Videogiochi a scuola, Italia ancora indietro
Videogiochi a scuola, Italia ancora indietro
Le simulazioni per uso didattico sono la nuova frontiera dell'informatica per la scuola, ma in Italia si preferiscono i cruciverba. Altri progetti illuminano la strada.
L'idea che un gioco possa essere uno strumento didattico non è nuova ma la dicitura "videogioco educativo" sembra ancora una contraddizione tanto a molti giocatori quanto alla grande maggioranza degli insegnanti italiani. Invece l'utilità di particolari giochi a scuola sta avendo molti riscontri positivi all'estero, soprattutto nei confronti di allievi definiti con elegante eufemismo "resistant to classroom education", resistenti all'istruzione in classe. Per certi versi l'Italia è stata all'avanguardia nella didattica multimediale (chi ricorda i Cd'Art, contenenti grandi raccolte di immagini di pittori famosi, distribuiti in edicola a metà degli anni '90?) ma la spinta sembra essersi esaurita negli ultimi anni: un paragone con quanto accade a New York ne costituisce l'esempio lampante...
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