Quattro minuti in rete per infettare XP
Quattro minuti online bastano per infettare un PC. La società di marketing e design californiana Avantgarde e il popolare quotidiano USA Today hanno incaricato il celebre Kevin Mitnick e l'informatico Ryan Russell di collegare a Internet per due settimane sei piattaforme informatiche fra le più comuni, nella configurazione standard impostata dal produttore, per vedere quale avrebbe resistito meglio all'ondata di attacchi che colpisce silenziosamente ogni computer connesso alla Rete.
I risultati sono molto educativi. Windows XP con il Service Pack 1 (e senza il più recente e controverso Service Pack 2, quindi una configurazione non molto aggiornata ma assai diffusa) ha resistito appunto quattro minuti.
Windows Small Business Server 2003 se l'è cavata meglio, reggendo ben (si fa per dire) otto ore.
E' interessante notare che basta molto poco per rendere assai meno vulnerabile un PC Windows: XP con Service Pack 1 e Zone Alarm 5.1 ha resistito indenne per le due settimane dell'esperimento. Lo stesso vale per XP con SP2 nella configurazione di default.
Mac OS X, nella versione 10.3.5, e Linux, nella distribuzione Linspire, se la sono cavata altrettanto egregiamente, restando intatti. Il conteggio degli attacchi è risultato ex aequo fra XP SP1 e Mac OS X, con circa 138.000 tentativi di intrusione a testa. Linux, invece, si è attirato soltanto 795 tentativi, pari allo 0,26% degli oltre trecentomila subiti dalle macchine-esca di Avantgarde.
Nel considerare le implicazioni di queste cifre bisogna fare attenzione al tipo di aggressione studiata dal test. Questa vera e propria gragnuola di trecentomila attacchi è costituita per la stragrande maggioranza da attacchi automatizzati, tentati a casaccio contro qualsiasi computer raggiungibile in Rete nella speranza di trovarne qualcuno vulnerabile. Inoltre non risulta che i computer siano stati utilizzati da qualche utente durante le due settimane del test, per esempio per ricevere posta o navigare nel Web, per cui è stato escluso dall'esperimento un fattore molto importante: l'utente, che con i suoi comportamenti spesso inconsapevolmente a rischio è prezioso alleato involontario degli aggressori.
Inoltre la sostanziale parità del numero di attacchi contro Windows XP e Mac OS X non deve far pensare a una smentita della teoria secondo la quale il Mac sarebbe meno vulnerabile perché meno bersagliato: gli attacchi, infatti, erano quasi tutti basati su falle di Windows, per cui non hanno messo alla prova significativamente la robustezza di Mac OS X e Linux.
In realtà la distribuzione del numero di attacchi rivela un fatto molto importante: secondo i risultati del test, nella configurazione di default Mac OS X non occulta completamente la propria presenza in Rete e quindi si attira molti più attacchi rispetto a Linux, perché il sistema operativo Apple risponde ai ping ICMP usati dai programmi automatici che cercano bersagli da aggredire; Linux no.
Al di là delle analisi tecniche, comunque, forse l'aspetto più degno di risalto di questo test non è la robustezza relativa dei vari sistemi operativi, ma il fatto che sia stato commissionato da quello che in Italia sarebbe un giornale popolare, scritto per un pubblico di massa, non per gli informatici. Attendiamo (con poca speranza) che i quotidiani nostrani imparino la lezione.
Fonte: Zeusnews
Documento di Riferimento: http://www.avantgarde.com/xxxxttln.pdf
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Un commento a "Quattro minuti in rete per infettare XP":
4 minuti con il SP1? Facciamo progressi! Io la prima volta che mi sono connesso con la prima versione di XP ci ho messo 3 minuti per essere infettato dal Blaster mentre stavo andando sul sito Microsoft proprio per scaricare la patch anti-worm...