Linux avrà presto un certificato di controllo
È una news decisamente lunga, ma l'argomento è interessante e preso da diverse attendibili fonti.
Circa un anno fa Linus Torvalds lasciò il progetto Transmeta per entrare nel consorzio Open Source Development Labs, un gruppo di lavoro nato nel 2000 per iniziativa di IBM, HP, CA, Intel e NEC, con lo scopo di promuovere l'utilizzo enterprise di Linux.
Il periodo era piuttosto critico, in quanto SCO aveva iniziato la causa contro IBM per l'utilizzo illegale di porzioni di codice Unix nel kernel Linux.
La questione è nota, fino ala nausea, dirà qualcuno: per compensare le presunte violazioni di proprietà intellettuale, SCO chiedeva alle società utenti di Linux il pagamento di una licenza, allo scopo di regolarizzare la propria posizione e non rischiare di incorrere in sanzioni più pesanti.
La battaglia legale sembra destinata a durare ancora a lungo, anche se SCO appare sempre più isolata di fronte agli attacchi dei rivali, potenti e sempre più numerosi; solitamente da queste epocali battaglie escono ricchi, felici e vincenti i rispettivi avvocati.
Ora OSDL sembra intenzionato a richiedere una sorta di certificato di origine(DCO, Developer's Certificate of Origin) che assicurerebbe la provenienza open source del codice sorgente.
In pratica sarebbe lo sviluppatore in prima persona a prendersi la responsabilità di certificare quanto meno la sua buona fede nell'utilizzo di codice in regola con i requisiti dell'open source.
In questo modo non dovrebbero verificarsi ulteriori controversie sulla provenienza dei sorgenti e di questo dovrebbero beneficiare soprattutto le future versioni del kernel di Linux: l'ultima 2.6 è di fine 2003, la prossima dovrebbe essere disponibile entro un anno.
Il dubbio di dover essere costretti un giorno a sborsare dei soldi per l'uso di Linux potrebbe essere un deterrente di non poco conto per chi pensa di abbandonare Windows, magari proprio per motivazioni economiche. Per rimuovere questo ostacolo ODSL ha già stanziato in gennaio, 10 milioni di dollari per un fondo destinato alle spese legali delle imprese citate da SCO.
Qualcosa di simile ha fatto Sun includendo nel suo Java Desktop System 2, una tutela milionaria in caso di sentenza su violazioni di copyright, Proprietà Intellettuale ed altro.
Questa ulteriore mossa a tutela stavolta del codice sorgente e della sua bontà, garantita in prima persona dai programmatori, potrebbe risolvere definitivamente la contesa, sia pure in prospettiva futura e non certo con effetto retroattivo. L'introduzione del DCO dovrebbe avere inoltre una ripercussione favorevole più generale nei confronti di Linux, rendendo il processo di produzione del software e la relativa documentazione più trasparenti e più semplici da reperire e consultare, un segnale di ulteriore apertura che aumenterebbe la fiducia dei potenziali clienti.
In questo modo Linux dovrebe certificare la sua trasparenza attraverso un'assunzione di responsabilità da parte dei suoi stessi creatori. La soluzione potrebbe apparire un po' debole, se non addirittura un riconoscimento che qualcosa di quanto prospettato da SCO in sede legale sia anche potuto accadere, ma potrebbe rivelarsi vincente sul lungo termine, proprio per le garanzie di serietà richieste agli sviluppatori che si occupano del cuore del sistema Linux.
Maggiori informazioni su OSDL e sui partecipanti al consorzio in questa pagina.
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Un commento a "Linux avrà presto un certificato di controllo":
cioè praticamente se io compro linux 'certificato' SCO o chi per loro non può fare causa a me ma potrebbe prendersela solo con l'autore?