Guide: passo per passo
Due studi, eseguiti a distanza di pochi mesi, rivelano una situazione preoccupante.
Il primo è uno studio della American Management Association , secondo il quale le compagnie che svolgono un controllo attivo degli impiegati sono salite dal 45 per cento del 1998 al 75 per cento del 1999, mentre il controllo delle e-mail riguarda oggi quasi la metà delle aziende.
Che il problema sia importante lo dicono le cifre: nel 1999 in tutto il mondo sono stati spesi 62 milioni di dollari in software di monitoraggio e controllo di Internet. e, se la tendenza rimane questa, si salirà a 561 milioni nel 2005.
Il secondo studio è della Privacy Foundation (PF) , secondo il quale un terzo dei dipendenti americani che utilizzano computer e internet per lavoro viene monitorato, spiato, indagato dai propri superiori. Secondo gli esperti della PF, sono 14 milioni gli impiegati americani le cui e-mail e le cui attività internet sono continuamente sottoposte a monitoraggio. Un dato che supera di gran lunga quello di tutti gli altri paesi, visto che nel mondo la PF stima che siano complessivamente 27 milioni coloro che lavorano in queste condizioni.
Con questo rapporto, per la prima volta, si tenta di capire quale sia l'estensione e la "pesantezza" del monitoraggio effettuato sul luogo di lavoro, basandosi su quanto espresso dagli stessi lavoratori, e mettendo questi dati in relazione ai risultati di mercato ottenuti dalle case produttrici di software che realizzano i sistemi di monitoraggio. Il rapporto, spiega la PF in una nota, non si occupa tanto di analizzare i controlli casuali, quanto di verificare la presenza di monitoraggi continuativi.
Va detto, in ogni caso, che l'80 per cento dei dipendenti americani, secondo la PF, è soggetto a controlli casuali. Lo studio dimostra come, alle aziende, le attività di monitoraggio costino solo una decina di dollari l'anno per ciascun impiegato, un costo basso che si traduce in un aumento progressivo della quantità di lavoratori controllati. Secondo Andrew Schulman, esperto della PF, questi dati dimostrano come la direzione sia quella di controllare qualsiasi attività avvenga in ufficio o in azienda.
Schulman sostiene che questi programmi di controllo non differiscono "dal piazzare telecamere in qualsiasi posto uno vada". D'altra parte, conferma Schulman, le leggi americane consentono al datore di lavoro, laddove non sia espressamente affermato il contrario, di controllare tutto quello che fa l'impiegato dalla propria postazione di lavoro, e questo vale anche per le telefonate di lavoro, che possono essere soggette a monitoraggio senza preavviso.
Indice 1. Introduzione 2. Analisi del fenomeno 3. La normativa in Italia 4. Il problema della posta elettronica 5. La normativa in Francia 6. La normativa in Inghilterra 7. I garanti europei |
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