News: tutti i segreti di Internet

E tu voteresti via Internet?

Condividi:         webmaster 14 Giugno 12 @ 10:00 am

Secondo alcuni (Beppe Grillo in testa) è il futuro della democrazia: elettori collegati tutti via Internet che votano e prendono decisioni on line. Secondo altri, è un doppio ed enorme rischio: perché le elezioni elettroniche sono più "hackerabili" di quelle cartacee e perché un clic dal computer rischia di rendere troppo frettoloso e superficiale l'esercizio dei diritti democratici. Certo è comunque che da più di un decennio gli esperimenti in questo campo si susseguono. Ad esempio lo scorso novembre, in Oregon, gli elettori disabili di cinque contee per la prima volta hanno potuto esprimere la propria preferenza per sostituire il democratico David Wu, travolto da uno scandalo sessuale, grazie ad altrettanti iPad donati da Apple e a un software sviluppato dal governo locale.

L'11 marzo scorso circa 116 mila elettori in 12 cantoni svizzeri (poco più del 2 per cento del totale degli aventi diritto) hanno preso parte alla prova di una votazione popolare federale grazie alla Rete: test superato con successo. Ma è l'Estonia ad avere abbracciato più di ogni altro Paese il voto on line: «Un processo graduale, che nell'arco di cinque tornate elettorali ha visto un incremento dei partecipanti al voto on line dai 9 mila del 2005 agli oltre 140 mila del 2011», spiega a "l'Espresso" il consulente del comitato elettorale estone, Priit Vinkel. In percentuale, significa che attualmente un cittadino su quattro vota via Internet. Il sistema, sviluppato da Cybernetica Ltd., è chiamato I-voting: fino a quattro giorni prima dell'apertura delle urne, e per una settimana, basta inserire l'apposito pin e apporre sulla preferenza una firma elettronica, e il gioco - dopo la cifratura che mette al sicuro la segretezza della propria scelta - è fatto. Se poi si cambiasse idea, ci si può recare al seggio, e il voto on line viene cancellato. «In Estonia», afferma Vinkel, «concepiamo il voto via Internet come un supplemento. Non deve rimpiazzare il voto tradizionale, ma potenziarlo».


Tra gli esperti di sicurezza informatica, come si diceva, è tuttavia diffusa la preoccupazione che qualcuno "hackeri" le elezioni. Brogli digitali, insomma, perfino più insidiosi di quelli cartacei perché invisibili, e difficilmente individuabili perfino dagli addetti ai lavori. Il problema si presenta per il malfunzionamento di apparecchi elettronici per facilitare il voto o lo spoglio. Una questione già di per sé sufficiente a mettere fine a ogni sperimentazione in Italia, che ha da tempo abbandonato la strada intrapresa fin dal 1997 nel comune umbro di Amelia in Umbria, e poi in città come Vigevano e Cremona...



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