Caso Armani.it: e se Golia avesse ragione?
Di Paolo Attivissimo:
Gli utenti della Rete sono solidali in massa con Luca Armani, finito in tribunale contro la multinazionale della moda di cui condivide il cognome per la proprietà del dominio Armani.it. Finito lo sciopero della fame, resta una sentenza che lo condanna a cedere il dominio e pagare migliaia di euro.
Avviso ai naviganti: probabilmente mi odierete per quello che sto per dire. Mi dispiace, ma lo devo dire lo stesso, perché per quanto mi sia sforzato di studiare e analizzare il caso Armani.it, non posso fare a meno di considerarlo un sommo esempio di latitanza del buon senso in entrambi i contendenti, ma più da parte di Luca che del più celebre Giorgio.
Riassumo il pasticciaccio iniziato anni addietro: Luca Armani ha un timbrificio in quel di Treviglio (Bergamo) e nel 1997 decide di aprire un sito Web per pubblicizzare la propria attività, chiamandolo "Armani.it". Quando la Giorgio Armani SpA si affaccia a Internet, scopre che il nome di dominio Armani.it è già stato acquistato e utilizzato da Luca, e nel 1998 lo investe con il rullo compressore dei suoi avvocati. Così ora Luca si trova condannato in primo grado a rifondere a Giorgio 13.526 euro più IVA e balzelli assortiti, a pubblicare a proprie spese la sentenza sul Corriere della Sera e su Internet Magazine e a pagare 5.000 euro al giorno per ogni giorno di ritardo nell'esecuzione della sentenza.
continua...
- [24/10/12] Chi diffama online o su carta rischia 100mila euro di multa
- [29/10/07] Truffa via Internet su numeri 899 da oltre 6 milioni di Euro
- [03/12/06] Sudtirolo, scoppia il caso del tanga griffato su internet
- [01/02/05] Annunci funebri per Armani.com
- [15/03/04] Cinema, sanzioni fino a 1.500 euro per pirateria internet
22 commenti a "Caso Armani.it: e se Golia avesse ragione?":
ma si, ci avrà anche marciato...però la major poteva mettere un Armani.com o un
giorgioarmani.it e fine della storia.
Attivissimo dice una cosa "pericolosa" secondo: cioè che il dominio deve essere
assegnato a chi è più conosciuto o ricercato.
Non sono molto d'accordo.
Per me questa storia è assolutamente assurda. D'accordo pienamente con Attivissimo che la regola del "chi primo arriva" non ha assolutamente modo d'esistere in uno stato democratico... ma appunto perchè siamo in democrazia, anche il fatto che ora sia Armani "povero" a dover sborsare i soldi per colpe che NON HA (suvvia, chi non avrebbe approfittato un minimo del proprio nome se si chiamasse Armani?) è secondo me scandaloso!!!Secondo il mio modesto punto di vista, il dominio amrani.it andrebbe TOLTO AD ENTRAMBI, uno lo apre con timbrificioarmani l'altro con giorgioarmanispa o armanispa!!!
e comunque, alla fine, mi schiero assolutamente contro quegli schifosi squali di multinazionali che fagocitano TUTTO senza guadare in faccia nessuno :(
io seguivo la storia da parecchio tempo ( http://www.pc-facile.com/news.php?n=11198 )
e all'inizio ero assolutamente a favore del davide del timbrificio... però non
ero a conoscenza di molte cose messe in evidenza da attivissimo...
ovviamente non mi sembra bello che un 'pesce piccolo' debba pagare dei soldi ad
una multinazionale per una questione così controversa, però sono pienamente
d'accordo sul fatto che una rete in cui scrivendo armani.it si trova il sito
dello stilista è di gran lunga più vivibile di una in cui ci si ritrova in un
timbrificio....
Sinceramente da parte della Giorgio Armani mi sembra una mancanza di stile (ed è grave per una casa di mode!), ma anche dal punto di vista del diritto mi sembra molto stiracchiata... per quanto riguarda "il vantaggio della rete" invocato, la maggior parte degli affari la Giorgio Armani la fa all'estero, credete forse che la ragazzetta di Bel Air firmata dalla testa ai piedi cercherà armani.IT in rete?? Sono pronta a scommettere che la stragrande maggioranza di utenti (stranieri, sottolineo di nuovo) cercheranno armani.com. E gli altri... eccheccavolo, la sapranno fare una ricerchina su internet, o no?
Caro sig. Attivissimo le tue argomentazioni non sono nemmeno degne di
risposta.
Quando toccherà a te ne riparleremo.
Golia è sempre in agguato e non risparmia nessuno.
Un davide.
Caro Paolo, io ti stimo molto ma, ti prego, non scherziamo !!!
Le stesse argomentazioni per le quali pensi che Luca Armani avrebbe dovuto
registrare un "timbrificioarmani.it" le puoi applicare anche per lo stilista che
avrebbe potuto registrare "giorgioarmani.it".
"Sorprende che Luca non si sia reso conto che il più celebre Giorgio ovviamente
non avrebbe gradito e si sarebbe scatenato un conflitto"
Nessuno è in diritto di scatenare un conflitto per una cosa simile. Giorgio
Armani è arrivato semplicemente troppo tardi, il problema è suo. Possibile che
si debba ricorrere ai principi del libero mercato e della giustificazione del
cinismo con il mito del "profitto" solo quando si parla ai "new-global" mentre
manifestano ?? Possibile che si debba parlare di "buonismo" come di una cosa
negativa e anti-progresso solo a chi chiede giustizia sociale, mentre riguardo a
un miliardario come Giorgio Armani ci si debba scandalizzare se un Armani
qualunque registra il proprio cognome !?!?
A me sorprende che in un paese occidentale e sedicente democratico uno non possa
registrare un sito col proprio cognome anche se esiste un omonimo più famoso.
Non voglio entrare nel merito di "multinazionale cattiva, artigiano buono", ma
voglio entrare nel merito di una prepotenza e un potere che uno si arroga
basandosi solo sulla quantità di soldi disponibile. E' evidente che avere un
accesso con un "armani.it" porti molto più accesso e notorietà al timbrificio
piuttosto che un "timbrificioarmani" e credo che sia diritto di Luca Armani
sperare di diventare più famoso e più ricco sfruttando la notorietà del suo
cognome.
Disorientare la rete ?? Ripeto......lo stilista può registrare
"Giorgioarmani.it" senza creare arrogantemente problemi a un timbrificio.
Resta il fatto che l'idea di una pagina di smistamento come tu hai proposto è
l'idea migliore, ma l'arroganza usata da chi ha più soldi nella sicurezza di
riuscire a schiacciare il "Davide" di turno la ritengo insopportabile.....e
Golia sta subendo le giuste conseguenze mentre credo che Davide stia
ingiustamente pagando !!
Gioyann
Io non so chi abbia ragione o chi no... ma, a parere personale, preferisco una rete internet dove armani.it appartenga allo stilista !!!
sembrerà un paradosso...
se Luca l'avesse registrato come semplice utente personale e come tale fossero
stati i contenuti del sito avrebbe pienamente ragione.
E' palese invece il fatto che avendo registrato il sito aziendale con un nome
non proprio della propria ragione sociale abbia semplicemente sfruttando il
proprio cognome "appoggiandolo" al più famoso Armani stilista come veicolo di
pubblicità (quindi pericolosamente vicino al concetto di cybersquatting).
Appare chiaro quindi che sono due società che di fronte alla legge sono (o
dovrebbero) essere uguali, e non un privato cittadino contro una
multinazionale.
E' l'utilizzo del sito che crea la questione, e non il fatto che ci siano davide
e golia in gioco.
Mi dispiace dirtelo Luca... ma le tue motivazioni non mi convincono proprio.
Ho sempre pensato che la questione riguardasse una registrazione a titolo
personale contro una aziendale.
Se la mia azienda si chiamasse ACME e io invece di registrate ACME.boh
registrassi ROSSI.boh (perchè il mio cognome -titolare dell'azienda- è Rossi)? e
arrivasse la società ROSSI a reclamare? chiunque direbbe... ti pigli ACME e
ROSSI si prende ROSSI... Se invece fossi il sig. ROSSI e avessi messo sù le foto
del mio matrimonio... a mio giudizio sarebbe assolutamente applicabile il
concetto del "chi primo arriva".
Altra nota - strettamente personale - le tesi portate dall'avvocato di Luca sono
veramente degne di un bambino di due anni... ne resto allibito...
Sarei molto curioso di sapere un paio di cose:
- in base a quale legge G Armani ha vinto la causa? mi piacerebbe molto
conoscerla, perche' non mi viene in mente nessuno motivo plausibile per
fargliela vincere...
- ci sono stati altri casi simili? e come sono andati?
onestamente, mi viene il dubbio che per G Armani tutti si siano mossi e che
nessuno invece lo farebbe -che so io- per C Franceschini, che ha un marchio
Franceschini registrato e quindi vorrebbe il sito franceschini.it, invece
occupato dal verduriere P Franceschini per fare pubblicita' ai suoi cavoli.
Purtroppo cose simili a queste ne abbiamo gia' viste... : (
Insomma il tutto si potrebbe riassumere in :Io sono arrivato dopo ma il dominio
è mio perchè il mio nome è più famoso del tuo.
Sarei ( quasi) daccordo con la sentenza se Luca fosse un commerciante di
abbigliamento o avesse a che fare in qualche modo con il mondo della moda , ma
cosi non è.
E Attivissimo non spega poi quali danni avrebbe subito Giorgio Armani dal fatto
che una ricerca su internet con il nome Armani conduca al sito del timbrificio
di Luca Armani.
i danni non li avrebbe subiti armani, ma l'utente che cercando armani.it si aspetta (e su questo non c'è niente da ridire) di trovare il sito dello stilista, e invece si trova nel timbrificio...
Ragà non parliamo di Davide e Golia... parliamo di due aziende... direi che è
assolutamente evidente che il timbrificio abbia usato quella registrazione per
farsi pubblicità... peccato che in caso di aziende intervengano sulla
registrazione dei nomi regole diverse. Luna il marchio Armani è registrato ed il
timbrificio ne ha fatto un uso non lecito.
Per la mia azienda non posso registrare IBM.xxx (tanto più se si chiama AIBM srl
ad esempio) perchè la IBM avrebbe il diritto di prelazione.
Anche se la mia azienda per qualche motivo si chiamasse proprio IBM (e
interverrebbero questioni ancora differenti) non sono certo di poter utilizzare
il nome di dominio come mi pare.
Ripeto che se il sito fosse stato personale di Luca Armani sarebbe stata tutta
un'altra cosa... ma si tratta di due soggetti giuridici...
Non capisco assolutamente questo intestardirsi di Luca Armani (e per curiosità
datevi un'occhiata al sito... i cui toni sembrano quelli di un referendum
mondiale sulla libertà... che mi sembra assolutamente fuori luogo).
Scusate, intervengo tardivamente nella questione anche se della causa in corso
so da parecchio tempo.
Una delle cose che mi sono sempre state "sull'anima" è che queste grandi
aziende, questi immensi gruppi multinazionali, questa gente nota e che non perde
occasione di mettersi in mostra per vendere i propri prodotti, spesso
(sottolineo: SPESSO) si sia decisa a registrare il dominio a proprio nome con
mesi se non con anni di ritardo rispetto - in molti casi - a legittimi privati o
piccole aziende.
Spendono centinaia di milioni di Euro per consulenze e poi?
Poi scoprono che il sito se lo sono già presi altri.
Allora.
Il cybersqatting è ODIOSO.
Io mi son dovuto ricomprare il dominio col mio cognome perché al tempo della
"liberalizzazione" c'è stata gente (non faccio nomi...) che ne ha registrati una
quantità allucinante.
Ma se ho potuto registrare un dominio col nome della mia ditta, è perché l'ho
trovato libero E perché l'Authority me lo ha concesso.
Sono in regola e non tollererei che qualcun'altro, solo per il fatto che è più
grosso ed ha più tempo e soldi da spendere, me lo porti via.
A prescindere dai VERI motivi che hanno spinto il timbrificio a registrare il
dominio, glie lo hanno concesso perché corrispondeva al suo nome e non era già
stato registrato.
E' dunque in regola.
Mica ha registrato "GARIBALDI.IT" chiamandosi Mazzini...
Un caso analogo successe (non so se la cosa si è poi sistemata) col sito
touring.it.
Se io mi chiamo CICCIO e voglio registrare CICCIO.IT perché è libero, è mio
diritto poterlo fare, senza paura che mi arrivi un domani un qualche Ciccio più
famoso di me a portarmelo via.
Ciao
Marlon, se la tua azienda si chiama "Bananificio Ciccio" la soluzione è solo registrare "bananificiociccio.it" ... registrando "ciccio.it" (e casualmente l'azienda ciccio è un'azienda internazionale arcinota cosa che ciccio non può non sapere a priori) incorre quantomeno nel dubbio che quella registrazione sia un pò pubblicitaria e tendenziosa. La scusa che sia il cognome del titolare non regge proprio (chiunque ha un'azienda sa che la persona giuridica e la persona fisica sono due cose assolutamente diverse come stabilisce il codice civile).
Scusa, Pier, non voglio aprire alcuna polemica, ma mi sembra che tu come molti
altri si scordino che per essere efficacemente ricordati (e magari anche
semplici da scrivere) i domini Internet è bene che siano brevi.
Ti dimentichi anche che le aziende, per lo stesso motivo, usano "marchi" ed
"insegne" che non rispecchiano necessariamente la propria Ragione Sociale.
Quante volte, sullo scontrino del negozio "Pippo" hai visto scritto "Pluto
SNC"?
Lo so anch'io che se registro "bananificiocicciospa.it ho poche o nessuna
possibilità di essere frainteso, ma la mia casella postale come verrebbe? Verci
ngetorice.Mazzanti-v ... re@bananificiocicciospa.i"?
La tipografia mi fa pagare un supplemento... :-D
Al di là delle battute.
E' evidente che se metto in piedi un'azienda che si chiama "Versace SNC" con il
solo scopo di appropriarmi di un dominio non ancora assegnato con un minimo di
apparente legalità sono nel torto.
Esattamente come se costituissi un'azienda che tratta reggiseni e si chiama
"Play-Tex S.r.l.".
Esistono delle regole, nel dare il nome alla ditta, che prescindono da
Internet.
Ma se il MIO cognome è Versace, e l'azienda Versace Snc, che peraltro importa
banane, esiste già da tempo, quando trovo il dominio libero e me lo intesto non
commetto alcun abuso.
E magari nemmeno ho idea di farmi pubblicità gratuita.
D'altra parte, se quando la gente digita "Versace.it" viene sul mio sito mentre
cerca lo stilista, al di là di vedere il contatore-accessi salire alle stelle
cosa me ne viene?
Nella fattispecie: credi che Luca Armani abbia venduto più timbri?
Credo che, come è già stato scritto, si è un po' perso il capo, in tutta la
faccenda.
E prima di tutti lo ha perso la Armani (stilista) perché:
PRIMO si è battuto le palle di registrarsi un dominio che, per le dimensioni ed
il risalto internazionale della sua azienda, era tra le primissime cose da fare
(i domini si registrano da mooooolti anni...).
SECONDO perché probabilmente sarebbe bastato affrontare la faccenda con più
tatto, invece di adire a vie legali con l'arroganza tipica di chi vuole per
forza aver ragione.
Sappiamo tutti che fino a qualche anno fa, l'"estensione territoriale" per
eccellenza era il ".COM" ed il ".IT" era considerato provinciale.
Poi le cose sono cambiate, ma qualcuno se ne è evidentemente accorto troppo
tardi.
Un grave errore, per chi impone lo "stile" degli anni a venire, non trovi?
Ciao
Aggiunta.
Piercing scrive "chiunque ha un'azienda sa che la persona giuridica e la persona
fisica sono due cose assolutamente diverse come stabilisce il codice civile".
Legalmente sono distinte, ma è assolutamente legale e di uso comune attribuire
all'azienda il proprio nome (Armani, Versace etc. lo hanno fatto).
Poi non esistono solo le società di capitali ma anche quelle di persone (es.:
SAS e SNC).
Nelle Società in Nome Collettivo sei pressoché obbligato ad usare il tuo nome, e
comunque in tutte le soc. di persone il titolare (amministratore,
accomandatario, chiamalo come ti pare) è responsabile in solido, coi propri beni
privati se occorresse, delle vicende della propria società.
Aggiungo anche che sui supposti danni subiti dagli utenti, che cercando uno
trovano l'altro, mi vien voglia di ridere.
Se tutti usassero la propria ragione sociale PRECISA per dar nome ai siti,
staremmo freschi!
Non muoveremmo un passo senza un bookmark.
PC-Facile non esisterebbe, e probabilmente nemmeno armani.com.
Ad ogni buon conto esistono delle regole per il "naming"
(http://www.nic.it/NA/regole-naming-curr.txt ) che vanno rispettate pena la non
registrabilità del dominio.
Aggiungo due info.
Da quel che posso capire, InterNic.net mi da il febbraio '95 come registrazione
di Armani.com, mentre Nic.it l'ottobre del '97 per il .it.
Non mi sembra che Luca Armani abbia nemmeno dovuto fare le corse...
Pensandola benevolmente si potrebbe persino dire che vedendo il dominio libero
abbia pure aspettato per dar priorità allo stilista.
Poi, vedendo che questi dormiva, con comodo, lo ha registrato a suo nome.
E' come agli incroci nei quali devi dare la precedenza: se ti fermi e l'altro se
ne sta lì immobile, che fai? Aspetti in eterno?
e su tutto questo marlon... come in tutte le nostre "dispute" legali sono già
più d'accordo.
Che Armani fosse potuto andare molto più morbido non c'è dubbio... (anche se
conoscendolo come cliente mi sembra molto strano un approccio del genere al
"problema").
Detto questo credo che anche l'approccio integralista di Luca Armani non abbia
affatto giovato... (e questo mi continua a "puzzare" di cattiva fede...
ovviamente a livello del tutto personale, giacchè non sopporto le questioni di
principio).
Non posso aggiungere altro... se non che a questo punto dovrebbero parlare i
fatti reali... dei quali sappiamo troppo poco.
Ricordo solo che Armani è un marchio registrato (e Luca Armani non poteva non
saperlo) quindi che sia o meno il cognome di qualcuno conta poco... specie se se
ne fa un uso "pubblicitario"...
Continuo a non vedere il motivo di un risarcimento a G.Armani.Se il danno (???)
l'ha subito l'utente perchè risarcire Giorgio Armani?
Che io sappia non esiste un risarcimento conto terzi.Ed anche il diritto di
prelazione in ragione dell'importanza del proprio nome non mi convince molto.
Magari di questa vicenda potremmo farcene un'idea più precisa se fossimo a
conoscenza delle motivazioni della sentenza in quanto l'opinione di Attivissimo
credo ci abbia leggermente fuorviati.
Ne so poco della vicenda. Tuttavia ritengo: 1) che Armani.it debba appartenere a colui che l'ha registrato per primo; 2) che un timbrificio non possa fare concorrenza sleale ad una casa di moda; 3) che di queste vicende ignobili tutte italiane ne ho piene le scatole.
VOGLIO FARMI 3 ANNI DI GALERA, MI OFFRO COME PRIMO VOLONTARIO http://www.repubblica.it/ ... ppo/decreto-sviluppo.html Buongiorno, mi chiamo Luca Armani e mi scuso per il disturbo. Ho letto venerdì 24 luglio 2009 l'articolo sopra linkato. Nella parte finale dell'articolo parlano di me. Io farei volontariamente tre anni di carcere con condanna anche senza processo per riottenere il mio sito armani.it, ma quando esco di galera mi toglierei quantomeno la soddisfazione di far percorrere allo stilista Giorgio Armani tutta la via Montenapoleone e dintorni a calci nel ***. La mia sentenza è stata assurda ma questa nuova legge lo è ancor di più. Distinti saluti Luca Armani www.armani.si
VOGLIO FARMI 3 ANNI DI GALERA, MI OFFRO COME PRIMO VOLONTARIO http://www.repubblica.it/ ... ppo/decreto-sviluppo.html Buongiorno, mi chiamo Luca Armani e mi scuso per il disturbo. Ho letto venerdì 24 luglio 2009 l'articolo sopra linkato. Nella parte finale dell'articolo parlano di me. Io farei volontariamente tre anni di carcere con condanna anche senza processo per riottenere il mio sito web www.armani.it, ma quando esco di galera mi toglierei quantomeno la soddisfazione di far percorrere allo stilista Giorgio Armani tutta la via Montenapoleone e dintorni a calci nel culo. La mia sentenza è stata assurda ma questa nuova legge lo è ancor di più. Distinti saluti Luca Armani www.armani.si