Siti pedofili e collegamento WiFi: assolto
I giudici della settima sezione penale del Tribunale di Roma fissano nuove regole sull'utilizzo delle prove raccolte sul web. L'accesso ai siti contestati può essere anche accidentale.
Non basta la presenza di immagini pornografiche associata alla disponibilità del collegamento Wi-Fi per costituire reato. A stabilirlo è stato il Tribunale di Roma al termine di un procedimento giudiziario che ha preso le mosse da una indagine compiuta dalla polizia del Lussemburgo sulla presunta connessione di navigatori italiani a un sito pedofilo ubicato all'estero. La decisione dei giudici era stata presa lo scorso giugno, ma solo nei giorni scorsi - come informa l'avvocato Fulvio Sarzana, esperto del rapporto fra diritto e web - sono state depositate le motivazioni.
Ebbene, come spiega il legale che ha difeso un professionista romano cinquantenne, il Tribunale ha stabilito alcuni principi rilevanti: l'accesso a un sito pedofilo può essere accidentale; la connessione Wi-Fi può essere utilizzata anche da malintenzionati per scaricare immagini "vietate" nel computer di un'altra persona...
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