Siae si apre al copyleft
Siae si apre al copyleft
Avviato progetto pilota per riconoscimento delle licenze Creative Commons.
La Siae intende studiare a fondo tutte le implicazioni delle licenze generali pubbliche di diritto d'autore con alcuni diritti riservati in uso nel settore musicale.
Lo studio prevede diverse fasi: per approfondire il concetto di uso commerciale, non commerciale e promozionale dell'opera; per definire le modalità di distribuzione dell'opera e le pubbliche esecuzioni consentite; per verificare la possibilità di gestire forme alternative al mandato generale che l'autore conferisce alla Siae per la gestione collettiva dei suoi diritti e per approfondire gli strumenti tecnico informatici per assicurare la trasparenza della titolarità dei diritti di utilizzazione economica.
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2 commenti a "Siae si apre al copyleft":
Per i motivi che si possono capire dai miei altri commenti effettuati in
precedenti post, di questo sito, al riguardo della siae, non ho alcuna fiducia
in tale siae, anzi mi preoccupa il suo interessamento alle licenze copyleft e
non a caso. Sono decisamente Prevenuto! e non me ne vergogno affatto!
Tanto per cominciare, nel remoto passato le varie Siae, quella italiana
compresa, ostacolarono tenacemente chiunque volesse i vari copyleft. Pur essendo
poco informato sul copyleft, ricordo che i primi, open-source, per fare un
esempio, dovettero dare durissima (rimarco durissima) battaglia contro le varie
siaEs, per farsi riconoscere legalmente.
Attualmente sempre più gente si sta interessando ai copyleft, prendendo
coscienza delle ingiustizie di organizzazioni che, come la Siae, nel nome del
"diritto d'autore" in realtà impongono leggi e regolamenti che
negano di fatto in pratica i fondamentali principi dello stesso "Diritto
D'Autore".
Sempre più gente sta cominciando a snobbare la Siae, e sta cominciando ad
istruirsi anche sulle legislazioni attuative al proposito. Già prevedo
mistificazioni, depistamenti, perdite di tempo che Siae attuerà contro chi
invece già da tempo addietro sta lavorando per migliorare i vari copyleft.
Togliamogli ogni monopolio legislativo, per favore, ingnoriamola e che ognuno
segua la strada intrapresa senza paternalismi (Paternalismo = la peggior forma
di razzismo contro i meno agiati del mondo). Per capire questa mia durezza
giustificata, guardate i miei commenti fatti ai precedenti articoli: "La
Siae pensa di tassare Internet", "Italia, no agli acquisti Siae a
marzo", "Intervista a Mario Pisetti, Presidente Asmi",
"Spring Master operazione antipirateria a Roma".
Un'aggiunta importante al mio precedente commento.
Non si può dare fiducia ne considerare la Siae che invece va assolutamente
ignorata e lasciata fuori da chi seriamente voglia interessararsi a costruire
licenze copylefts per i semplici seguenti motivi.
- 1 - Siae ha imposto (ora anche a livello europeo) il noto pesante pedaggio
"(Dis)equo(Scom)penso sui SupportiVergini da reato e si ostina ad imporre
un pedaggio sulle nostre libere comunicazioni via Web ; quindi (ostacolandolo
economicamente) Di-Fatto-HA-GIA'-VIOLATO un NaturaleCopyleft* (oltre che
aver in tal modo Negato in pratica i fondamenti del principio del "Diritto
D'Autore) e SE NON TOGLIE TALI PEDAGGI STA CONTINUANDO A VIOLARE I PRINCIPI
DEL COPYLEFT.
- * nota: per "NaturaleCopyleft" intendo la spontanea gratuita
distribuzione che molti autori, sia di arte che di software, effettuavano, allo
scopo di farsi conoscere, ancor prima dell'uscita del "CopyLeft"
(molti di questi venivano puniti già ancor prima dell'uscita del
DisEquoScompenso). I vari "CopyLeft" infatti vennero ideati per
consetire tale distribuzione spontanea e spesso gratuita.
- 2- Ricordo che Non tutti i CopyLefts vogliono necessariamente dire gratuito
ma che alcuni prescrivono solo semplicemente la libera utilizzazione
dell'originale o prescrivono altro (informatevi sulle licenze opensource e
GNU per esempio). Ebbene attenzione alla l'ostinazione Siae, per esempio, a
voler sottilineare, ciò che è profit da non-profit, eccetera. Ebbene, chi fino
ad oggi voglia vendere un suo prodotto, seppur non copiato ne stimolato da un
iscritto Siae o da altri, deve pagare, oltre al DisEquoScompenso, un ulteriore
apposito ingiusto bollino intascabile dalla Siae (da non confondere col il
diverso altro, invece giustificato, bollino applicato ai prodotti che già
contengono un prodotto di un iscritto Siae); ma in tal caso costui dovrebbe in
teoria pagare le sole vere tasse che pagano tutti gli imprenditori e lavoratori
(Iva, Irpef, occupazione spazio pubblico, etc.). Ebbene anche questa è una
violazione del copyleft (oltre che una bella forma di concorrenza sleale,
legalizzata, per giunta, paragonabile al reato che in altri uffici viene
chiamato "favoreggiamento sfavoreggiamento da parte di pubblico ufficio e
di pubblico ufficiale" o qualcosa di simile).
Accidenti, Mentre scrivo, mi sto accorgendo, che Non è vero che non si
potrebbero ravvisare nelle leggi imposte dalla Siae delle questioni di
anticostituzionalità e di contradditorietà verso le gerarchie giuridiche, mi sto
accorgendo che forse molte legislatori, avvocati, etc, siano poco interessati
alla democrazia in questo campo. Purtroppo sono troppo ignorante e poco agiato
per approfondire.
Comunque, grazie PC-Facile, mi sto accorgendo che scrivere risveglia la mente la
memoria, e mi aiuta a non invecchiare, grazie per questo spazio medicamentoso,
ero capitato per sbaglio sulle vostre pagine, poi curiosando, o visto... e mi
sono soffermato... e sono tornato...a rivedere...
firmato
mediato.