Hacking design
Si appropria di un logo e lo reinterpreta online creando prodotti immaginari. Le sue vittime sono i marchi più noti: da Luis Vuitton alla Levi's. Il caso Ora-Ito
Quelli come lui sono considerati una sorta di criminali con alti poteri tecnologici. La definizione più sprezzante è hacker quella già più nobile è hacker design. Di chi stiamo parlando? Ora- Ito, graphic designer giovanissimo, classe '78, esploso nel mondo del web rielaborando prodotti immaginari e griffati con il logo dei più noti marchi.
Il signor Ora-Ito, che poi sta per Pasqual-ito Morabito (è francese), ha cominciato a farsi conoscere pubblicando le sue idee nel proprio sito personale, www.ora-ito.com, senza chiedere il permesso a nessuno, tanto meno alle aziende che copiava spudoratamente. Tutto ciò, naturalmente, a rischio di querele e totalmente incurante delle leggi che regolano il copyright. Diciamolo: un tarocco in piena regola. I suoi bersagli? I marchi più noti. A cominciare da Luis Vuitton, Bic, Levi's e Visa.
Ma Ora-Ito non è il solo rappresentante della categoria design-hacker nel mondo. Anzi. Il fenomeno sta dilagando e gli hacker, tanto temuti e altrettanto disprezzati, stanno acquistando punti. Tanto per dirne una è appena uscito in libreria "L'arte dell'hacking", il primo vero manuale che spiega le tecniche di hacking più diffuse, senza tralasciare alcun dettaglio tecnico. Partendo dal presupposto che conoscere i metodi di attacco può rappresentare un'arma in più di difesa, l'autore guida il lettore in un vero e proprio percorso d'iniziazione alle tecniche hacker.
continua news tratta da espressonline.it