NASA: nucleare più sicuro dei carburanti fossili
Secondo uno studio effettuato da due ricercatori della NASA, l'utilizzo dell'energia nucleare, invece che di carburanti fossili, ha impedito la morte di oltre 1,8 milioni di persone per avvelenamento da inquinamento atmosferico e potrebbe salvare innumerevoli vite negli anni a venire. I ricercatori hanno anche scoperto che l'energia nucleare emette una quantità inferiore di gas responsabili per l'effetto serra.
I ricercatori hanno cercato tra le centinaia di studi effettuati per stimare il numero di morti causati per unità di energia prodotta tra il 1971 e il 2009. I calcoli hanno preso in considerazione tutti gli aspetti legati alla fonte, dall'estrazione all'utilizzo. Ad esempio, i dati hanno tenuto in considerazione la bronchite cronica dei minatori e le malattie causate dall'inquinamento atmosferico come il cancro ai polmoni. Allo stesso modo hanno stimato il numero di morti causati dal nucleare a 5.000 durante lo stesso periodo. Questo tiene in considerazione i casi di cancro, gli incidenti e le condizioni mediche dei lavoratori che operano nell'ambito dell'energia nucleare.
Paragonando queste due cifre, i ricercatori sono giunti a una differenza di 1,8 milioni.
Usando lo stesso approccio, hanno poi cercato di capire quale sarà l'impatto del nucleare fino al 2050. Se si smettesse di usare l'energia nucleare sostituendola col gas naturale, ci sarebbe un aumento di 420.000 morti nei prossimo quasi 40 anni. Se invece si passasse interamente al carbone, l'aumento di morti aumenterebbe a 7 milioni, hanno concluso i ricercatori.
Da tenere a mente che lo studio si è focalizzato interamente sulle morti, non sulle malattie a lunga decorrenza o altre condizioni che possono accorciare le vita. Gli scienziati non hanno inoltre tenuto conto dell'effetto delle morti causate dai cambiamenti del clima.
Come ultima cosa i ricercatori hanno cercato di capire l'impatto delle emissioni di gas inquinanti nell'atmosfera tra il 1971 e il 2009. Se, durante questo periodo, il nucleare fosse stato sostituito dal carbone, un ulteriore 64 giga tonnellate di carbonio sarebbero stati immessi nell'atmosfera terrestre. Effettuando questo calcolo in previsione delle prossime 4 decadi, sostituire il nucleare con i gas naturali o il carbone, porterebbe a un'ulteriore immissione tra le 80 e le 240 giga tonnellate di gas nell'atmosfera. Per capire l'impatto che questo avrebbe, gli studi attuali suggeriscono che, per mantenere stabile la quantità di carbonio nell'atmosfera, non possiamo emettere più di 500 giga tonnellate fino al 2050.
È difficile capire quanto sia attendibile questo studio e quanto sia stato invece voluto da un governo in preparazione a un annuncio sull'aumento delle attività legate all'energia nucleare, ma si tratta di uno studio, per cui tutti i dati sono a disposizione di chi abbia il tempo e gli strumenti per capire se le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori della NASA sono corrette.
Voi che ne dite, il nucleare è davvero il futuro? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.
- [12/07/12] E se il bosone non fosse l'Higgs?
- [14/06/04] I cani ci capiscono
8 commenti a "NASA: nucleare più sicuro dei carburanti fossili":
Non solo concordo, ma era una cosa che tra tecnici seri si diceva già. Se poi aggiungiamo i morti diretti ed indiretti, per danni all'ambiente, derivanti dall'idrolettrico, es. molte alluvioni nel 3° mondo, derivano dagli invasi e/o dalla loro gestione.Considerando che le energie alternative, di cui mi occupo dal 1973, possono essere solo integrative ma non sostitutive, ed anche loro hanno un notevole impatto ambientale.Si vede facilmente che è il nucleare la fonte energetica a minor danno ambientale e sull'uomo.
L'impatto di una fonte va valutato nel tempo, se si ragiona su un arco di 40 anni, è un arco troppo breve.Occorrerebbe paragonare il numero di centrali nucleari con il numero di impianti a carbone.Quante fughe radioattive ci sarebbero state?Impianti idroelettrici a rischio? Certo, se non vengono progettate correttamente, se si pensa al solo utile per chi le produce e se non si ascolta la natura (vedi il Vajont).Con l'eolico in sicilia producono più di quanto serve, non sarebbe utile fare un elettrodotto che porti energia in altre regioni?Occorre bloccare le lobby del petrolio e chi pensa ancora al nucleare. Anche perchè, di materiale nucleare ce n'e' per un centinaio d'anni, poi son solo scorie che inquinano per secoli. Riflettete. Occorre ripensare partendo dai consumi. Bisogna prima cercare di ridurli, poi trovare fonti a impatto zero. Quanto costa estrarre il gas con la fratturazione? oggi è economicamente fattibile, ma poi ha impatti ambientali terribili.
Dopo il disastro di Fukushima, la gente si è mostrata più interessata al
nucleare, più che altro per evitare di averne a che fare.
Nel mondo ci sono
443 centrali, presenti soprattutto in America, Europa, Asia, Africa (solo 2
centrali) e Oceania nessuna.
Nonostante il gran numero di centrali nucleari
presenti, l'energia prodotta da esse in molti Paesi risulta soltanto una piccola
percentuale, escludendo paesi come la Lituania, che ricava il 76% della sua
energia dalla vicine centrali dell'Ex Unione Sovietica, e la Francia che ne
ricava il 75%.
In America le 104 centrali presenti, producono circa il 20%
dell'energia , in Cina le 13 centrali producono neanche il 2%, basandosi molto
sul carbone e idroelettrico, come la Diga delle Tre Gole, che da sola produce il
3% dell'energia, cioè più delle 13 centrali nucleari messe insieme.
Nel mondo
il 16% dell'energia prodotta deriva dalle centrali nucleari.
Prima del
disastro di Fukushima, c'erano 62 centrali in costruzione e 324 in
progettazione.
Dei 192 Paesi presenti al mondo, l'energia nucleare viene
prodotta principalmente in una manciata di Paesi, basti pensare che il 75% della
produzione mondiale nucleare si concentra in appena 8 Paesi: Stati Uniti,
Francia, Giappone, Russia, Sud Corea, India, Regno Unito, Canada. Ma se le
attuali proposte andranno a buon fine, molti altri Paesi di aggiungeranno alla
lista.
Sono 11 i Paesi che non producono energia atomica, ma stanno
progettano di costruire o stanno già costruendo una centrale nucleare: Emirati
Arabi Uniti, Vietnam, Turchia, Polonia, Bielorussia, Bangladesh, Iran, Egitto,
Indonesia, Giordania, Kazakhstan.
In altri 8 Paesi è stato proposto di
costruirle: Israele, Italia, Nord Corea, Thailandia, Lituania, Cile,
Malesia.
Un Paese dove c'è una forte richiesta di nucleare è la Cina, dove
hanno proposto la costruzione di 110 centrali, di cui 27 già in costruzione. In
confronto negli Stati Uniti ne sono state proposte 23, ma solo 3 sono in
costruzione.
C'è da considerare che con la proliferazione del nucleare,
soprattutto i nuovi Paesi dovranno costruire stabilimenti per l'arricchimento
dell'uranio, e quindi sarà possibile realizzare materiale da utilizzare nelle
armi atomiche.
Altro questione che potrà solo aggravarsi è quella dei rifiuti
radioattivi da smaltire, prodotti in quantità enormi.
Chissà perché, questi studi che dimostrano quanto sicura sia una certa cosa,
saltano fuori quando l'impatto di un disastro comincia ad essere meno percepito
dalla gente.
Non ho elementi per contestare (o essere d'accordo) con le affermazioni di
questa gente.
Restano però veri svariati fatti incontrovertibili:
- la vita utile di una centrale nucleare non è infinita come si vuole far
credere, e pure le più moderne dopo qualche lustro vanno "spente".
- il costo reale per mettere in piedi una centrale - e farla funzionare in
sicurezza - è enorme. Se stanziassero una somma equivalente per approfondire le
ricerche su fonti rinnovabili o per incentivarne l'adozione, qualcosa
cambierebbe.
- gli interessi economici sono polarizzati o sul mantenimento delle fonti
fossili o sul nucleare. Non sembra esserci una lobby altrettanto potente ma
vocata ad altre cosa. Il motivo è logico: petrolio o uranio si possono
possedere, ma vento, sole e acqua no.
- con tutti i pazzi che ci sono nel mondo, pare ragionevole evitare di offrire
ai terroristi dei bersagli così "golosi"
- non è sensato costruire centrali in posizioni geologicamente o
territorialmente critiche. Zone sismiche o prossime al mare dovrebbero essere
evitate (vedi quel che è successo in Giappone). Questo limita fortemente la
possibilità di far proliferare queste centrali tanto da rendere
quell'elettricità la fonte di approvvigionamento primario.
infine
- non è stato mai risolto il problema delle scorie radioattive.
Per questi e altri motivi io continuo ad avversare la scelta di investire in
questa direzione.
Non dimentichiamoci quanto "fava" riesca ad essere l'uomo.
Sia nel progettare che nel costruire e nel gestire un qualsiasi progetto
complesso.
Lasciando da parte il comunque presente problema del budget (non si può
ragionare "a fondi infiniti", e quindi scegliere sempre la cosa migliore e più
sicura in assoluto) e quello dell'ingerenza politica o economica nelle scelte
tecniche, resta vero che alla base della maggior parte dei disastri c'è sempre
stato l'uomo.
Che abbia calcolato male la resistenza della parete di una diga o abbia
sottovalutato la segnalazione di un allarme oppure abbia agito in modo errato
durante un'emergenza, il risultato è che i danni sono spesso stati legati alle
scelte di un essere umano.
Ergo: meglio lasciare la possibilità di sbagliare su cose che non possono
produrre devastazioni allucinanti come l'atomo.
Anche oggi, dopo tutto il tempo che è successo il problema in Giappone ed il
fatto che non se ne parli più, laggiù hanno dei livelli radioattivi che vanno
ben oltre la soglia di sicurezza.
I risultati di questa prolungata esposizione non li vedremo prima di qualche
decina di anni, e non penso sarà un bel vedere...
Non entro in discussione con i detrattori dell'energia nucleare perché sarebbe
necessario un libro per argomentare seriamente tutti gli aspetti; dico solo che
i suddetti detrattori che hanno lasciato commenti all'articolo "NASA: nucleare più sicuro dei carburanti fossili" fanno molte
affermazioni che non sono giustificate dalla realtà dei fatti citati.
Segnalo, per una corretta disamina dell'argomento due libri molto obiettivi e
documentati:
Chicco Testa e Patrizia Feletig "Tornare al nucleare ? -
L'Italia, l'energia, l'ambiente" (2008; Nuova edizione aggiornata 2010)
B.C.Dalai editore (16 euro)
Gwyneth Cravens "Il nucleare salverà il mondo - La verità
nascosta su un'energia pulita" (2008) Mondadori (18,50 euro)
Non so se gli anti-nucleari avranno la voglia e la pazienza di leggerli perché
di solito essi si basano su informazioni molto parziali e non scientifiche, ma
solo tali da da loro ragione.
Comunque la mia segnalazione resta e vorrei proprio che sia seguita da chi, di
solito, parla senza saper bene di cosa parla.
Non sono un esperto del tema, mi limito a dire che non si possono prendere decisioni che coinvolgeranno e comprometteranno senza possibilità di replica la vita e i destini di innumerevoli generazioni a seguire. Non possiamo ipotecare noi il loro destino. Se il problema è alimentare il progresso 'consumista' a ritmi sempre più elevati forse è ora di ipotizzare un cambio di strategia che contempli anche la decelerazione, se necessaria.
Chicco Testa, radicale pentito sulla strada del consiglio di amministrazione dell'Enel di cui è diventato amministratore, è stato quel fantastico im...lle che in televisione ha reagito con arroganza classificando come assurde le preoccupazioni circa i possibili effetti del terremoto sulle centrali elettriche in Giappone. Dopo la fragorosa kkta in diretta tv è venuto lo tsunami, giusto per smentirlo, solo un pochino. Italiani di corta memoria: ma fatemi un piacere!
Il sig. Criogen si attacca a un'incauta affermazione di Chicco Testa (che peraltro non sono in grado né di confermare né di smentire) "giusto per smentirlo, solo un pochino": dice bene il sig. Criogen "solo un pochino". Per il resto, cioè per il tantino legga il suo libro e l'altro da me segnalati nel mio precedente commento e poi guardi al problema "nucleare" con una più ampia e documentata visione.