A proteggere il Mantegna pensa la teca invisibile
A proteggere il Mantegna pensa la teca invisibile
Avete presente Il "Cristo morto", l’assoluto capolavoro di Andrea Mantenga? Si tratta di un dipinto che deve la sua celebrità alla maestria dello scorcio del corpo esangue, con cui il pittore ha creato una straordinaria sintesi di artificio prospettico, verismo anatomico, finezze cromatiche e disegnative. Lo spettatore che lo osserva, si trova al cospetto del defunto dalla parte dei piedi e l'artista, per dare rilievo adeguato al volto, ha violato le stesse leggi prospettiche come si trattasse di una ripresa da lontano con il teleobiettivo, riducendo dimensionalmente la metà inferiore del morto. E’ un capolavoro nel quale l’impatto con lo spento vigore del corpo statuario, si combina con la disperazione degli astanti, riuscendo a catapultare il pubblico negli attimi infiniti in cui si prepara la sepoltura dell’uomo disteso.
Facile dunque intuire perché un'opera di tale valore e unicità vada preservata da furti, erosione del tempo e vandalismi. E in questo la tecnologia è amica dell’arte: con un intervento di museotecnica e di conservazione preventiva altamente innovativoè stata infatti sviluppata una teca "invisibile" che protegge il dipinto.
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