crisi perché uno dei due ha trovato un cyber amore:
è un allarme sempre più frequente con il quale noi avvocati matrimonialisti ci confrontiamo sempre più spesso, dovendo reperire prove con modalità differenti da quelle della classica fotografia di amante e marito che si baciano in un ristorante, estratti conto di carte di credito, biglietti aerei per viaggi a cui la moglie non ha mai partecipato.
C'è Luigi uomo sposato con due figli iscritto a tre diversi social network che hanno la finalità di creare occasioni di incontro a sfondo "sentimentale"; Paolo che frequenta chat a numero chiuso dove si profilano incontri ad alto tasso erotico con vere e proprie dark room accessibili solo attraverso riservatissime password; Francesco, dirigente d'azienda, anch'egli sposato e con un figlio, che frequenta siti per incontri omosessuali e che si presenta agli altri utenti come creativo che lavora nel settore della moda...
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