Il più grande attacco a Internet
In queste ultime settimane si è svolto quello che è considerato da tutti il più grande attacco a Internet mai reso pubblico. E non è ancora finito.
Il tutto è cominciato un paio di settimane fa quando Spamhaus ha aggiunto Cyberbunker alla sua personale lista degli spammer. Beh, forse non così personale: la lista di server che sono considerati spammer da Spamhaus è usata da praticamente tutti i principali ISP e gestori di servizi di email al mondo. Finirci sopra vuole quindi dire che un'email inviata da un server considerato spammer non verrà mai letta dal suo destinatario. Una lista piuttosto importante insomma!
Cyberbunker, dal canto suo, è un servizio di hosting olandese che si trova all'interno di un ex-bunker della NATO e che si vanta di offrire i suoi sertvizi a chiunque li voglia a patto che non si tratti di pornografia infantile o terrorismo. Negli anni Cyberbunker ha attratto una clientela di tutto disrispetto e il sito vanta persino di aver respinto un'incursione da parte dei corpi speciali olandesi.
Ci possiamo immaginare che un sacco di persone disoneste si siano ritrovate a non poter più mandare le loro email in cui offrono agli ignari cittadini comode opportunità di lavoro da casa in cui si guadagna €15,000 al mese, forniture di viagra che neanche Rocco Siffredi riuscirebbe a usare in una vita intera neanche se soffrisse di disfunzione erettile o email da parte di caterve di giovani donne bellissime che non vogliono altro che conoscerci.
Alcune di queste persone si sono così organizzate e hanno cercato di impedire che Spamhaus potesse essere raggiunto in modo che le sue liste (Spamhaus ne gestisce diverse) non potessero essere distribuite ai vari ISP o gestori di email (Microsoft, Google e Yahoo usano le liste di Spamhaus). Il problema è che il modo in cui hanno deciso di attaccare Spamhaus ha avuto ripercussioni su Internet in generale e molti utenti hanno notato un rallentamento nell'acceder ai siti.
Più nel dettaglio, gli attaccanti, hanno preso di mira i server DNS di Spamhaus con un attacco DDoS con un volume di fuoco pari a oltre 300 Gbit/secondo. Per farvi un esempio, quando un hacker attacca una delle principali banche mondiali usa una potenza di fuoco pari a 50 Gbit/secondo, mentre il precedente più grande attacco DDoS della storia era da 100 Gbit/secondo.
Le liste di Spamhaus sono però riconosciute come importanti da molte aziende e quindi sono stati in molti a venire in soccorso di Spamhaus. Aziende come Google, CloudFlare e Akamai (gli ultimi due sono nomi molto conosciuti agli addetti ai lavori) hanno tutte offerto hardware e specialisti per poter fronteggiare l'attacco.
Da notare che nonostante l'attacco non sia ancora terminato, il sito di Spamhaus non è mai risultato irraggiungibile.
Voi che ne dite Spamhaus reggerà? Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti.
- [20/06/10] Spamhaus condannata per aver bloccato email lecite
- [26/05/07] Possiamo dire addio allo spam?
- [05/06/06] Come inviare fax gratis
- [24/03/06] PhpBB SpamBot: prossimo attacco?
- [29/08/03] Spammer contro tutti
3 commenti a "Il più grande attacco a Internet":
Bel post!
Grazie per la diffusione di questo mini articolo.
Esiste la possibilità che non se ne venga a sapere nulla dai mezzi di
informazione tradizionali.
Personalmente trovo che lo spam sia una vera piaga e che l'attività di Spamhaus
vada nel verso giusto.
Non ho dati per poter affermare che vi sia stata una lotta tra poteri forti
istituzionali e un coagulo di anarchici del web ma, all'apparenza, così
sembrerebbe, leggendo l'articolo.
Visitando sporadicamente il 'deep web' mi sono accorto che alle volte si tenta
di spacciare come libertà di informazione attività che in realtà sono puro
crimine.
Sarebbe interessante leggere articoli che delimitino i confini di certe lucrose
attività della nuova economia sul cavo.
Tutte, senza distinzione. Girano troppi soldi e troppi interessi ed è inportante
che gli utenti della rete possano scegliere chi premiare e chi evitare.
A mio avviso, si potrebbero evitare o per lo meno ridurre, questi attacchi chiedendo un piccolo obolo per la trasmissioni di e-mail e uno ancora più "misero" per gli accessi ai siti.Un paio di centesimi sarebbero poco per gli utenti che utilizzano il mezzo con serietà.Gli spammer dovranno poi trovare gli sponsor facoltosi per perseguire i loro scopi.