Cnipa: pubbliche amm. devono avvicinarsi all'OS e costituire Community
Cnipa: pubbliche amministrazioni devono avvicinarsi all'OS e costituire Community
La conoscenza e l'approfondimento di progetti e soluzioni basate su tecnologie Free Software e Open Source sono gli obiettivi che si prefigge la prima fiera a livello nazionale organizzata a Rovigo, negli spazi espositivi del Censer, dal 26 al 28 settembre prossimi, su iniziativa di “Think Open”, un'Ati composta da quattro imprese locali dell'Ict (information & comunication technology).
Giovedì 27 protagonista sarà il CNIPA (Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione che opera per il Ministero dell'Innovazione e delle Tecnologie nella p.a.) che nell'ambito di una giornata di studio e conferenze sul tema dell'applicazione del software OS, illustrerà il lavoro dell'Osservatorio Nazionale Open Source e i compiti e gli obiettivi della nuova commissione istituita dal Ministero dell'Innovazione.
A parlarne sarà Vittorio Pagani, responsabile dell'Osservatorio, che nell'occasione plaude l'iniziativa rodigina come valido contributo per la sensibilizzazione e la promozione di questo strumento informatico innovativo.
"Purtroppo nelle pubbliche amministrazioni è ancora un mondo sconosciuto – spiega anticipando i contenuti della conferenza – o superficialmente conosciuto. Ci sono ancora molti malintesi da superare e una fiera come quella di Rovigo può contribuire a sciogliere ogni dubbio. Dai dati dell'Osservatorio però si registra un aumento dell'uso di Os, anche se il dato più incoraggiante è la sua crescente adozione all'interno di ogni singola PA: chi ha iniziato a “sperimentare” soluzioni OS, le adotta anche in contesti critici. Questo indica la bontà di alcune soluzioni comprendenti applicazioni/componenti OS. Le pubbliche amministrazioni, come anche il mercato più in generale, stanno considerando l'OS come un'opportunità e non una semplice alternativa tanto di innovazione quanto di business. Non è certo un caso che molte piccole e medie imprese italiane e molti big player (HP, Sun, Ibm, RedHat etc.) abbiano solidi modelli di business basati su un'offerta di servizi relativi a software OS."
Secondo Pagani dunque indispensabile per una maggiore diffusione dell'utilizzo dell'open source, così come disposto da una direttiva ministeriale, è fare cultura, "tanto che chiederemo al ministro Nicolai di mettere a disposizione fondi per un intervento di promozione in enti pubblici e università. Si tratta di un sistema operativo che nella pubblica amministrazione non dovrebbe interessare solo tecnici, ma coloro che hanno in mano i processi organizzativi dell'ente. L'open source potrebbe essere utilizzato per fascia di prodotti applicativi verticali, così da far funzionare la macchina amministrativa in modo più duttile e efficace. Il vantaggio di questo software è che, oltre al fatto che non serve comprare la licenza dei software, è modificabile a seconda delle esigenze e aggiornabile dalle community di riferimento. Con gli altri software delle grosse aziende come Ibm. Microsoft e Sun per esempio – continua Pagani - l'intervento “custom” è limitato al 20-30 per cento, mentre l'open source garantisce una perfetta organizzazione della p.a. senza vincoli informatici."
Importante è essere in possesso di standard aperti, modalità colloquiali note le cui specifiche sono a disposizione di tutti.
"L'utilizzo di standard aperti per la creazione di software è elemento fondamentale - anche sulla base del decreto legislativo 159 del 2006 che integra il Codice dell'Amministrazione digitale - per applicare il concetto di cooperazione e collaborazione tra enti. Tant'è vero che il Cnipa ci ha invitato, come Osservatorio, a organizzare un archivio degli standard aperti utilizzati da mettere a disposizione delle pubbliche amministrazioni."
Il consiglio quindi è quello di costituire una community su tematiche specifiche o su particolari servizi, apportando un'elevata conoscenza dei requisiti e demandando ad altri soggetti la realizzazione tecnica delle componenti. È addirittura al Cnipa che il ministero ha suggerito di creare una community inserendo pubbliche amministrazioni, università e almeno due fornitori che possano proporre progetti mirati open source da far poi condividere con tutti i soggetti che hanno aderito. Il costo in questo modo sarebbe notevolmente frazionato e ognuno potrebbe apportare il proprio bagaglio di conoscenze e di esigenze per la creazione del miglior prodotto software finalizzato direttamente alle p.a. e allo snellimento delle procedure e dei processi organizzativi.
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