Bastano pochi euro per diventare un’altra persona
Una nuova inchiesta dell’Osservatorio Nazionale per la Sicurezza Informatica: su Internet con un piccolo investimento si può cambiare identità in poche mosse.
Sono finiti ormai i bei tempi dove l’hacker era visto quasi come una figura romantica della rete al lavoro per scoprire i bug della rete e di conseguenza migliorare la sicurezza. Ormai non passa giorno senza notizie di vere e proprie bande malavitose organizzate che usano internet per effettuare truffe a discapito di ignari utenti.
Il Security Operation Center di Yarix sicurezza informatica in collaborazione con l’Osservatorio per la Sicurezza Informatica ha scoperto numerosi siti, (di cui manterremo ovviamente l’anonimato per ovvie questioni di sicurezza) che permettono...
...continua la lettura di questa notizia.
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7 commenti a "Bastano pochi euro per diventare un’altra persona":
Mi meraviglio di come una rivista che si propone come "specializzata" nel
settore dell'informatica possa travisare il significato della parola
"hacker".
Andate a leggervi il significato.
Caro Matteo, approfittiamo del commento per rispondere in pubblico a questa
domanda che spesso abbiamo ricevuto anche in email.
Concordiamo in linea teorica con te sull'uso del termine, sebbene un cracker
abbia una componente hacker. Come dire...esistono hacker "buoni" e hacker
"cattivi", black o white, ma la componente di hacking è presente in
ambedue...quindi in qust'ottica l'errore non sarebbe nemmeno così evdente.
In ogni caso, anche assumendolo come errore, l'utilizzo del termine hacker è,
ovviamente, una convenzione linguistica, soprattutto in ambito giornalistico.
Convenzione come molte nella lingua italiana. Non riteniamo quindi un errore
l'utilizzo della parola nell'articolo ma piuttosto, appunto, l'utilizzo di una
convenzione. Utile in questo caso a rendere un concetto assimilabile ai più,
sicuramente un po' irritante per persone più "sul pezzo" come te, o con un
approccio "romantico" al mondo hacking, oppure un po' troppo "religioso"...
Ti ringraziamo comunque per il commento che ci ha permesso, una volta di più, di
esprimere su queto argomento una spiegazione abbastanza scontata ma che
sicuramente serve a spiegare meglio l'uso dei termini soprattutto in ambito
giornalistico.
...posto che di "hackers" qualcuno lo conosciamo, sia black or white...e mai
nessuno di questi "veri ed operativi" ci ha mai mosso una simil critica...
Lo Staff di DMO
www.datamanager.it
matteo, solo un nerd che crede di essere un hacker lui stesso taccerebbe di cattivo giornalismo una persona che usa questo termine "impropriamente". concordo con l'esponenete dello staff di dmo: il termine hacker è diventata una convenzione linguistica e dobbiamo accettarne l'uso imporoprio come lo accettiamo di altre parole usate impropriamente.
Un momento, se il significato di hacker ha raggiunto questo significato per convenzione, è merito di giornalisti(non solo italiani) e dei loro articoli che ne hanno fatto un uso improprio, poichè un po' ignoranti in materia (senza offesa per nessuno). Questo atteggiamento non è per niente corretto e se esso verrà perpetrato ancora a lungo, in futuro non molto lontano potremmo finire per parlare/scrivere tutti con le abbreviazioni da sms, dicendo "tanto è convenzione che sia così".
bene allora da domani alla radio per esempio sentiremo qualche giornalista
dire:
"la signora Rossi, mentre aspettava il BAS"
invece che
"la signora Rossi mentre aspettava il BUS"
la pronuncia corretta è BAS giusto? quindi dovrebbero dire così...e così per
molti altri termini, suoni ecc....
mi sembra un porsi contro la naturale evoluzione della lingua...
divagazione fuori argomento: scusa ma la pronuncia esatta (checchè ne dicano gli americani) è BUS perchè viene dal latino omnibus e non è una parola inglese
Già, stessa cosa si potrebbe dire per media (es. multimedia, mass media). Non puoi chiamare evoluzione della lingua, l'"ignorantizzazione" del popolo che ne fa uso.