Sera
C'è silenzio, e sono solo. E' pazzesco pensare quanto io stia bene, in silenzio e da solo. Mi appoggio sullo schienale della sedia, metto i piedi sulla sedia di fronte, mi accendo la ventesima sigaretta della giornata. Guardo ottuso il pacchetto vuoto con la sua bella scritta nera "Il fumo uccide". Lo accartoccio, e lo caccio nel cestino ricolmo.
Devo fare bancomat, non ho manco i soldi del biglietto dell'autobus per casa.
Il mio tavolo, come al solito, è un macello. Di tutte i propositi che giorno dopo giorno, venendo al lavoro con la mia solita ansia, mi pongo, è proprio l'ordine quello che non riesco mai a rispettare. L'ordine, e la concretezza. Concretizzare le cose non mi è mai interessato, dal momento che diventano semplici perdono ai miei occhi qualunque interesse. Mi sono sempre detto che essere casinisti e intuitivi era un segno di genio. Ci sono voluti anni a capire che non sono un genio, ma solo un casinista discontinuo. Tant'è, tutti hanno i propri difetti.
E' bello il mio posto di lavoro, deserto. Il pavimento a scacconi bianchi e neri, le piante finte, i computer spenti. E il silenzio. Sarebbe ideale per pensare, se solo ne avessi voglia. Ma tutto mi rimane dentro, e sono terrorizzato all'idea di andare a casa e non avere nulla - ancora una volta - da raccontare, nulla da dividere con la mia ragazza. Il vuoto, il silenzio, le facce dei clienti che si sono alternate davanti a me, con il loro carico di umanità meschina, con le loro espressioni da furberia di bassa lega, con le loro storie da sputarti o bisbigliarti nelle orecchie, tutti tanto innamorati di loro stessi da trovarsi interessanti per gli altri.
Vorrei poterli non ascoltare, non sentire i loro discorsi vuoti, non guardarli mentre gesticolano e si agitano, e invece sto qui, con lo sguardo assorto e fare comprensivo, le ciglia alzate e un'espressione serena. Perché no, anche un principio di sorriso. Loro tutti pieni di agitato buon senso, e tu che vorresti dire che è proprio il buon senso a farti una paura dannata, che nel nome del buon senso sono stati commessi i crimini più orrendi. Più passa il tempo, meno sopporto il genere umano.
Altra gente passa nella strada fuori dalla vetrina - le tende sono tirate, ne intravedo solo le ombre - passa, oppure si ferma ad attendere l'autobus. Una coppia di ragazzi si bacia appoggiata alla vetrina. Li osservo - tutti - ma non sento curiosità, non sento emozioni. Un entomologo che guarda un termitaio si diverte senz'altro di più.
Silenzio, ed ancora silenzio. Qualche voce passa attraverso il vetro.
La sigaretta è finita. La giornata anche.
Senza fare rumore, mi alzo, prendo la giacca, e me ne vado.
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