Editoria anti innovativa, scuole poco connesse: fermi al palo i testi digit
Già nel 2008 Tremonti aveva stabilito la rivoluzione del testi scolastici dal 2011. Finora i principali editori hanno fatto pochissimo, anche per colpa della banda larga assente nelle classi. Ma cambiare è possibile.
Tagliare l'Iva sui contenuti digitali, standardizzare le piattaforme, aprire il dialogo con gli editori e dare alle scuole l'onore di fatturare gli acquisti dei testi. Dando per acquisita la connessione di tutte le aule e di tutti gli istituti. Questi gli aspetti da tenere in considerazione e a proposito dei quali è auspicabile un intervento, secondo il professore dell'Università Bicocca di Milano e consulente per l'innovazione del Miur Paolo Ferri. L'àmbito d'analisi è quello dell'editoria scolastica digitale, il decreto Crescita 2.0, da poco pubblicato in Gazzetta ufficiale, entra nel merito della questione imponendo l'adozione di libri di testo digitali o misti, digitale o cartaceo e contenuti interattivi acquistabili anche in Rete in formato disgiunto, a partire dall'anno scolastico 2013-2014...
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