Il virus che piacerebbe alla RIAA
A Marzo dell'anno scorso cominciò a girare un piccolo software molto ingenioso. Il file, scaricabile da più parti, una volta installato dava un'occhiata al PC cercando file .torrent. Trovati questi creava un falso avviso di notifica di infrazione di copyright usando proprio i nomi dei file trovati. La notifica indicava che l'infrazione avrebbe potuto portare fino a cinque anni di reclusione e una multa fino a $250.000.
In pura tradizione se paghi non finisci in tribunale, la citazione indicava anche il modo di evitare tutto ciò: pagare una multa da $400.
La truffa è stata condotta da un'entità che si faceva chiamare Fondazione ICCP e ora, grazie al lavoro dell'esperto di sicurezza Brian Krebs, possiamo dare un'occhiata dietro le quinte per capire quanta gente c'è cascata.
L'anno scorso, migliaia di documenti della Chronopay - la più grande società Russa di pagamenti online - sono finiti online rivelando che questa lavora a stretto contatto con società ad alto rischio: ovvero società i cui clienti tendono a voler indietro i soldi e che tendono a sparire dal mercato molto in fretta. Non è quindi una sorpresa cha la Fondazione ICCP era un loro cliente.
In totale 580 persone hanno pagato la Fondazione ICCP nel periodo Aprile/Maggio 2010. Purtroppo non ci sono dati su quanti PC sono stati infettati dal virus ed è quindi difficile parlare di efficacia. È però triste constatare quanto sia facile spillare soldi alle persone facendo leva sulle loro paure... anche quelle infondate.
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Un commento a "Il virus che piacerebbe alla RIAA":
Come per le auto ci vorrebbe una licenza x usare il PC.