Lulz Security attacca il Senato americano
Nemmeno il Senato degli Stati Uniti è stato immune dall'ondata di attacchi informatici dell'ultimo periodo. Durante lo scorso weekend il sito web dell'Istituzione americana è stato infatti oggetto di una violazione da parte di un collettivo che si fa chiamare Lulz Security.
Il gruppo ha postato un file contenete dati prelevati dal server del sito Senate.gov che non avrebbero dovuto essere in loro possesso. Non pare si tratti di chissà cosa: soltanto un file di configurazione per il sito principale del Senato, secondo quanto riportato dal Newswire del Dow Jones. Nessun dato sensibile sarebbe stato compromesso.
Un rappresentante ufficiale del Senato ha confermato che l'hack è stato realmente portato a termine, ma ha tenuto a precisare che il gruppo non ha ottenuto alcun accesso alle informazioni che sono protette dal firewall. "L'intruso non ha ottenuto accesso alla rete di comuter del Senato. Sebbene l'intrusione sia comunque un fatto sconveniente, essa non compromette la sicurezza della rete del Senato, dei suoi membri o dello staff."
Dal canto suo il gruppo ha detto che non gli "piace così tanto il governo statunitense", aggiungendo che "le loro navi sono deboli, le loro risate sono scarse ('their lulz are low') e i loro siti non sono così sicuri. Nel tentare di aiutarli a risolvere i loro problemi, abbiamo deciso di donargli qualche risata addizionale, sotto forma di un'altra vittoria da parte nostra ('owning them some more')".
Il gruppo ha chiuso il comunicato chiedendo: "…questo è un atto di guerra, signori? Problemi?" facendo riferimento al fatto che il Pentagono ha dichiarato di recente che avrebbe considerato ogni attacco informatico come un atto di guerra.
Vista la portata dell'attacco effettivo, non pare comunque che la cosa vada oltre un tentativo di mettersi in mostra e di sbeffeggiare l'istituzione.
LulzSec ha fatto ben altri risultati di recente, anche se contro target meno in vista rispetto al Senato americano: ha hackato e defacciato il sito della rete televisiva PBS in rappresaglia al modo in cui il programma documentario "Frontline" di PBS aveva rappresentato Wikileaks. Oltre a questo, il gruppo ha messo gli occhi, tra gli altri, su Sony e sull'FBI.
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