Islanda, Costituzione 2.0 grazie al crowdsourcing
l'Islanda ha approvato la prima bozza della nuova Costituzione i cui principi sono stati concordati grazie al crowdsourcing e ai social network come Facebook e Twitter.
I social media si sono dimostrati di successo nel dare ai cittadini islandesi le chiavi del governo: per tutto lo scorso anno la nazione nordica ha usato Facebook, Twitter e altri siti per decidere insieme i punti della nuova costituzione e gli islandesi sembrano soddisfatti del risultato finale.
Sabato, l'Islanda ha istituito un referendum chiedendo ai propri cittadini di decidere se usare la bozza come linea guida per la nuova costituzione e il 66% ha votato sì. Solo metà dei 235.000 votanti ha partecipato al referendum, il numero è basso, ma questo non toglie nulla all'importanza dell'evento.
Nel 2008 la crisi finanziaria causò il collasso del sistema bancario islandese e fece cadere il precedente governo. Fu deciso che la Costituzione nazionale, preparata nel 1944 e modellata su quella delle vecchia madre patria danese, era antiquata e l'Islanda nominò 25 cittadini in un Consiglio Costituzionale il cui compito era aiutare a creare il nuovo documento.
"Credo che questa sia la prima volta che una Costituzione venga scritta avvalendosi di Internet", ha dichiarato Thorvaldur Gylfason, membro del Consiglio Costituzionale "L'opinione pubblica può così assistere alla nascita del nuovo documento. Stiamo seguendo un procedimento del tutto nuovo e molto diverso da quello tradizionale. Una volta i padri costituenti si rinchiudevano in un luogo appartato, privo di influssi esterni."
Il Consiglio ha usato Internet per raccogliere idee e suggerimenti dai cittadini e una prima bozza è stata resa pubblica online in Aprile del 2011. I cittadini hanno avuto la possibilità di commentare i vari articoli via Facebook, Twitter e anche YouTube.
Il documento deve ancora passare per il parlamento, prima di essere ratificato, con l'obiettivo di essere pronto per la primavera del 2013. È ancora incerto se tutto andrà a buon fine, ma è chiaro che i social media hanno iniettato una buona dose di trasparenza nel processo costituzionale. Il nuovo documento ha apportato vari cambiamenti alla direzione normalmente scelta dalle costituzioni più tradizionali. Forse il più significativo riguarda la proprietà privata: tutto ciò che non appartiene ai privati diventerà proprietà nazionale, così che i signori dell'industria ittica, delle telecomunicazioni e dell'industria energetica dovranno concedere all'Islanda ricompense finanziarie per lo sfruttamento delle risorse comuni.
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