Una sentenza assolve i siti P2p
Il Tribunale di Roma, a seguito di un'indagine svolta contro ignoti, ha stabilito che i siti di condivisione - beashare.com, emuleitalia.net, bittorrent.com. - non commettono reato.
Il Gip assolve i siti, non lo scambio di file protetti da copyright ad opera dei singoli utenti, quest'ultima azione resta reato per chi lo compie.
Lo scambio avviene tra utenti finali, senza l'intermediazione da parte dei siti, quindi questi non commettono reato.
Nella sentenza si può leggere, inoltre:
"Mancando una legislazione ad hoc .... non appare possibile in questa sede dare rilevanza ad un fenomeno assai diffuso che non può essere messo sotto accusa ed avente accertamenti quasi impossibili da fare", si legge nella sentenza che chiude il procedimento.
Il Pm ha richiesto l'archiviazione del caso.
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Un commento a "Una sentenza assolve i siti P2p":
Strano comportamento in Italia, da un lato si cerca di vietare le
intercettazioni telefoniche, se queste riguardano gli intrallazzi di Berlusconi
e quelli come lui, dall'altro le si incrementa se riguardano tutti gli altri
utenti, le persone normali che proprio essendo normali possono tranquillamente
essere definiti cyber criminali, (vedi scambiatori p2p).Speriamo vada avanti la
proposta di Maroni (ma non facciamoci illusioni!).