Tv, blog, giornalismo: rivoluzione in corso

Nasce in America la prima tv fatta dagli spettatori. Inizia la nuova era della comunicazione.

I "geek" della rivoluzione tecnologica, si sa, a volte sono poco rispettosi verso gli anziani, e la televisione, che ha quasi 70 anni anche se tenta di sedurre con trucchi sempre nuovi, è il medium più sofferente per il disamore del giovanilismo elettronico. Ecco perché da qualche mese in Internet è esploso un vasto dibattito sulla post-tv, quella "cosa" che nel prossimo decennio riempirà di contenuti gli schermi al plasma facendo sembrare pleistocenico il broadcasting fin qui apparso.

L'idea della "cosa" nasce da una constatazione molto semplice. Vent'anni fa per realizzare qualsiasi tipo di prodotto televisivo (giornalismo, fiction o altro) ci volevano apparecchiature pesanti e costose, che nessun privato cittadino si sognava di comprarsi (per farsene cosa, poi?) e che solo un professionista sapeva far funzionare. Ora invece l'evoluzione tecnologica ha messo in mano ai ragazzi centinaia di videocamere digitali light, di semplice uso e dal costo molto ridotto.

Contemporaneamente, Internet ha offerto a questi ragazzi la possibilità di riversare il loro prodotto in un'infinità di nuovi canali, come i videoblog, siti fatti in casa a costo zero con cui mostrare al mondo i propri tecnofatti più o meno giornalistici. Finora, tuttavia, questi prodotti amatoriali sono rimasti per lo più nell'underground del file sharing e nel pianeta dei cosiddetti nanomedia, con rare incursioni - magari a scopo di rapina - da parte di qualche medium ufficiale più attento.

La dialettica tra i due mondi all'inizio è stata piuttosto scarsa: i blogger accusavano i main media di affrontare in modo goffo e conformista la realtà e di non capire il potenziale dei fermenti elettronici di base, considerandoli poco più che fuffa; per contro, i grandi media tendevano a snobbare i blog e i loro cugini più evoluti (moblog, videoblog, eccetera) dedicando loro sporadiche e svogliate inchieste stagionali, come se fossero banali fenomeni di cultura giovanile, tipo un nuovo cocktail o un ballo estivo.


continua news tratta da espressonline.it