Open source e governi spioni
L'open source in Asia come mezzo di indipendenza tecnologica da Microsoft e dagli USA. Ma anche come strumento per attentare alla riservatezza dei cittadini.
Non c'è requie per il movimento free software/open source. Come in un immaginario risiko, sta guadagnando aree geografiche ad un ritmo stupefacente. Non da oggi, i governi asiatici hanno aumentato gli sforzi per promuovere lo sviluppo di software open, cercando l'indipendenza dal predominio di Microsoft e del suo sistema operativo Windows, sui desktop ed i server.
Il mercato del software open source cresce rapidamente in Giappone e Cina. In Giappone, ci si attende che tale mercato cresca del 20 % anno fino al 2008, quando avrà una quota di mercato del 17,8 % fra i sistemi operativi (era il 9 % nel 2003). Pechino, invece, stima la crescita in Cina al 46,7 % l'anno per i prossimi cinque anni.
In aprile, Corea, Giappone e Cina hanno raggiunto un accordo per sostenere congiuntamente lo sviluppo di un sistema operativo nel settore privato, e per stabilire standard armonici su quella piattaforma software. I protagonisti sono la coreana (del sud) Hancom Inc., la cinese Red Flag Linux Co. e la nipponica Miracle Linux Co., impegnate nel progetto denominato Asianux 2.0, un sistema operativo "open source compatibile" che sarà promosso come uno standard per i paesi dell'estremo oriente.
Proprio ieri i responsabili della società coreana hanno dichiarato di essere vicini al completamento del progetto, che sarà rilasciato con ogni probabilità a giugno di quest'anno. Vale a dire due mesi prima di quanto stabilito. "Entro giugno, Suse e Red Hat avranno un concorrente locale," ha detto un portavoce di Hancom.
La data di rilascio è stata anticipata in funzione dell'adozione da parte del governo coreano di NEIS, un gigantesco database progettato per catalogare informazioni private su studenti....
...continua la news tratta da Zeusnews.it
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