Si fa presto a chiamarlo "taxi"
Si fa presto a chiamarlo "taxi"
Caro vecchio cab londinese addio! Forse è ancora un po’ presto per mandarlo in pensione ma in un futuro non troppo lontano potrebbe essere soppiantato da quello che, per ora, è solo un prototipo virtuale, progettato e realizzato dai ricercatori del Politecnico Stadia con l’Università delle Arti e del Design di Helsinki. Il concetto di base da cui è partito il lavoro del team è la comodità per chi viene trasportato e, soprattutto, del conducente. Lo spazio all’interno del "CityCab" è modulare e organizzabile a secondo delle esigenze del passeggero: il pianale piatto si può abbassare grazie alle sospensioni pneumatiche in modo da agevolare la salita a bordo dei disabili con carrozzina o dei bambini con passeggino. Il posto vicino al guidatore scompare per trasformarsi in bagagliaio o piano di appoggio per il lettore delle carte di credito per esempio.
Il taxi del futuro, infatti, ha tutti gli “optional di serie”, dal Gps al vivavoce passando per il design degli interni: vetri fumè e 5 sedili girevoli ergonomici, foderati in pelle. Anche se le dimensioni (4,4 metri di lunghezza per 1,9 di altezza e di larghezza) non gli consentono di intrufolarsi nelle stradine, risulta comunque molto maneggevole, grazie alle ruote “sterzanti” che permettono di girare anche in uno spazio di meno di 7 metri di diametro. Il vero valore aggiunto e l’estrema leggerezza, dovuta alla fibra di carbonio di cui è fatta la carrozzeria, che garantisce un peso pari a un terzo delle auto tradizionali ma la medesima resistenza (il crash test è stato simulato al computer). La linea “light” (il veicolo pesa circa 1550 kg) consente di ridurre al minimo i consumi, con vantaggio per il portafogli ma anche per l’ambiente.
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