Vint Cerf e lo sviluppo di Internet
Vint Cerf e lo sviluppo di Internet
Conoscete Vint Cerf? Ha parlato ieri all'apertura del forum mondiale per la Governance di Internet patrocinato dall'Onu ad Atene. Lui, riconosciuto come il "papà" di Internet. Dottore in matematica, Ph.D in Informatica, Dottorato onorario all'Università delle Isole Baleari, ETH in Svizzera, Capitol College, Gettysburg College, laurea Specialistica Honoris Causa in Ingegneria informatica... la carriera è tutta in ascesa; nel 1968 dà vita la progetto ARPANET, dal 1973 al 1978 la ricerca che sviluppò e collaudò i protocolli di comunicazione TCP/IP e la stessa rete Internet di oggi, nel 1983 passa alla MCI Corporation dove ricopre diverse cariche fino ad oggi senior vice president of Technology Strategy. Autore di diversi RFC e fondatore e presidente dell'ISOC.
Premi e riconoscimenti: Yuri Rubinsky Memorial Award e il Turing Award. Dal settembre del 2005 è stato assunto da Google con la carica di "Chief Internet Evangelist", capo-evangelista di Internet. Lavorerà sui protocolli VoIP e WiFi.
Ecco, adesso che avete un quadro più che completo vi racconto cos'ha detto nella giornata di ieri e di oggi.
Cerf si dice decisamente preoccupato per la questione orientale: in sostanza governi e enti internazionali vorrebbero imporre l'uso di lingue diverse da quelle occidentali nei domini dei siti Internet potendo così causare un collasso del sistema di indirizzamento della Rete. Lo stesso conferma però la disponibilità dell'ICANN al multilinguismo nella registrazione dei domini, ma nel contempo prende tempo: la traslazione dovrà essere attenta e ben pensata, è impossibile commettere il più piccolo errore nell'assimilare i nuovi caratteri al range attuale.
Ecco alcune sue dichiarazioni durante l'intervento: "La lingua è chiaramente un patrimonio e un orgoglio nazionale, ma i -nomi a dominio- sono solo dei simboli che ci aiutano a trovare i siti su Internet", sostiene l'inventore del protocollo originario della Rete. Il nocciolo del problema è l'uso dei caratteri non occidentali negli indirizzi Internet: al momento solo 37 di questi possono essere usati per definire il nome di un dominio".
"La mia preoccupazione è che si possa arrivare a scegliere all'improvviso un percorso differente da quello percorso dall'Icann in questi ultimi sei anni, con risultati che potrebbero non avere successo o determinare addirittura un crash di Internet".
"Si stà rivelando piuttosto complesso integrare questo grande set di caratteri nel sistema di navigazione della Rete in modo da garantirne la stabilità e la sicurezza, anche per le generazioni future".
"Gruppi specifici, tra cui la Cina, potrebbero essere propensi ad accettare un sistema che funziona in un Paese senza preoccuparsi che funzioni anche negli altri Paesi".
Troviamo quindi un Cerf che cerca la ragionevolezza e la cooperazione per un World Wide Web efficace e funzionale in tutto il pianeta terra.
Sul sito del La Stampa troverete il discorso di Cerf integrale in lingua inglese.
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